Proprio nel giorno in cui il Governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco ha lanciato il grido d'allarme sulle tasse arrivando ad affermare che «L'innalzamento della pressione fiscale è a livelli ormai non compatibili con una crescita sostenuta» arriva una doccia fredda per i contribuenti italiani e, come al solito ad essere presi di mira ancora una volta sono i lavoratori dipendenti.
PUBBLICATO IL DECRETO ATTUATIVO CON I NUOVI LIMITI DI REDDITO - Porta la data del 23 marzo scorso, l'atteso Decreto Attuativo del Presidente del Consiglio sulla detassazione del salario di produttività per l'anno 2012 dopo che il Governo, con la Legge di stabilità 2012 (Legge n. 183 del 2011), aveva inteso prorogare per l'anno in corso le misure di agevolazione fiscale per gli incrementi di produttività sul lavoro.
Tuttavia le esigue risorse a disposizione, ovvero 835 milioni per il 2012 e 263 milioni per l'anno 2013, ma soprattutto il sensibile aumento di accordi sindacali territoriali o aziendali attestanti l'incremento di produttività e che hanno innalzato il numero degli aventi diritto, avevano indotto alcuni fiscalisti e autorevoli quotidiani economici (Leggi articolo Italia Oggi) a formulare ipotesi di restrizione dei limiti di applicabilità della detassazione.
CONFERMATE LE PREVISIONI E LE ANTICIPAZIONI: NEL 2012 SARA' PIU' DIFFICILE FRUIRE DI DETASSAZIONE - Le previsioni o se vogliamo le anticipazioni, si sono puntualmente avverate. Il Governo infatti, con il Decreto attuativo dello scorso 23 marzo direttamente, ha fissato i nuovi e più penalizzanti limiti: la detassazione del salario di produttività, come ad esempio il lavoro straordinario, troverà applicazione nel 2012 al solo settore privato, entro il limite di importo complessivo di 2.500 euro lordi annui (contro i 6000 euro del 2011) e per i soli titolari di reddito di lavoro dipendente non superiore, per l'anno 2011, a 30.000 euro al lordo delle somme assoggettate per lo stesso anno 2011 all'imposta sostitutiva del 10% (l'anno scorso lo stesso limite annuale era di 40.000 euro).
COSA CAMBIA IN CONCRETO PER I LAVORATORI: PENALIZZAZIONI ANCHE DI 1200 EURO PER I TITOLARI DI REDDITI SUPERIORI A 30MILA EURO ANNUI - Ma cosa cambia in concreto per i lavoratori dipendenti? I più penalizzati ovviamente saranno coloro che (anche per un solo euro) avranno superato nell'anno 2011 i 30.000 euro. In tal caso e nell'eventualità che il proprio datore di lavoro non abbia deciso di sospendere prudenzialmente l'applicazione dell'agevolazione fiscale, il lavoratore dovrà restituire, attraverso un conguaglio fiscale, quanto impropriamente percepito in termini di detassazione dall'inizio dell'anno fino all'ultima mensilità oltre che, naturalmente, vedersi annullata l'agevolazione per i restanti mesi dell'anno. Nel caso più estremo, ovvero di un lavoratore con un reddito di poco superiore ai 30000 euro e un importo annuo derivante da incremento di produttività pari all'importo massimo vigente nel 2011 di 6.000 euro, la penalizzazione può arrivare a superare i 1200 euro annui, più di 100€ netti al mese.
I PIU' «FORTUNATI» SE LA CAVERANNO CON CIRCA 50 EURO IN MENO IN BUSTA PAGA - Andrà leggermente meglio, si fa per dire, a coloro che avranno conseguito nell'anno 2011 un reddito lordo inferiore ai 30.000. In tal caso l'agevolazione fiscale e quindi la tassazione del 10% continuerà ad essere applicata dal sostituto d'imposta fino al raggiungimento del limite 2500 euro erogati a titolo di incremento di produttività. Anche in questa circostanza, prendiamo in esame un caso estremo ovvero quello di un lavoratore con un reddito annuo 2011 di 28.000 euro (inferiore al nuovo limite di 30mila euro) e con un importo annuo derivante da incremento di produttività pari, anche in questo caso, a 6.000 euro cioè all'importo massimo vigente nel 2011. Ebbene con il nuovo limite massimo complessivo di 2500 euro soggetto a detassazione del 10%., vi sarà anche per questo lavoratore una sensibile penalizzazione annua in busta paga pari ad oltre 600 euro, il che significa più di 50 euro al mese.
DETASSAZIONE SI O NO. COME CALCOLARE IL REDDITO MATURATO NEL 2011 - Il nuovo limite di 30000 da non superare nel corso dell'anno 2011 per aver diritto alla detassazione e quindi alla vantaggiosa aliquota fiscale del 10% da applicare sul salario di produttività, impone una riflessione o meglio una verifica dei propri redditi. In linea di massima l'operazione è semplice: occorre consultare il proprio CUD 2012 e fare una semplice sommatoria della casella n. 1 (Redditi) e della casella n. 251 (Redditi per incremento di produttività). Se dal risultato dovesse scaturire un importo superiore ai 30mila euro, non si avrà diritto alla detassazione nel corso del 2012. In caso contrario ci sarà il via libera entro, tuttavia, il limite di 2500€
AZIENDE ABRUZZESI IN ORDINE SPARSO: CHI E' STATO PRUDENTE E CHI NO - In Abruzzo il comportamento delle aziende e quindi dei sostituti d'imposta è stato variegato. Nelle grandi realtà aziendali, ad esempio, ci sono imprese come il gruppo Fs e Trenitalia che hanno sospeso sin dall'inizio dell'anno 2012, l'applicazione dell'agevolazione fiscale, in attesa dell'emanazione del Decreto attuativo. Ci sono invece altre imprese, come Arpa(Tpl) o Strada dei Parchi(Autostrade), che sono intervenute in corso d'opera, sospendendo l'agevolazione dopo qualche mese da inizio anno, ma c'è anche chi come la Gtm (Tpl) che ha continuato fino all'ultima mensilità erogata, a corrispondere l'agevolazione per buona pace di coloro che ora si vedranno costretti a restituire le somme indebitamente percepite.
LA CGIL CONTRO IL DECRETO: «UN PROVVEDIMENTO GRAVE E SBAGLIATO, IN CONTROTENDENZA RISPETTO ALLA NECESSITA' DI CRESCITA» - Duro il giudizio della Cgil «Un provvedimento grave e sbagliato, che va in controtendenza rispetto alla necessità di generare crescita, incrementare la produttività e rilanciare i consumi». Così il segretario confederale della Cgil, Elena Lattuada, sulla decisione del Governo di ridimensionare i benefici relativi alla detassazione del salario di produttività. «Una scelta miope da parte del Governo - accusa - anche perché andrà ad incidere pesantemente sul reddito di quei lavoratori che hanno beneficiato degli sgravi mentre, parallelamente, i salari continuano a non reggere il passo con l'aumento del costo della vita». Lattuada osserva che «sarebbe opportuno rivedere questo provvedimento, cercando soprattutto di premiare quelle prestazioni che richiedono grandi e gravosi sacrifici da parte dei lavoratori»