La Camera ha approvato in via definitiva il provvedimento Ronchi che recepisce una serie di obblighi comunitari sulle privatizzazioni. I voti a favore sono stati 302 a fronte di 263 contrari. A favore hanno votato Pdl, Lega Nord, Mpa e i cristiano popolari di Baccini. Contrati Pd, IdV, Udc, Svp e Liberal democratici.
Il decreto contiene numerosi adeguamenti a direttive europee (in materia ferroviaria, di concessioni autostradali, di commercializzazione di elettrodomestici non inquinanti) tra cui la liberalizzazione dei servizi pubblici locali, compresa l'acqua. Sono esclusi la distribuzione dell'energia elettrica, le gestione delle farmacie comunali e il trasporto ferroviario regionale. Per il servizio idrico viene specificato che le forme di affidamento devono avvenire nel rispetto dei principi di autonomia gestionale del soggetto gestore e di piena ed esclusiva proprieta' pubblica delle risorse idriche''. Spetta alle istituzioni pubbliche prendere decisioni ''in ordine alla qualita' e prezzo del servizio''.
Dura la reazione della Cgil: «Privatizzare acqua e ciclo dei rifiuti è un favore alla criminalità organizzata»: lo afferma il segretario generale Fp-Cgil, Carlo Podda.
Forti critiche arrivano anche dalla Filt Cgil "Non condividiamo affatto l'art. 15 del Decreto Ronchi che determina la privatizzazione dei servizi pubblici locali e non risponde anche nei trasporti alle necessità del Paese e alle attese dei cittadini che vedranno deluse le aspettative di un'offerta più adeguata". A sostenerlo il segretario generale della Filt Cgil, Franco Nasso (nella foto) sottolineando che "l'intervento legislativo escluda qualsiasi ruolo pubblico nelle fasi di regolazione, di controllo e, nelle diverse modalità possibili, della stessa gestione dei servizi pubblici locali".
Secondo il numero uno della Filt Cgil "qualità del servizio, investimenti delle imprese, tariffe, livelli e flussi di contribuzione sono invece temi fondamentali della programmazione pubblica ai diversi livelli istituzionali".
"Questo provvedimento peraltro - sottolinea Nasso - abbandona definitivamente la necessaria visione unitaria, come unico sistema integrato territoriale, dell'insieme della mobilità locale e regionale, per cui, oggi, il trasporto locale su gomma ha un quadro normativo nettamente distinto da quello determinato nel corso del 2009 per il trasporto ferroviario regionale".
Per il dirigente sindacale della Filt infine "la precedente impostazione di liberalizzazione viene sostituita da una privatizzazione spinta con la conseguenza che è più difficile l'indispensabile integrazione organizzativa e modale (ferro-gomma) dell'offerta, restano fortemente carenti le clausole sociali a tutela del lavoro e non si determina alcuna condizione di prospettiva oggettivamente favorevole al potenziamento del servizio e del suo netto miglioramento qualitativo".