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Data: 16/11/2008
Settore:
Cgil
EPIFANI, SULLO SCIOPERO NON CI SARA´ NESSUNA MARCIA INDIETRO - Il leader della Cgil: «Rappresentiamo circa un terzo dei lavoratori pubblici e della scuola. Bisogna avere rispetto per questa rappresentanza» - MULTIMEDIA - EPIFANI A MEZZ'ORA

«C'è una sola possibilità perchè la Cgil non faccia lo sciopero generale il 12 dicembre: che il governo accolga buona parte delle nostre richieste. Richieste che sono quelle dei lavoratori e dei pensionati. Lo sciopero è stato proclamato perchè le risposte alla crisi non arrivano e temiamo che quelle che possono arrivare non siano adeguate. Lo sciopero ponderato da tempo, non è una scelta dell'ultimo momento». Con queste parole il segretario Generale della Cgil Guglielmo Epifani ospite della trasmissione 'In mezz'ora' su Raitre, ha smentito quanti ipotizzavano una presunta marcia indietro sullo sciopero proclamato contro la politica economica del governo.
L'appuntamento quindi è confermato per il 12 dicembre, giorno in cui era già previsto lo stop dei metalmeccanici della Fiom. La decisione di velocizzare i tempi della protesta è frutto anche della spaccatura sull'università con la revoca operata dalla Cisl sullo sciopero dello scorso 14 novembre contro la legge 133, ma anche aggravato dall'incontro separato tra governo, Cisl, Uil e Confindustria reso noto dai mezzi d'informazione la sera dell'11 novembre.

Guglielmo Epifani intervistato da Lucia Annunziata è tornato proprio su questo incontro segreto che la scorsa settimana parte del governo ha avuto con i segretari generali di Cisl e Uil e con il Presidente di Confindustria «Mi sono arrabbiato - ha affermato Epifani - perchè i problemi che riguardano il Paese vanno affrontati alla luce del sole, ai tavoli propri. Non c'è alcun tavolo, nessuna sede, nessun confronto. Noi abbiamo mandato nostre proposte e non abbiamo avuto nessuna risposta. E mentre non ci convoca, cosa fa, incontri riservati». Prosegue Epifani «La cosa che non mi è andata più giù è stata la presenza del presidente Confindustria. Posso immaginare che se riceve un invito faccia fatica a dire di no. Ma almeno in quella sede credo che debba dire: guarda ma manca il più grande sindacato del Paese. Io non mi sarei seduto senza avere Confindustria mentre erano presenti altri datori di lavoro. Non so se Marcegaglia lo ha fatto. Ma penso di no». Il leader della Cgil trova poi spunto dall'incontro segreto di Palazzo Grazioli per rammentare un episodio simile definito "patto della lavanderia" che si consumò nel febbraio 1992 allorche il Segretario della Cisl Savino Pezzotta s'intrufolò tra i panni stesi dell'Hotel de Russie per trattare con l'allora vicepresidente del Consiglio Gianfranco Fini l'intesa contro Sergio Cofferati sull'articolo 18. «E' una modalità che si ripete - precisa Epifani - Cisl e Uil e il vice presidente di Confindustria si incontrarono nel 2002 in un albergo di Roma passando attraverso l'ingresso della lavanderia; questa volta sono passati dalla porta di dietro». Per il leader Cgil «siccome Berlusconi non si muove per prendere the, vorrei che si dicesse a cosa è servito quell'incontro». Epifani ipotizza «o si è dato il via libera all'accordo sui contratti, o si sono gettati i ponti su cui il governo farà la manovra contro la crisi: ma in entrambi i casi una modalità di incontro di questo tipo sia grave. Anche perchè poi nessuno dei presenti mi ha chiamato per dirmi: c'ero o non c'ero. Questo conferma i miei sospetti, vuol dire che qualcosa si è deciso».

Non mancano nell'intervista riferimenti all'economia e ai recenti provvedimenti annunciati dal Governo nel corso del G20. «Si tratta di pochissimo, e del tutto insufficiente». È poco, dice Epifani, perchè la maggior parte di quei soldi era «già stanziata» tra fondi europei e risorse per le infrastrutture. E ribadisce: «Se è una crisi eccezionale come tutti dicono ci voglio risposte eccezionali».

Epifani viene inoltre incalzato da altre questioni di estrema attualità: il presunto isolamento dello stesso Epifani nel Pd e il rapporto con il Ministro Brunetta che parlando della Cgil ha sollevato il tema della rappresentatività e l'accostamento dei fannulloni ai lavoratori orientati a sinistra presenti nel sindacato di Corso Italia.

Sul rapporto con il Pd Epifani si mostra lapidario «Capisco che il Pd è attraversato da opinioni diverse», ha sottolineato Epifani, e questo per "un partito plurale" non è necessariamente un male: «L'importante è avere una linea, un orientamento, sulla crisi, sulle misure per la crisi». Non è un problema se Enrico Letta ha annunciato di non essere in piazza il 12 dicembre per lo sciopero generale: «Ognuno ha la sua opinione. Quello che vorrei sapere da Letta - ha proseguito il leader della Cgil - è la sua opinione sulla crisi e le misure per la crisi» ed aggiunge «Le cose che dice Pierluigi Bersani sono quello che sostanzialmente diciamo noi. Walter Veltroni allo sciopero per la scuola sembrava essere molto a suo agio e riscuotere molto consenso da chi partecipava a quello sciopero, così come Rosy Bindi» ha concluso.

Sulle affermazioni del ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta secondo il quale i fannulloni sarebbero in gran parte di sinistra, Epifani invita il rappresentante del governo ad avere più rispetto per i lavoratori e per il primo sindacato italiano. «Ci dia una prova di quello che afferma, perchè se non ha prove è un bugiardo».
Sulla rappresentatività della Cgil, sollevata dallo stesso Brunetta, Epifani spiega che «la rappresentativita' nel settore pubblico si calcola ogni tre anni con il voto diretto dei lavoratori e con un rapporto del numero degli iscritti. Noi siamo in rapporto a queste due componenti, il primo sindacato. Rappresentiamo circa un terzo dei lavoratori pubblici e della scuola. Non siamo la maggioranza assoluta, ma siamo la parte piu' consistente. Bisogna avere rispetto per questa rappresentanza».


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