La presenza straordinaria del segretario Generale della Cgil Guglielmo Epifani (nella foto a fianco del Segretario della Cgil aquilana Sandro Giovarruscio) ha caratterizzato la chiusura delle celebrazioni per festeggiare i 100 anni della Camera del Lavoro della Provincia di L'Aquila, tra le più storiche d'Italia e la più antica d'Abruzzo.
Nell'aula magna dell'Università dell'Aquila, gremita di pubblico, Guglielmo Epifani si è soffermato sia sulle questioni locali toccando ad esempio il tema della crisi industriale aquilana che sulle questioni di carattere generale fino ad affrontare la prossima consultazione tra i lavoratori sull'intesa siglata col governo su previdenza, lavoro e competitività
«In questi cento anni- ha detto il segretario generale della Cgil - è avvenuto un processo grandioso di libertà e di emancipazione che non va dissipato. La storia del sindacato all'Aquila e in Abruzzo è una storia di lotte e di sacrifici, come lo è la storia della Cgil in Italia. Quando si pensa che all'inizio del secolo scorso avevano diritto al voto poco più di due milioni di persone su trentotto, e che le donne vi sono state ammesse nel '46, ben si comprende la grandiosità del cambiamento. Ma va detto - ha continuato Epifani- che se è vero che in questi cento anni c'è stata libertà ed emancipazione, è anche vero che le conquiste non sono state mai ottenute in via definitiva, ma che è stato sempre necessario lottare per conservarle».
Sulla crisi industriale aquilana Il Segretario Generale della Cgil è stato categorico «Ci aspettiamo risposte dalle imprese e dal Governo. Negli ultimi 15 anni - ha ricordato Epifani - L'Aquila è stata attraversata, non da sola ma con una parte consistente delle città vicine, da un processo di deindustrializzazione. Soprattutto nel Polo elettronico e informatico abbiamo avuto tante chiusure, tanti posti di lavoro che si sono persi, tante crisi ancora aperte in cerca di soluzione. Ci siamo battuti insieme con i sindacati locali - ha aggiunto il segretario della Cgil - per impedire questo declino industriale perché, per quanto le trasformazioni vadano nel senso del lavoro nei servizi, senza una base industriale di qualità è più difficile dare una prospettiva di lavoro ai giovani. Siamo impegnati in questa opera molto difficile, dalla quale ci aspettiamo anche risposte dalle imprese e dal Governo». Come detto non è mancato il riferimento al referendum che si terra dall'8 al 10 ottobre «Si tratterà di un momento importante della vita democratica, - ha affermato Guglielmo Epifani - una verifica che non veniva fatta da anni e che avverrà nella certezza che alla fine i lavoratori si troveranno d'accordo con le scelte fatte dal sindacato nel loro interesse»