Dopo tanti tentativi fatti di proclamazioni e di puntuali revoche, alla fine ci sono riusciti a portare a termine finalmente un'azione di sciopero, ma sarà stata la scarsa propensione alla lotta alla quale forse non erano più abituati o soprattutto la scarsa credibilità delle loro ragioni alla base della protesta, fatto sta che lo sciopero politico regionale di 4 ore del trasporto pubblico lavoro proclamato da ben tre sigle regionali, sarà ricordato nella storia come uno dei flop più clamorosi. Fino all'ultimo hanno tentato di mascherare un risultato che sin dalle prime battute era apparso chiaramente imbarazzante e che nemmeno il presidio organizzato davanti alla Regione con tanto di dichiarazioni deliranti (Guarda il servizio trasmesso da Rete8), è riuscito di fatto a mitigare. E persino l'apparente "sostegno" manifestato sia da Tua che dall'amministrazione regionale, nel ritardare la pubblica diffusione dei dati ufficiali di adesione allo sciopero, è servito ad evitare un evidente fallimento. Non a caso la Filt Cgil Abruzzo, memore di quanto invece accaduto nel recente passato in cui in una situazione del tutto analoga e per uno sciopero altrettanto politico, sia la Società Tua Spa che la stessa Regione Abruzzo, si precipitavano a comunicare dettagliatamente (leggi l'articolo) - e ancor prima che lo sciopero si concludesse - i dati di adesione diffusi per singola unità di produzione nonché per settore di appartenenza (ma allora a scioperare era la Cgil), ha deciso di rammentare formalmente agli interessati che la diffusione di questi dati risponde a precisi obblighi fissati dalle norme che disciplinano l’esercizio del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali.
"Le amministrazioni o le imprese erogatrici di servizi di cui all’articolo 1 sono tenute a rendere pubblico tempestivamente il numero dei lavoratori che hanno partecipato allo sciopero..." (art.5 Testo coordinato delle leggi 12 giugno 1990, n.146 e 11 aprile 2000, n. 83)
Ma tornando ai numeri impietosi, peraltro assai distanti da quelli raggiunti dalla sola Cgil a settembre o a dicembre dello scorso anno, lo scenario palesato dai dati ufficiali, aldilà di quel misero 17% complessivo, pone in evidenza soprattutto la pressochè inesistente propensione esercitata nei confronti della maggiorparte dei lavoratori che operano non soltanto nella società TUA ma anche nelle restanti aziende pubbliche e private. Se si esclude infatti il risultato assai prevedibile (e ci permettiamo di dire anche assai poco verificabile) di Lanciano che è la patria di quell'operazione scellerata che si chiama Sangritana Spa, la percentuale complessiva di adesione allo sciopero nelle restanti unità di produzione raggiunge appena l'11% (ben al di sotto di 100 dipendenti con poco più di 70 autisti espressione del personale viaggiante aderente allo sciopero). Per non parlare dei dati altresì imbarazzanti registrati nelle singole Unità di produzione: a L'Aquila il dato più clamoroso (zero scioperanti), ma le cose non sono andate meglio a Sulmona (4 scioperanti), a Giulianova (5 scioperanti), ad Avezzano (11 scioperanti) o alla stessa Teramo (14 scioperanti) nonostante il doppio e ambiguo ruolo dei sindacalisti che fanno anche i datori di lavoro.
Lapidario il commento della Cgil Abruzzo che attraverso la segreteria regionale Innocenzi ha dichiarato sinteticamente «A fronte di un'iniziativa del tutto inedita, come quella di indire uno sciopero contro la Cgil e contro un consigliere regionale, la risposta è stata altrettanto inedita: infatti non si è mai riscontrato un simile flop nei risultati di adesione». «Plasticamente», conclude Innocenzi, «i dati dicono che all'Aquila hanno aderito 0 (zero) lavoratori, ad Avezzano 8 (otto) lavoratori, a Sulmona 4 (quattro), a Giulianova 5 (cinque). Credo che la risposta sia molto chiara soprattutto se si tiene conto che, in molti casi, non hanno aderito neanche i rappresentanti sindacali delle sigle che hanno indetto lo sciopero».