FILT/CGIL FIT/CISL UILTRASPORTI FAST Ferrovie UGL A.F. Orsa Ferrovie
Segreterie Nazionali
(30 maggio 2006)
Ferrovie:
Il Paese e i lavoratori non devono pagare
il conto del disastro al posto di chi lo ha prodotto
Dopo tanto silenzio da parte dei vertici aziendali finalmente la verità inizia a venir fuori.
La scadenza del bilancio impone di esporre i dati dei conti e questi confermano il disastro annunciato.
Per troppo tempo l’Amministratore Delegato del Gruppo ha nascosto la gravità della situazione, tentando di coprire con messaggi rassicuranti e ottimistici la realtà delle cose.
Le organizzazioni sindacali hanno chiesto, con iniziative unitarie che hanno visto la mobilitazione della categoria e iniziative di lotta, che FS rendesse note le azioni intese a correggere una situazione che si evidenziava sempre più preoccupante.
I piani di sviluppo, generici e mai supportati da credibili piani industriali, sono rimasti senza seguito e non c’è stata azione in grado di invertire le tendenze negative.
Il sindacato, con l’Assemblea nazionale delle RSU di Roma dell’inizio 2005 (Ambra Jovinelli) aveva denunciato il degrado e chiesto ai vertici del Gruppo risposte sui piani industriali e sulla sicurezza.
A distanza di più di un anno si è dovuto registrare un progressivo peggioramento, considerata l’inconsistenza delle azioni messe in atto da FS.
La crisi produttiva di Trenitalia è esplosa in tutta la sua drammaticità nei mesi scorsi, mettendo in evidenza l’incapacità di superare le gravi difficoltà con adeguati piani industriali in grado di dare una risposta alla clientela che chiede un servizio ferroviario capace di rispondere alle necessità e alle attese del Paese.
Quanto avvenuto nel Gruppo FS e nel trasporto ferroviario origina anche dall’assoluta mancanza di programmazione in materia di trasporti che ha caratterizzato il Governo del Paese negli anni scorsi. È mancata una politica dei trasporti in grado di sviluppare il ruolo del trasporto ferroviario come fattore di sviluppo e di riequilibrio modale. Le liberalizzazioni sono state accelerate in mancanza di un quadro normativo in grado di equilibrare i rapporti tra le aziende concorrenti all’impresa pubblica e non sono state messe in atto le regole per la tutela del lavoro (clausola sociale).
La situazione, già precaria, è stata molto aggravata dai tagli predisposti dall’ultima Legge Finanziaria che ha introdotto tagli pesantissimi alle risorse destinate agli investimenti (circa 10 mld di euro per il prossimo biennio) e ridotto i trasferimenti in conto esercizio di 580 mln di euro.
Quanto messo in atto con la legge finanziaria dal Governo e dal Parlamento negli ultimi mesi del 2005, è stato denunciato con forza dal sindacato di categoria e dalle organizzazioni confederali per i loro effetti devastanti sul futuro dell’azienda.
Le decisioni del Governo sulle Ferrovie sono state accolte dal silenzio dei vertici aziendali e da dichiarazioni di incredibile sostegno alle scelte che si andavano assumendo.
Abbiamo sentito dire dall’Amministratore Delegato che FS avrebbe fatto fronte con risorse proprie ai tagli predisposti dal Governo!
Oggi con i bilanci del Gruppo, che si annunciano in forte perdita, si dimostra la gravità di quei comportamenti: l’Azienda non è stata difesa quando si stavano compiendo scelte pesantissime per il futuro del Gruppo.
Per quanto FS ha anticipato ad alcuni organi di stampa, il CdA del 26 maggio dovrebbe registrare un bilancio consuntivo per il 2005 superiore a 600 mln di euro di deficit e un previsionale per il 2006 che non dovrebbe discostarsi molto dai 1500 mln di deficit.
Sono cifre che rappresentano il disastro nel quale il Gruppo è stato condotto negli ultimi anni.
Al gravissimo problema dei conti non fa certo elemento di compensazione la qualità del servizio offerto che continua ad essere insufficiente per puntualità e regolarità e con una offerta quantitativa molto carente.
Si fanno meno treni con qualità insufficiente.
Questo stato di cose deve cambiare, bisogna fermare il degrado ed evitare la crisi incontrollata dell’intero Gruppo.
Non vogliamo pagare il conto di una gestione fallimentare: non devono pagare i lavoratori e il Paese non può sopportare ulteriormente un trasporto ferroviario che non è in grado di assicurare efficienza e qualità del servizio.
I rischi per il futuro sono molto elevati e sono necessari interventi e correzioni che segnino una profonda discontinuità con l’attuale gestione.
Al Governo chiediamo che il trasporto ferroviario ritorni ad essere riconosciuto come elemento fondamentale per lo sviluppo e per il riequilibrio del sistema dei trasporti nel nostro Paese.
Per fare questo occorre che l’azienda FS sia messa in condizioni di svolgere il suo ruolo fondamentale in un sistema che non può fare a meno di una grande impresa pubblica nazionale.
I lavoratori del Gruppo FS hanno sostenuto, insieme alle loro organizzazioni sindacali, i grandi processi di riorganizzazione che hanno interessato il Gruppo con l’obiettivo condiviso di favorire i processi di risanamento e di sviluppo necessari per realizzare un sistema di trasporto ferroviario in grado di rispondere alle necessità del Paese e alle richieste dei cittadini.
Negli ultimi anni le azioni del Governo, congiunte ai gravissimi errori dei vertici aziendali, hanno agito in modo distruttivo portando l’azienda sull’orlo del fallimento, adesso, sotto l’incalzare della crisi nessuno pensi che esistano scorciatoie per risolvere il problema.
Il sindacato e i lavoratori respingeranno con forza qualsiasi ipotesi di uscita dalla crisi che prevedano la messa in discussione di parti fondamentali dell’azienda così come non accetteranno accelerazioni nelle liberalizzazioni che invece hanno bisogno di regole
Per questa ragione non si può pensare di portare ancora una volta il conto ai lavoratori, che hanno fatto sempre la loro parte impegnandosi nel difendere il futuro dell’azienda.
E per le stesse ragioni al Gruppo FS deve essere garantita una prospettiva di sviluppo e di uscita dalla crisi.
In questo senso chiediamo l’impegno di tutti.
Al Governo:
· il ripristino dei piani di investimento sull’Infrastruttura e sull’attrezzatura tecnologica di linee e mezzi di trazione;
· il sostegno al rientro del deficit attraverso il ripristino dei contratti di servizio tagliati dall’ultima legge finanziaria;
· il mantenimento dell’Azienda Integrata e dell’assetto unitario del Gruppo FS;
· regole per la liberalizzazione e clausole sociali (reciprocità e applicazione del contratto delle attività ferroviarie a tutte le imprese del settore);
· ricambio dei vertici che così ampia prova hanno dato delle loro inadeguatezze a gestire l’azienda;
· un piano straordinario per sostenere lo sforzo finanziario relativo all’acquisto del materiale rotabile per rispondere all’esigenza di ammodernamento e di incremento quantitativo per utilizzare la maggiore capacità di far circolare treni che si determinerà con il completamento delle opere sulle linee e sui nodi (anche con il coinvolgimento delle Regioni per quanto riguarda il trasporto locale);
· il riconoscimento del ruolo del trasporto ferroviario in alternativa alle altre modalità ( per viaggiatori e merci) attraverso azioni di incentivi/disincentivi che rafforzino la modalità di trasporto su ferro come elemento centrale di un sistema di mobilità sostenibile;
· la promozione del trasporto merci su rotaia insieme ad un indispensabile sviluppo del sistema logistico;
· una politica tariffaria raccordata a miglioramenti qualitativi;
· una condizione di trattamento omogenea per quanto riguarda i trasferimenti al trasporto regionale tra gomma e ferro;
· la revisione delle condizioni di ripianamento per onere di servizio pubblico che tenga conto delle diverse condizioni nelle quali si svolge il trasporto regionale per densità di popolazione, quantità di servizio sulle linee, ecc. (rapporto costi/ricavi);
Ai vertici aziendali:
· finalmente i piani di impresa in grado di affrontare i gravissimi problemi aperti;
· il riconoscimento del valore del lavoro in una grande azienda di sevizi attraverso la qualificazione delle relazioni sindacali;
· un piano relativo al personale in grado di recuperare la dispersione di professionalità avvenuta con le uscite indiscriminate che hanno prodotto danni consistenti;
· la riorganizzazione delle società del Gruppo, partendo dagli accordi sottoscritti, rientro delle esternalizzazioni che hanno disperso professionalità aziendale senza realizzare miglioramenti nella qualità e regolarità del servizio e nei bilanci aziendali;
· conclusione della vertenza relativa alla sicurezza attraverso il rispetto degli impegni assunti, l’accelerazione dei processi concordati di attrezzatura tecnologica e il ritiro del licenziamento legato alla vertenza.
Il sistema ferroviario e l’azienda FS sono una risorsa per il Paese e una leva essenziale per lo sviluppo economico, per la tutela dell’ambiente e per un sistema dei trasporti più sicuro e meno oneroso per la collettività.
Occorre che Governo, Regioni, Enti locali riprendano il tema della programmazione in materia di trasporti e dentro questo riconoscano il ruolo fondamentale del trasporto ferroviario.
Perché si possa avviare un processo positivo occorre trovare una soluzione alla crisi aziendale, mettere in campo le azioni necessarie e non consentire agli interessi che si muovono intorno al trasporto ferroviario di approfittare delle difficoltà del Gruppo FS realizzando affari a danno del Paese.
Se tutti i soggetti interessati faranno la loro parte, il Sindacato e i lavoratori non si sottrarranno agli impegni derivanti dalla necessità di misurarsi con i problemi aperti, a condizione che le proposte e le richieste che avanziamo facciano parte della discussione che si deve aprire sul trasporto ferroviario e sulla crisi di FS.
In caso contrario le organizzazioni sindacali sono determinate a tutte le forme di mobilitazione e di lotta che si renderanno necessarie per difendere il lavoro e il futuro dell’azienda.
ASSEMBLEA NAZIONALE R.S.U.
· Trasporto Ferroviario: evitare la catastrofe, ricostruire le condizioni di sviluppo
Il Paese e i lavoratori non devono pagare
il conto del disastro al posto di chi lo ha prodotto
30 Maggio 2006
Teatro Italia
Roma – Via Como