Serve chiarezza sullo stato reale della situazione delle Ferrovie dello Stato, soprattutto serve che a pagare la ristrutturazione non siano i lavoratori. A dirlo sono i sindacati Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Fast Ferrovie, Ugl A.F. e Orsa Ferrovie. in una lettera inviata al presidente e amministratore delegato di Ferrovie Elio Catania. 'In più occasioni - si legge nella lettera - il sindacato ha espresso preoccupazione per la situazione in Ferrovie e chiesto, anche attraverso richieste formalizzate con lettere unitarie, che venissero rese note le azioni intese a far uscire l'azienda da una crisi che appare sempre più grave. I dati relativi ai bilanci, che sono stati anticipati ai mezzi di informazione presentano una situazione di grandissima preoccupazione per il futuro dell'azienda e dei lavoratori. Quanto è stato reso noto relativamente al bilancio consuntivo 2005 e al previsionale 2006 conferma l'allarme per un futuro pesantemente condizionato da questo stato di cose. Appare evidente come l'assenza di interventi tempestivi, la mancata messa in atto di piani industriali in grado di invertire la tendenza negativa, hanno progressivamente aggravato la situazione'. Prosegue la missiva: 'Sono ormai trascorsi molti mesi dalle promesse dei piani di sviluppo di cui al sindacato erano state comunicate generiche linee di indirizzo. Le stesse cose erano state dette ai giornali. Oggi, i conti stanno purtroppo facendo giustizia di un ottimismo non sostenuto da adeguati piani industriali e dal sostegno dei necessari investimenti. Sulla situazione già precaria è intervenuta l'ultima Legge Finanziaria che ha tagliato le risorse per gli investimenti e i trasferimenti in conto esercizio, con un aggravio esorbitante sul bilancio del 2006. Davanti a questa azione distruttiva del governo il gruppo Ferrovie ha accettato in silenzio, con un sostegno subalterno che lascerà il segno sul futuro di Ferrovie. Il sindacato ha denunciato la gravità delle legge, ha rivendicato piani di investimento e di sviluppo in grado di superare la crisi, ha dichiarato la disponibilità a fare la propria parte nell'ambito di un piano di impresa credibile e finalmente reso noto. Non c'è stato nulla di tutto questo, le poche occasioni di incontro sono rimaste nell'ambito di una comunicazione aziendale che non ha mai registrato le proposte e le richieste sindacali'.