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Data: 15/10/2009
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AI METALMECCANICI 28 EURO DI AUMENTO, FIRMATO IL CCNL SENZA LA FIOM CGIL - Rinaldini, subito referendum ĞE' un accordo separato che consideriamo illegittimo sulla parte normativağ Rassegna stampa

Arriva l'accordo separato per il rinnovo contrattuale dei metalmeccanici. Federmeccanica, Fim e Uilm lo hanno raggiunto oggi (15 ottobre) senza la Fiom. Le parti, nell'ultimo incontro di stamani, hanno concordato un aumento mensile di 112 euro per il triennio 2010-2012. Vengono così recepite le nuove regole sui contratti, contenute nell'accordo separato del 22 gennaio, siglato senza la Cgil. Dall'1 gennaio 2011 saranno corrisposti ulteriori 15 euro mensili per chi non fa la contrattazione integrativa. E' prevista una prima tranche "leggera" degli incrementi: si parte dal 2010 con 28 euro di aumento, poi 40 euro nel 2011 e 42 euro nel 2012. Le imprese hanno ottenuto così gli "zero oneri" richiesti per l'anno prossimo a causa della crisi economica. Istituito un fondo di sostegno al reddito, gestito dall'ente bilaterale partecipato al 50% dai lavoratori e al 50% delle imprese. Circa 6 euro in più di contribuzione vanno a Cometa, il fondo di previdenza complementare del settore. L'ipotesi di accordo viene firmata formalmente verso le 13.30.



Rinaldini, accordo illegittimo, subito referendum

"E' un accordo separato che consideriamo illegittimo sulla parte normativa". Lo dichiara il segretario generale della Fiom, Gianni Rinaldini, ai microfoni di RadioArticolo1. Sull'aumento salariale, prosegue, "manteniamo ferma la nostra richiesta per quanto riguarda il biennio, quello che è stato concordato oggi lo consideriamo semplicemente un anticipo". Il leader delle tute blu chiede a Fim e Uilm "di sottoporre l'accordo separato al referendum di tutti i lavoratori metalmeccanici". Se l'intesa non passa al vaglio degli addetti coinvolti, avverte, "noi della Fiom non applicheremo quelle regole". Inoltre, se ci sono modifiche peggiorative sulla parte normativa "si aprirà inevitabilmente anche un contenzioso legale. Per noi è vigente l'attuale contratto nazionale, fino alla fine del 2011, che è la sua scadenza naturale". Annuncia quindi le prossime iniziative della Fiom: "Apriremo una campagna nazionale sulla democrazia, che non è più soltanto un problema sindacale ma una questione politica enorme. E nella contrattazione non applicheremo le eventuali regole che sono state definite". Per la Fiom "l'unico vincolo è il voto dei lavoratori. Se non si vuole questa deriva, che è l'esatto opposto della coesione sociale che viene invocata, c'è uno strumento che è appunto la democrazia. Altrimenti l'accordo è un semplice sopruso - conclude - che sarà contrastato in tutti i modi". Fino a ieri (14 ottobre) Rinaldini, aveva chiesto di sospendere il negoziato e indire il referendum tra i lavoratori sulle piattaforme separate.



Cremaschi, 15 euro dal 2010, aumento offensivo

Va all'attacco anche il segretario nazionale della Fiom e leader della Rete 28 aprile, Giorgio Cremaschi: "Un contratto scandaloso che svaluta il lavoro dei metalmeccanici". Dal 2010 le tute blu riceveranno 28 euro a livello medio (il quinto) quindi, fa i conti Cremaschi, "un lavoratore di terzo livello riceverà un aumento di 15-16 euro netti. Il più basso rinnovo salariale da molti anni a questa parte". Le categorie di Cisl e Uil, insieme alle imprese, hanno raggiunta un'intesa "offensiva", a suo giudizio, che "in più viola le regole ancora in vigore sulla contrattazione, violando i diritti dei lavoratori. Infine, viola anche le più elementari regole di democrazia visto che è stato firmato da un sindacato di minoranza".



La soddisfazione di Federmeccanica, Fim e Uilm Intanto le aziende e le categorie di Cisl e Uil "festeggiano" l'intesa, tutti sulla stessa linea. Il primo commento è del presidente di Federmeccanica, Pier Luigi Ceccardi, che parla di "accordo molto buono e molto responsabile nei confronti del paese e dei lavoratori, è un atto di grande responsabilità". Un'intesa "onerosa ma soddisfacente", a suo giudizio, che esclude la Fiom dato che il sindacato "si è chiamato fuori dalla partita, perchè per merito e metodo ha presentato una piattaforma non utile ad un accordo". Giuseppe Farina, leader della Fim, annuncia un referendum “tra gli iscritti”. E’ stato un negoziato “non lungo ma molto difficile”, dice, e conferma “che il diritto al rinnovo esiste sempre”. I sindacati non hanno scambiato nulla, a suo avviso: “Non abbiamo fatto ricorso a scioperi e abbiamo messo in busta paga gli aumenti fin dal primo giorno”. Tiene banco l’esclusione della Fiom: “Il problema è solo capire quando assumerà un atteggiamento più responsabile”, dichiara. Rimbalza le responsabilità anche il segretario generale della Uilm, Antonino Regazzi: “L'hanno voluto loro, noi ci dobbiamo preoccupare dei lavoratori. La Fiom è più impegnata nel suo congresso e nella politica generale piuttosto che a rinnovare il contratto”. In ogni caso, esprime “giudizio positivo” sull’intesa, soprattutto per il risultato salariale.



Sacconi, dispiace autoesclusione della Fiom

Torna la Fiom anche nelle parole del ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, che parla di "autoesclusione". A Sacconi "spiace sinceramente, nel momento in cui le altre categorie della Cgil appaiono più costruttivamente partecipi dei negoziati. L'auspicio - continua - è che possa ricomporsi un quadro unitario di relazioni industriali". L'accordo separato, comunque, "conferma la positività del nuovo modello contrattuale e la semplificazione che grazie ad esso si sta realizzando".



Anche Ugl e Fismic non firmano Ugl e Fismic non siglano l'intesa, ma per motivi diversi dai metalmeccanici Cgil. I sindacati non confederali, infatti, nel testo dell'accordo sono esclusi dalla partecipazione dell'ente bilaterale che gestisce il fondo di sostegno al reddito. Entrambi chiedono "pari dignità" rispetto alle altre organizzazioni e si riservano di aderire o meno in relazione a questo punto.



Una trattativa "impossibile"

Il negoziato a piattaforme separate parte il 24 luglio. A fine giugno i sindacati illustrano le rispettive rivendicazioni: la Fiom chiede 130 euro di aumento per il biennio 2010-2011, blocco dei licenziamenti per due anni, azione congiunta aziende-sindacati per convincere il governo a raddoppiare il periodo di cassa integrazione (da 52 a 104 settimane). Fim e Uilm recepiscono il nuovo modello contrattuale su base triennale: 113 euro di aumento per il 2010-2012 e 30 euro per chi non fa contrattazione integrativa. Come osserva il professor Carlo Dell’Aringa alla vigilia, la controparte “farà la trattativa con chi avanza richieste più morbide”. E va proprio così. Il segretario generale della Fiom, Gianni Rinaldini, nella prima riunione avverte: il contratto nazionale scade nel 2011, in caso di disdetta si passerà ad azioni legali. Federmeccanica “preferisce” subito il testo di Fim-Uilm: l’accordo separato, dice il presidente Pier Luigi Ceccardi, sarà “il vangelo” della trattativa. Nel secondo incontro (10 settembre) i metalmeccanici Cgil lasciano il tavolo perché, spiegano, le aziende continuano a discutere solo con gli altri sindacati. La Fiom presenta alle imprese una serie di proposte e segue il negoziato come osservatore, in attesa delle risposte. In particolare, chiede una soluzione transitoria di accordo economico che tenga conto di tutte le piattaforme presentate, insieme alla sospensione dell’accordo separato sui contratti e alla definizione di nuovo sistema alla scadenza del biennio. Il no di Federmeccanica precede di poco la proclamazione della sciopero nazionale della Fiom, che arriva il 14 settembre. Le parti in trattativa rispondono con un fitto calendario di incontri: 17, 23 e 29 settembre. Il 9 ottobre 250mila lavoratori manifestano in tutta Italia con le tute blu della Cgil: Rinaldini chiede di fermare il confronto, e in generale “una legge che consideri validi gli accordi solo se approvati dalla maggioranza dei lavoratori”. Federmeccanica-Fim-Uilm decidono una due giorni il 13 e 14 ottobre, con l’obiettivo dichiarato di chiudere. E’ stato un confronto "impossibile", segnato dalla spaccatura tra Cgil e Cisl-Uil sulla riforma dei contratti, con Fiom e Fim-Uilm che sono partite lontane e non si sono mai avvicinate. Ieri (14 ottobre) l’ultimo appello della Fiom, che ha invitato Fim-Uilm a sospendere la trattativa e fare il referendum sulle rispettive piattaforme. Subito il no degli altri sindacati, oggi la firma separata.

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