Domenica 23 settembre i cittadini pescaresi saranno chiamati alle urne per esprimersi sul Put (Piano urbano del traffico) approvato la scorsa estate dall'Amministrazione Comunale. Il Referendum avrà carattere consultivo e sarà il primo caso di democrazia diretta su una questione di carattere locale nella breve storia della citttadina adriatica.
Pur essendo una consultazione non vincolante, è evidente che la posta in gioca è rilevante. Un'eventuale bocciatura del piano traffico partorito dalla Giunta guidata dal Sindaco Luciano D'Alfonso, comporterebbe inevitabilmente una drastica rivisitazione delle scelte adottate ed ipotizzate per affrontare la questione nodale della mobilità a cominciare dalla tanto contestata chiusura della rampa dell'asse attrezzato in uscita su piazza Italia. Il comitato promotore del "sì", presieduto da Nicola De Amicis, alimenta la polemica con il Comune contestando una serie di provvedimenti adottati dall'Amministrazione in vista dell'appuntamento referendario tra i quali: la riduzione del numero degli spazi a disposizione per la propaganda (46 per le elezioni politiche, 18 per il referendum popolare); la composizione delle liste degli scrutatori e dei presidenti; le operazioni di scrutinio delle schede.
In definitiva il Comitato promotore teme possibili brogli che francamente sembrano privi di ogni fondamento anche alla luce del fatto che vi saranno ben 64 plessi a disposizione per la votazione in altrettante scuole cittadine. Anche i dubbi palesati sulla partecipazione alla consultazione, sono pretestuosi in quanto la mancanza del quorum non pregiudicherà assolutamente il risultato finale. E' lo stesso Assessore alla Mobilità Armando Mancini (nella foto) a rispondere a queste accuse «Paura di brogli? È la cosa più ridicola che abbia mai sentito e che qualifica chi lo dice. Pensare che un'amministrazione costruisca meccanismi truffaldini è inammissibile. Se il livello del confronto è questo vuol dire che non si hanno argomenti per sostenere una tesi».