La voce di presunti tagli previsti dal piano industriale che il neo Presidente di Alitalia Maurizio Prato presenterà in queste ore al Cda, sta suscitando già vivaci polemiche. Da alcune indiscrezioni trapelate, sembrerebbe che tra le principali linee di intervento da adottare per il risanamento della Compagnia di bandiera, vi sia una riduzione degli organici (si parla di 500/1000 esuberi), una ricapitalizzazione da circa 1,5 miliardi di euro, ed il ridimensionamento dello scalo di Malpensa. Ed è proprio questo ultimo che sta infiammando il dibattito politico. Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, contestando qualsiasi ipotesi di ridimensionamento dello scalo lombardo, parla apertamente di «un piano irrazionale scritto dai sindacati romani destinato a continuare l'agonia dell'azienda. Alitalia - ha proseguito - non è l'unica azienda in agonia ma è sostenuta anche con i soldi dei cittadini e non è una bella cosa. La Lombardia è pronta a utilizzare tutti i poteri che ha sugli aeroporti per tutelare i cittadini. Alitalia non può decidere in totale solitudine» ha concluso Formigoni. La Filt Cgil replica al presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, secondo il quale il piano industriale di Alitalia sarebbe stato ''scritto dai sindacati romani''. «Le aziende - afferma il responsabile per il trasporto aereo della Filt, Mauro Rossi - devono essere capaci di stare sul mercato e Malpensa 2000 non è di Alitalia ma della Sea. Credo che il piano industriale di Alitalia sarà votato a far ripartire la compagnia: se ci riuscirà ci sarà spazio sia per Fiumicino sia per Malpensa. Ma non fare nulla di produttivo non serve a nulla e a nessuno» ha aggiunto il sindacalista.