Il no della Cgil all'accordo quadro sulla riforma del modello contrattuale, ha scatenato l'immediata offensiva dei tanti mass media di proprietà o comunque vicini al Presidente del Consiglio. Il tentativo, peraltro alquanto palese, di isolare le posizioni del primo sindacato italiano, è a buon punto. L'idea che si vuol far passare nell'opinione pubblica e tra i lavoratori è che la posizione della Cgil sia strumentale in quanto non è pensabile che «tutti abbiano torto e solo la Cgil ragione». Peccato che tra i «tutti» ci sia il Governo, Confindustria e alcune Organizzazioni Sindacali che forse hanno dimenticato le buone regole di convivenza ed i principi della Confederalità. Non sorprende, pertanto, la reazione di alcuni quotidiani e network che tuonano contro Epifani, accusandolo di assumere posizioni conservatrici e di "scioperare contro il sindacato".
Il segretario confederale Agostino Megale, intervistato nel corso di una trasmissione televisiva, ha tenuto a precisare come la Cgil non si sarebbe mai permessa di firmare un'intesa sulle regole senza Cisl e Uil. Megale ha pertanto ribadito la necessità di sottoporre l'accordo a referendum tra i lavoratori anche in considerazione degli effetti devastanti che un simile testo provocherebbe sui salari dei lavoratori dipendenti.
Simulando, infatti, l'applicazione della riforma del modello contrattuale ai contratti nazionali degli ultimi quattro anni, tra il 2004 e il 2008, "i lavoratori avrebbero perso in media 1.352 euro, mentre per il sistema delle imprese - sostiene Agostino Megale - ci sarebbe stato un guadagno di 15-16 miliardi". A calcolarlo è , segretario confederale della Cgil.
Ma la risposta di Cisl e Uil alla richiesta di referendum è un secco "no". «Abbiamo firmato un accordo che la Cgil non condivide - ha sostenuto il Segretario della Uil Luigi Angeletti - e vuole che anche i suoi iscritti possano giudicare questa decisione. Va bene solo se è un patto, solo se d'ora in avanti anche i nostri iscritti potranno giudicare le decisioni della Cgil che noi non condividiamo». Ancora più esplicito mil diniego del leader della Cisl Raffaele Bonanni «Non comprendiamo proprio questa richiesta della Cgil - dice il segretario generale della Cisl - il referendum ha un senso ed un valore politico quando si tratta di accordi unitari, mentre in questo caso chi ha sottoscritto l'intesa consulterà i propri iscritti ed i lavoratori».