L’ironia della sorte ha voluto che proprio mentre la Regione Abruzzo, attraverso il Vice Presidente Giovanni Lolli, si apprestava nuovamente ad annunciare e ribadire la imminente creazione di 8 mila nuove assunzioni su tutto il territorio regionale, si sono nel frattempo consumati e materializzati nel settore dei trasporti ulteriori licenziamenti “targati” Luciano D’Alfonso.
A farne le spese sono 6 dipendenti della società Sistema Srl (azienda partecipata del gruppo Tua) ai quali occorre aggiungere e rammentare peraltro gli ulteriori 54 licenziamenti effettuati nel 2015 dalla stessa società partecipata che si occupava per conto di Tua dei servizi complementari di trasporto quali le attività di pulimento, la vendita/ distribuzione dei titoli di viaggio e il call center.
L’INFAUSTO DESTINO: DA “FILETTO DI LAVORO” A SOCIETA’ DECOTTA E FALLITA – Era il 2014 quando l’allora candidato alla Presidenza della Regione Abruzzo, invitato espressamente dalla Filt Cgil, unitamente agli altri aspiranti al ruolo di Governatore, a pronunciarsi in campagna elettorale sui temi del trasporto e, nello specifico, sul destino degli oltre 100 dipendenti della Società Sistema oggetto di continui sciacallaggi e di tentativi di privatizzazione, ebbe modo di manifestare, in perfetto “stile e modalità D’Alfonsiana”, la propria e personale valutazione:
«Sistema è un “filetto di lavoro”. Se fossimo nella famiglia Agnelli, Giovanni Agnelli darebbe al migliore dei suoi figli un ramo di azienda di questo tipo» - 2014 LE DICHIARAZIONI DI D'ALFONSO IN CAMPAGNA ELETTORALE
Dichiarazioni che fanno il paio con quelle di un altro neo parlamentare, quel Camillo D’Alessandro che fino a poco tempo fa, lanciava improvvide scommesse sul destino dei lavoratori dei trasporti, vantandosi di aver attuato la più imponente riforma del settore senza produrre alcun licenziamento.
TRA FILETTO E SCOMMESSE VI E’ RIMASTO BEN POCO - Di quel “filetto di lavoro” e di quelle incaute scommesse, oggi è rimasto ben poco, a cominciare dai 54 operai oggetto della privatizzazione effettuata nel 2015 e ai quali la Regione non riuscì ad offrire un’alternativa rispetto alla cessione del ramo d’azienda e alla privatizzazione delineata dall’allora Presidente di Arpa Massimo Cirulli. Oggi questi lavoratori che continuano ad assolvere alle attività di pulimento dei mezzi per conto di Tua, vivono una condizione drammatica. Si susseguono infatti continui ritardi nella elargizione degli stipendi, vessazioni e intimidazioni verso i lavoratori soprattutto in talune realtà, il tutto nella indifferenza della società appaltatrice ovvero TUA che con la privatizzazione dei servizi ha presumibilmente fallito su entrambi i fronti, sia sull’abbattimento dei costi (sensibilmente lievitati rispetto al ribasso iniziale con il quale beneficiarono dell’offerta), ma soprattutto rispetto alla qualità del servizio da garantire all’utenza (è sufficiente salire su un mezzo pubblico gestito da TUA per registrare la situazione indecorosa che si pone al cospetto dei viaggiatori).
Per i restanti 46 dipendenti (amministrazione, biglietteria e call center) il destino è stato altrettanto severo e si è consumato negli uffici della Regione Abruzzo nonostante l’apprezzabile impegno mostrato dal Vice Presidente Giovanni Lolli, in veste di Responsabile delle attività produttive e delle Crisi industriali.
Per 40 di essi è stato comunque possibile trovare un reimpiego delle due società TUA e SANGRITANA, ma il prezzo da pagare è stato assai duro: dimezzamento della prestazione lavorativa (19 ore settimanali), azzeramento dell’anzianità maturata presso Sistema (in molti casi equivalente a circa venti anni di servizio), trasferimento per alcuni di essi in una residenza di lavoro diversa da quella anagrafica. Di questi nuovi rapporti di lavoro, sappiamo ancora ben poco anche perché a distanza ormai di circa 10 giorni dalla sottoscrizione, i lavoratori non hanno ancora ricevuto una copia del loro nuovo contratto e non conoscono nemmeno le loro condizioni di impiego. Su questo aspetto ovviamente, la Filt Cgil Abruzzo tornerà ad approfondire nei prossimi giorni
I LICENZIAMENTI E LA BEFFA DEL CALL CENTER - Ancora più pesante è stato il destino di 6 lavoratori rimasti senza lavoro, quasi tutti aventi un’età anagrafica di difficile ricollocazione. Per loro non vi è stata alcuna considerazione e attenzione né da parte delle società regionali né da parte della politica. Quella stessa politica che non ha battuto ciglio nemmeno nel constatare che negli stessi istanti in cui in Regione si consumava la trattativa con il Presidente Lolli per scongiurare il licenziamento collettivo dei 46 dipendenti, la stessa società Regionale, da un lato dichiarava la propria indisponibilità a ricollocare seppur a part time tutti i dipendenti e dall’altro, contestualmente, pubblicava in sordina sul proprio sito web in data 21 giugno 2018 una “procedura negoziale per l’affidamento all’esterno e per la durata di quattro mesi dei servizi di call center (ovvero una delle attività gestite da Sistema): importo a base d’asta euro 39.900 + iva.
Ovviamente tutto rigorosamente “secretato” (alla faccia dell’amministrazione trasparente) , come dimostra la necessità di dover inserire una password per conoscere l’esito di questa trattativa negoziale che come tale ha permesso alla società Tua di “consultare gli operatori economici prescelti”, negoziando con essi le condizioni dell’appalto. Per carità, tutto regolare, compreso il fatto che ad aggiudicarsi l’appalto sia stata un’azienda di Avezzano che opera già nel settore dei call center, così come è normale (ma fino ad un certo punto) che in questa stessa azienda operino i soliti “parenti e amici”.
COME DIRE DALLA FRENTANIA ALLA MARSICA: IL RISULTATO NON CAMBIA!