Data: 13/10/2008
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Cronache
SCONTRO TRA TRAM A MILANO, 23 FERITI - Il Codacons chiede le dimissioni del presidente di Atm Elio Catania. Filt Cgil «Guidare nel traffico impazzito è diventata un'impresa» - SPECIALE MULTIMEDIA - SKYTG24 - Rassegna stampa

MILANO - È di 23 feriti leggeri il bilancio dello scontro tra due tram delle linee 9 e 29/30 avvenuto nella mattina di lunedì alle 9.23, in viale Bligny all'angolo di viale Sabotino. Soprattutto a bordo del tram più vecchio, il 29/30, si è scatenato il panico: le porte non si sono aperte per almeno un minuto e i passeggeri battevano con forza sui vetri. Sotto choc, sono stati poi soccorsi. Immediate le ripercussioni dell'incidente sul traffico in zona, andato subito in tilt.
L'URTO - Il tram della linea 29/30, una delle storiche vetture «Carrelli», è stato colpito quasi frontalmente dall'altro tram, un Sirio di nuova generazione (di colore verde) della linea 9. Le linee interessate dall'incidente sono state servite da autobus-navetta, tra Piazza Cinque Giornate e Porta Ludovica. La circolazione è tornata regolare alle 12.46. I due tram, che erano incastrati uno dentro l'altro, sono stati separati. Il jumbo presentava il parabrezza fortemente incrinato e circa un metro di lamiera all'altezza della cabina del conducente completamente sfondato. Notevoli i danni sul vecchio tram, interamente in ferro: circa quattro metri di lamiere rientrate di quasi un metro, tutti i finestrini corrispondenti completamente distrutti.
LE CAUSE - «Le cause dell'urto tra i due tram possono essere attribuite al malfunzionamento dello scambio o a un errore umano»: questa la valutazione di Roberto Massetti, direttore generale delle operazioni dell'Atm, giunto sul luogo del sinistro intorno alle 11. Secondo una nota dell'azienda, distribuita nel pomeriggio, «i primi test hanno confermato l'efficienza del sistema scambio-semaforo, che tra l'altro è di nuova generazione ed è dotato di tre livelli di sicurezza. Al controllo a vista, si aggiunge infatti un binario per la svolta, che instrada i tram prima dell'incrocio e un semaforo specifico che evidenzia ai conducenti il senso di marcia nel quale stanno viaggiando».

IL CODACONS - Il Codacons, intanto, ha chiesto le dimissioni del presidente di Atm Elio Catania. «E' un atto dovuto, per coerenza - afferma l'associazione dei consumatori in una nota -. Se, come ha dichiarato settimana scorsa, i guasti che si verificano sono il prezzo che la città e l'azienda pagano per 10 anni di mancati investimenti nell'ammodernamento delle infrastrutture, questo significa che per Catania è normale ed inevitabile che prossimamente si verifichino altri incidenti. Ma se una rete di trasporto pubblico non è nemmeno in grado di garantire gli standard minimi di sicurezza ai passeggeri, o l'Atm chiude fino a che gli investimenti non produrranno gli effetti desiderati, o cambia presidente».

LA DIFESA DEL SINDACO - Anche per il sindaco di Milano Letizia Moratti lo scontro tra due tram in viale Bligny è in parte frutto dei ritardi negli investimenti degli anni passati, ai quali la nuova gestione di Atm ha fatto fronte con un nuovo piano da 800 milioni di euro. Per questo motivo il primo cittadino ritiene «non corretta» la richiesta di dimissioni dell'attuale presidente dell'azienda Elio Catania, avanzata dal Codacons. «Nell'ultimo piano industriale - ha affermato Letizia Moratti al termine dell'assemblea generale del World Federation of Exchanges - Atm ha stanziato 800 milioni di investimenti, mentre in quelli degli anni passati ce n'erano molti di meno. Atm ha colmato un ritardo e credo che purtroppo questi incidenti si riferiscano anche a un piano di investimento che deve ancora sviluppare nel tempo i suoi effetti positivi». «Ognuno si deve assumere le proprie responsabilità - ha affermato il sindaco - ma credo che in questi casi prima si debbano analizzare le problematiche, poi si decide. Le dimissioni chieste così, senza capire il perchè ci sono state queste criticità, non mi sembrano corrette». «Un conto è agire tempestivamente nell'interesse dei cittadini - ha concluso Moratti -, un conto è emettere giudizi in modo superficiale».

I tranvieri della Atm di Milano appena qualche giorno fa avevano protestato "contro chi vuole scaricare su di loro inefficienze e guasti dovuti da anni di assenza di investimenti sia su nuove linee sia sulla manutenzione delle infrastrutture". In una nota i segretari generali della Filt Lombardia, Nino Cortorillo, e di Milano, Rocco Ungano hanno precisato: "Basta fare il verso a Brunetta, basta parlare di fannulloni per non assumersi la responsabilità di quanto avviene, basta a una deriva politica che strumentalizza i problemi dei cittadini e degli utenti, addossandoli ai lavoratori o usandoli per occupare l'impresa Atm in una battaglia che non ha al centro né gli utenti, né i lavoratori". Conclude la nota: "Se gli errori sono del passato è giunto il momento di affrontare i problemi di oggi e del futuro: servono un progetto e un piano industriale sullo stato delle infrastrutture esistenti, sulla manutenzione necessaria, sui nuovi modelli organizzativi".

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