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Data: 02/10/2008
Settore:
Cgil
CONTRATTI, NO DELLA CGIL. CONFINDUSTRIA VALUTA FIRMA SEPARATA - Epifani «Fino all'ultimo non ci alzeremo dal tavolo». Bonanni: «Cgil non è l'unico sindacato» - Rassegna stampa

Il leader sindacale boccia il documento di Confindustria: "Dobbiamo rilanciare la nostra piattaforma, continueremo a lavorare per l'unità"
"La trattativa con Confindustria ha esaurito il suo significato. Dobbiamo rilanciare la nostra piattaforma unitaria e chiedere formalmente l'allargamento del tavolo di confronto alle altre rappresentanze datoriali". E' questo il passaggio più significativo della relazione del segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, al Comitato direttivo dell'organizzazione di Corso d'Italia, riferito alla riforma del modello contrattuale. Il leader sindacale, alla vigilia del nuovo incontro tra Confindustria e sindacati, ha definito il documento presentato dagli industriali "non coerente" e "inadeguato". Per Epifani è possibile ripartire solo se al centro della trattativa si riporterà la piattaforma unitaria di Cgil Cisl e Uil.
Il leader della Cgil ha spiegato che a questo punto è necessario allargare il tavolo di confronto: "Se non si fa così, arriveremmo al rischio di avere quattro o cinque modelli contrattuali secondo i settori, cosa che determinerebbe un dumping sociale molto grave, con la corsa alla tipologia contrattuale più conveniente, in una fase di profonde riorganizzazioni aziendali e settoriali profonde". A Cisl e Uil, infine, ha ricordato che "in ogni caso le trattative si fanno sulla base delle piattaforme presentate e non delle risposte della controparte a esse".
'Noi lavoriamo e continueremo a lavorare tenacemente all'unita' sindacale. Se si muove da sola, la Cgil lo fa perché, tentate tutte le strade possibili, considera necessario che ci sia chi si batte per le riforme, a favore dei precari, dei pensionati, delle categorie più deboli', ha continuato Epifani". "Non si possono fare insieme le piattaforme e poi dimenticarle o prenderne solo alcuni aspetti" ha aggiunto, ricordando che è sparito dal dibattito politico il tema delle detrazioni per salari e pensioni, mentre si insiste sulla detassazione degli straordinari che è "puro non senso in una fase di rallentamento del lavoro, di perdita di posti e di calo di ore di straordinario, come ha rilevato ieri l'Istat".

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