Fino al 22 marzo 2013, nel corso della lunga vertenza contrattuale, ne avevamo contati ben nove: 9 maggio 2008 (4 ore); 7 luglio 2008 (24 ore); 10 novembre 2008 (24 ore); 19 febbraio 2010 (4 ore); 9 luglio 2010 (24 ore); 22 luglio 2011 (24 ore); 15 dicembre 2011 (24 ore); 20 luglio 2012 (4 ore); 2 ottobre 2012 (24 ore). Sono gli scioperi che gli autoferrotranvieri hanno messo in piedi, alcuni dei quali insieme ai ferrovieri prima che le strade si separassero per esclusive responsabilità di Asstra ed Anav.
GLI AUTOFERROTRANVIERI NON MOLLANO NEMMENO AL DECIMO! - Tutti scioperi pienamente riusciti con percentuali di adesione elevate che non sono mai scese sotto la soglia del 90% a dimostrazione di una categoria che è in grado di conservare unità e compattezza anche di fronte ad un momento di crisi nel quale dover tagliare ulteriormente un salario già di per se basso e soprattutto fermo dal 2009, non è affatto semplice. Eppure anche di fronte al decimo sciopero e all'ennesima chiamata dei sindacati, gli autoferrotranvieri hanno risposto come sempre, rientrando gli autobus nelle rimesse e fermando tram e metropolitane come a voler dire "non molliamo nemmeno al decimo". Perché in un paese civile e in una nazione che si definisce orgogliosamente europea, questa vicenda che ha dell'incredibile, dovrà trovare necessariamente una via d'uscita attraverso il riconoscimento di un contratto che i lavoratori attendono dal 2007.
SEGNALI DI APERTURA DALLE AZIENDE. PANETTONI (ASSTRA) «DISPONIBILI A RIMBOCCARCI LE MANICHE» I SINDACATI: «VEDREMO, FINO AD ORA NON È SEMBRATO COSÌ» - «Noi dichiariamo fin da ora la nostra disponibilità a rimboccarci di nuovo le maniche e trovare una soluzione per il contratto dei 116.000 autoferrotranvieri, ma per i miracoli non siamo ancora attrezzati». La dichiarazione a caldo nel giorno dello sciopero e nell'ennesimo venerdì nero per i tanti pendolari che avrebbero diritto a quella mobilità non a caso richiamata nella nostra Costituzione, e' del Presidente di Asstra Marcello Panettoni. Non è mancata l'immediata replica dei sindacati alla nuova apertura delle associazioni datoriali - «Siamo sempre pronti al negoziato - ha dichiariato Alessandro Rocchi Segretario della Filt Cgil - ma Asstra deve venire al tavolo con l'intenzione di fare il contratto, cosa che in questi lunghi anni in realtà non c'è mai stata».
SEGNALI DI APERTURA DALLE AZIENDE. PANETTONI (ASSTRA) «DISPONIBILI A RIMBOCCARCI LE MANICHE» I SINDACATI: «VEDREMO, FINO AD ORA NON È SEMBRATO COSÌ» - «Noi dichiariamo fin da ora la nostra disponibilità a rimboccarci di nuovo le maniche e trovare una soluzione per il contratto dei 116.000 autoferrotranvieri, ma per i miracoli non siamo ancora attrezzati». La dichiarazione a caldo nel giorno dello sciopero e nell'ennesimo venerdì nero per i tanti pendolari che avrebbero diritto a quella mobilità non a caso richiamata nella nostra Costituzione, e' del Presidente di Asstra Marcello Panettoni. Non è mancata l'immediata replica dei sindacati alla nuova apertura delle associazioni datoriali - «Siamo sempre pronti al negoziato - ha dichiariato Alessandro Rocchi Segretario della Filt Cgil - ma Asstra deve venire al tavolo con l'intenzione di fare il contratto, cosa che in questi lunghi anni in realtà non c'è mai stata».
IL COMUNICATO UNITARIO DEI SINDACATI - Venerdì 22 marzo le lavoratrici e i lavoratori del Trasporto Pubblico Locale hanno effettuato il 10° sciopero nazionale a sostegno della vertenza per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro scaduto il 31 dicembre 2007 e non ancora rinnovato, ma soprattutto a difesa del ruolo sociale della mobilità pubblica fortemente messo in discussione dalla incertezza e insufficienza delle risorse finanziarie ad oggi stanziate.
L’adesione è stata compatta, in molte realtà ha sfiorato il cento per cento e i servizi al di fuori delle fasce orarie di garanzia sono stati fermi. I servizi minimi sono stati garantiti e gli utenti, a cui vanno le nostre scuse, hanno sopportato con pazienza e civiltà solidarizzando con i lavoratori in sciopero. Questo risultato non era affatto scontato!
Infatti, più di una voce in maniera strumentale, poneva l’accento sull’inefficacia di uno sciopero svolto in assenza di un Governo pienamente in carica. Qualche altro ne lamentava invece la insufficienza pronosticando scenari disastrosi di proteste spontanee incontrollate. Se lo sciopero è riuscito dobbiamo ringraziare le lavoratrici e i lavoratori che hanno confermato, ancora una volta, fiducia al Sindacato, riconoscendo il lavoro assiduo e costante dei delegati e dei quadri in un contesto difficile e complicato.
Grazie a questo prezioso contributo è stato possibile spiegare e fare comprendere a lavoratori e cittadini che la protesta è finalizzata alla difesa della quantità e qualità dei servizi di trasporto locale, dei posti di lavoro e , infine, della tutela dei diritti legati al rinnovo del CCNL e alla contrattazione di secondo livello. Nei prossimi giorni saranno definite le ulteriori iniziative sindacali a sostegno della vertenza per far emergere le irresponsabilità delle Regioni e delle associazioni datoriali ASSTRA ed ANAV.
Occorre risolvere le problematiche relative al finanziamento del settore superate, solo in parte, dall'istituzione del nuovo Fondo nazionale, il quale prevede per le Regioni a Statuto ordinario, il vincolo di destinazione delle risorse al Tpl. Risultano infatti ancora incerte le risorse del Fondo perequativo storicamente attribuite al settore (1.450 milioni di euro), in quanto le stesse Regioni, ad oggi, non ne hanno assicurato la destinazione.
Il rinnovo del CCNL di categoria, nell’ambito del nuovo CCNL della Mobilità, non è più rinviabile con gli aumenti economici e la realizzazione degli ammortizzatori sociali, per dare alle lavoratrici, ai lavoratori e all’insieme del settore l’indispensabile strumentazione contrattuale necessaria ad affrontare, con tutele adeguate, il riassetto del Trasporto Pubblico Locale e delineare una prospettiva positiva.