Il Segretario della Cgil Guglielmo Epifani in una lunga intervista disponibile su Repubblica Tv ha affrontato temi di estrema attualità quali lo scalone, le pensioni basse, i diritti dei precari e dei lavoratori. In studio il leader della Cgil è stato intervistato da Paolo Garimberti, Edoardo Buffoni e dal vicedirettore di Repubblica Massimo Giannini. Naturalmente nei 60 minuti di dibattito arricchito anche dalle domande rivolte dai lettori, non sono mancati i riferimenti ai recenti contrasti avuti con l'ex direttore di Repubblica Eugenio Scalfari che nell'editoriale apparso sul quotidiano di qualche giorno fa, ha accusato il sindacato di corporativismo e, soprattutto, di aver raggiunto un accordo con il ministro Maroni sullo scalone e sulla revisione dei coefficienti. «Noi, la Cgil, - ha contrattaccato Epifani - stiamo gestendo due decisioni prese e poi posticipate negli effetti dal governo di centrodestra. Furone due polpette avvelenate: La prima è stato il passaggio da 57 a 60 anni, deciso per mettere d'accordo due anime dell'allora maggioranza di centrodestra, e che avrebbe avuto effetto dopo anni, cioè ora. La seconda polpetta avvelenata riguarda i coefficienti: Anche questi furono decisi allora ma ritardati ad oggi per l'entrata in vigore».
Intanto sulle pensioni si attende la prima mossa annunciata da Prodi. «Entriamo nella settimana decisiva - ha sostenuto Epifani - Prodi ha dovuto correttamente riservarsi l'esercizio di una proposta, stiamo aspettando che l'avanzi. Non possiamo immaginare un negoziato che si concluda con le aziende in ferie. L'incertezza rappresenta la peggiore delle soluzioni. Spero che Prodi si esprima e ci metta in condizione di fare un accordo. Tocca a lui avanzare la proposta, la più vicina possibile alle posizioni del sindacato. Nel farla deve decidere se serve per fare un accordo. Aspettiamo serenamente - ha concluso Epifani -. Se la proposta presenterà ancora delle criticità continueremo il confronto per fare cambiare la posizione al governo. Siamo responsabili, ma anche affezionati alle nostre opinioni».