Appena un mese fa la Filt Cgil Abruzzo, rompendo quel tentativo di omertà e di offuscamento sulle reali e drammatiche condizioni in cui versa l’azienda regionale di trasporti Arpa Spa (un patrimonio della regione nel quale lavorano oltre mille dipendenti considerato l’indotto, dove si effettuano quasi 27 milioni di Km su tutto il territorio abruzzese e dove gli introiti superano i 23 milioni di euro), ha pubblicamente denunciato una condizione davvero allarmante, puntando il dito e chiedendo espressamente la testa di coloro che hanno determinato in questi anni, attraverso scelte manageriali discutibili, l’affossamento della società ovvero il Presidente Massimo Cirulli e il suo Cda, il Direttore Generale Michele Valentini e il Collegio Sindacale presieduto da Giuseppe Gagliardi.
LE RESPONSABILITA’ DEL MANAGEMENT SONO INEQUIVOCABILI E LAMPANTI – Quando una Società per azioni, pur in presenza di elementi economici assolutamente favorevoli quali la sensibile riduzione della forza lavoro e del costo del lavoro e un consistente aumento degli introiti derivanti dai titoli di viaggio venduti, chiude per ben tre anni di fila il proprio bilancio con pesanti perdite per oltre 10 milioni di euro e che superano perfino lo stesso Capitale sociale, non ci sono scuse che tengono. Quella stessa politica regionale che quattro anni fa decise di nominare senza alcuna incertezza Presidente, Vice presidente, Consiglieri e Direttori perché in possesso, almeno teoricamente, di quelle credenziali e di quei titoli necessari ad amministrare la più grande e importante azienda abruzzese di trasporto locale, con altrettanta celerità e determinatezza, dovrebbe prendere atto delle inequivocabili e lampanti responsabilità manageriali che hanno determinato la grave crisi economica/finanziaria dell’Arpa, procedendo pertanto alla loro immediata rimozione.
NESSUNA REPLICA O SMENTITA ALLE PESANTI ACCUSE DELLA FILT CGIL – Di fronte ad un’iniziativa alquanto roboante messa in atto un mese fa dalla Filt Cgil Abruzzo e nella quale sono state chieste espressamente le dimissioni dei vertici aziendali, rendendo pubblici in maniera dettagliata numeri, provvedimenti, circostanze, episodi ma anche precise estrapolazioni dai bilanci ufficiali, ci saremmo aspettati se non proprio delle smentite (abbastanza difficili da sostenere) ma quanto meno dei vani tentativi per tentare di giustificare una simile disfatta. Invece non è successo assolutamente nulla. L’ordine di scuderia è stato abbastanza preciso: nessuna reazione ma solo tacere e aspettare che passi la bufera. Nel frattempo si sta permettendo a questi signori di continuare a perseverare nei propri errori, producendo diseconomie per l’azienda attraverso l’indebitamento per l’acquisto di autobus e infrastrutture, le esternalizzazioni delle attività manutentive, la pessima gestione della Società Sistema, gli inaccettabili premi in denaro riconosciuti ai dirigenti che amministrano un’azienda sull’orlo del fallimento e questo solo per fare alcuni esempi.
L’OMERTA’ DELL’AZIENDA ALLE RICHIESTE DI CHIARIMENTI AVANZATE DAL SINDACATO – Nemmeno in occasione di una riunione ufficiale fissata per esperire la prima fase delle procedure previste in caso di stato di agitazione del personale e quindi in un contesto riservato e lontano dal clamore della stampa, i vertici di Arpa hanno preferito non sbottonarsi rispetto alle tante richieste di chiarimenti avanzate dalla Filt Cgil sulle motivazioni che hanno portato l’Arpa a chiudere gli ultimi tre esercizi con pesanti ed incomprensibili passivi oltre che ad indebitarsi su livelli altisonanti ampiamente noti. Peraltro sul fronte indebitamento abbiamo scoperto di recente che tra i tanti creditori che bussano alle casse dell’Arpa, vi sarebbe anche la stessa Gtm di Pescara, in trepidante attesa, ormai da diversi mesi, di ricevere il corrispettivo dei rifornimenti di metano effettuati sugli autobus di proprietà della Società Arpa.
LA CRISI DELL’ARPA E’ ALQUANTO SERIA E LA FILT CGIL NE E’ ASSOLUTAMENTE CONSAPEVOLE – Utilizzato un mese tradizionalmente vacanziero quale quello di Agosto, abbiamo girato in lungo e in largo tutte le sette sedi territoriali Abruzzesi di cui dispone l’Arpa incontrando centinaia di lavoratori dell’azienda, spiegando loro le motivazioni che ci inducano a ritenere che la crisi dell’Arpa non possa e non debba essere sottovalutata. L’attenzione riscontrata tra i lavoratori è stata notevole così come il consenso per l’iniziativa della Filt Cgil di proclamare lo stato di agitazione del personale. Dopo l’esito negativo scaturito dal confronto con l’azienda tenutosi lo scorso 24 luglio 2013, la procedura di raffreddamento va avanti con la richiesta di incontro avanzata al Prefetto di Chieti e che abbiamo provveduto ad inoltrare in data odierna. Ci attendiamo un confronto istituzionale che veda la presenza anche della stessa Regione Abruzzo alla quale chiederemo i motivi per i quali si sta cercando di affossare la più importante azienda regionale di trasporto.
Dietro l’angolo c’è forse un bel regalo per i privati?
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