Lo stallo della trattativa con le parti datoriali per la definizione del contratto della mobilità, ha indotto i Segretari Generali Confederali di Cgil, Cisl e Uil ad intervenire in prima persona nella ricerca di una soluzione ad un problema che ormai si protrae, senza alcun esito, dal lontano febbraio 2008 e che vede il coinvolgimento di circa 216.000 addetti di cui 116.000 autoferrotranvieri e circa 100.000 tra ferrovieri e lavoratori degli appalti ferroviari.
Dopo il quinto sciopero nazionale proclamato dalle sette sigle sindacali firmatarie della piattaforma contrattuale e che ha fatto registrare ancora una volta adesioni altissime di migliaia di lavoratrici e lavoratori appartenenti ai settori del TPL, delle Attività Ferroviarie e dei Servizi, si è registrata la necessità di coinvolgere direttamente il capo del governo affinché intervenga su una vertenza che grava, oltretutto, sui servizi all'utenza.
I segretari Generali di Cgil, Cisl e Uil Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, hanno pertanto inviato una nota al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi con la quale, dopo aver sottolineato la piena consapevolezza sindacale che gli scioperi della mobilità provochino pesanti ricadute sul normale svolgimento della vita dei cittadini, hanno individuato ed indicato "l'ostacolo principale alla conclusione della vertenza" ovvero la rigida posizione assunta dalle associazioni di categoria nel negare il rinnovo contrattuale dopo ben 30 mesi dalla scadenza.
Nel documento trasmesso al Presidente del Consiglio, i leader sindacali hanno evidenziato altresì, le motivazioni pretestuose con le quali le associazioni di categorie continuano, ancora oggi, ad addebitare a Regioni e Governo la responsabilità di non finanziare adeguatamente il trasporto pubblico locale, causa principale, secondo le stesse associazioni, dello stallo sulle trattative.
Cgil, Cisl e Uil, auspicando una profonda rivisitazione e responsabilizzazione del settore caratterizzato da vecchi schemi assistenzialistici, da politiche incentivanti e da una eccessiva ed anomala frammentazione con oltre 1200 aziende, hanno pertanto avanzato una richiesta di incontro urgente con il Governo e con tutti i soggeti interessati (Regioni e Associazioni del trasporto) nel tentativo di chiudere una vicenda che grava pesantemente sui servizi ai cittadini.