Con la conferma del segretario generale Guglielmo Epifani e l'elezione del Comitato direttivo, si è concluso il sedicesimo congresso nazionale della Cgil. Il Congresso della Cgil ha anche approvato lo Statuto: votanti 1.013, sì 834, no 121, astenuti 58.
Epifani è stato eletto con voto segreto dal nuovo Comitato direttivo riunito subito dopo la conclusione del XVI Congresso nazionale che si è tenuto a Rimini. Su 156 aventi diritto e 148 votanti, 120 sono stati i sì, 17 i no, tre le schede bianche e otto gli astenuti.
Questo il risultato dell'elezione del Comitato direttivo: Su 1.039 aventi diritto e 1.026 votanti, i sì sono stati 940, 61 i no, 21 gli astenuti, tre schede bianche e una nulla.
L'assemblea si è conclusa senza una ricomposizione unitaria. Il documento politico conclusivo del congresso è stato approvato con 738 voti a favore, 162 contrari e 2 astenuti. Unitario, invece, il voto sul programma fondamentale della Cgil. Il testo, che Bruno Trentin volle in occasione dell'assise del '91, oggi ovviamente rivisto alla luce dei cambiamenti vissuti in questi anni, approvato all'unanimità dalla Commissione politica, ha avuto il via libera dell'assemblea con un solo voto contrario.
Il segretario generale al congresso della Cgil. "Si è aperto con la tragedia in Grecia e si è chiuso con la nottata dell'attacco all'euro". E' "una crisi epocale". Al governo: "Rinunci a smantellare i diritti, ci spieghi la manovra correttiva"
"Avevamo detto che sarebbe stato il congresso della crisi e nella crisi. E guardate quello che è successo: prima lo sciopero e la tragedia in Grecia, oggi una nottata drammatica, durante la quale i capi di governo dell'Unione si sono riuniti d'urgenza per tentare di tamponare una pesante ondata di speculazione finanziaria. La verità è che i fatti sono più forti della propaganda. La situazione è davvero grave e non capisco come si possano sentire oggi quelli che ci hanno imbonito finora". Questo l'attacco delle conclusioni del segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, che ha voluto spiegare i possibili effetti gravi. "Ma quale crisi passeggera? Quanto parla il silenzio di Tremonti e il rumore pesante della manovra correttiva". Epifani ha voluto citare il presidente della Bce Trichet, che ha parlato di una crisi di sistema. Una crisi epocale, che ha tra le sue cause la debolezza della politica nei confronti della speculazione finanziaria. "Perché non hanno fatto prima le cose di cui c'era bisogno? Il cancelliere tedesco ha traccheggiato per troppo tempo ed era chiaro che sarebbe arrivata la speculazione finanziaria. Come si fa a considerare le agenzie di rating delle vestali, quando hanno sbagliato fino ad oggi. Chi le abilita a far questo? Perché i governi lo fanno?" Secondo Epifani per mettere al sicuro l'euro e l'Europa ci vorrebbe un Fondo monetario europeo, un'agenzia di rating europea, bond europei per investimenti europei con intorno le istituzioni. O la crisi di sistema va lasciata a se stessa? Non ci si può rinchiudere negli stati nazione. Ed è chiaro che gli effetti di questa crisi saranno molteplici: Le imprese che vogliono investire avranno più incertezza. E per i fondi pensione? Per l'occupazione? E per la spesa pubblica?
Il governo rinunci allo smantellamento dei diritti
"Non è questione di appelli, è questione di responsabilità. In questa crisi così grave l'elemento comune è l'attacco ai diritti dei lavoratori. Per questo noi chiediamo al governo di fare un gesto di responsabilità sociale. Provare a fermare questo smantellamento del sistema dei diritti che avviene proprio durante questa grave crisi".
"Il ministro Tremonti - ha proseguito Epifani - ha parlato di una manovra tra i 25 e i 30 miliardi. Una manovra che dovrà inevitabilmente avere qualche contenuto. Ma se il governo decide questo, quando si deciderà ad aprire un confronto con noi? Anche perché non è difficile immaginare che la manovra si baserà di nuovo su altri tagli ai trasferimenti agli enti locali, una manovra che avrà inevitabili conseguenze sulle retribuzioni dei pubblici dipendenti, ci saranno altri tagli alla scuola, alla ricerca".
Polemica con Berlusconi
Epifani, oltre a sottolineare l'urgenza di un confronto con le parti sociali in un momento di crisi così pesante, ha polemizzato anche (senza citare il nome) con il premier Berlusconi diventato ora un ministro interinale dello sviluppo economico. "Al centro della nostra attenzione - ha spiegato Epifani - ci deve essere il sistema di istruzione. Non c'è stato un paese al mondo che ha tagliato la ricerca e l'istruzione. Siamo al secondo tempo di una crisi dove il primo tempo non è ancora finito. Ancora riduzione degli stimoli. Per noi non è una sorpresa. Ma noi ci dobbiamo porre il problema di come affrontare questo secondo tempo".
Il conflitto è uno strumento
"Alla Cisl e alla Uil - dice Epifani - va il rispetto della Cgil perché rappresentano milioni di lavoratori. Pretendiamo analogo rispetto per le scelte che abbiamo fatto. Noi dobbiamo avere maggiore senso di responsabilità. I conflitti, la democrazia e la contrattazione sono pezzi di una stessa linea ma il conflitto è una pratica per raggiungere i contratti. Se l'accordo non c'è manca l'essenza del sindacato". "Non abbiamo fatto sconti a Cisl e Uil rispetto alle loro responsabilità - aggiunge - ma dobbiamo assumerci le nostre di responsabilità ed affermare la nostra capacità di stare in campo, naturalmente con rigore. E' giusto che quando la Cisl ci dice che è giunto il momento di riprendere il filo del dialogo, la Cgil risponda: sì, siamo pronti a discutere su tutto da sempre, non da oggi, E quando il segretario della Cisl ci dice: votiamo le Rsu nella scuola, questa né una affermazione importante. E' quello che chiediamo da tanto tempo. Anzi, si tratterebbe di espandere il rinnovo della Rsu a tutto il pubblico impiego".
Contrattazione, dobbiamo uscire dall'angolo
"Non ci divide il giudizio negativo sulla riforma contrattuale che è di tutta la Cgil. Il punto è che abbiamo fatto bene a chiedere alle categorie di fare quello che non ci è riuscito al tavolo confederale. Siamo una forza orgogliosa e non subalterna. Dobbiamo percorre la strada della conquista di ciò che l'accordo separato ha cercato di negarci. L'obiettivo è di conquistare un modello contrattuale, di farci riprendere la capacità di contrattare. Di fronte alla crisi non possiamo affidarci solo ad una linea di resistenza e di difesa. Pur se in condizioni difficili abbiamo il dovere , se c'è un minimo spazio, di muoverci e di sapere cogliere questa opportunità perché dobbiamo uscire dall'angolo".
Epifani: conclusioni congresso, non sono contento
"Il congresso si conclude con un documento che sarà approvato a maggioranza. Non sono contento". E' quanto dice Guglielmo Epifani sulle conclusioni congressuali. E aggiunge: "D'altra parte se ci sono posizioni diverse non possiamo far finta di non vederle. Dobbiamo avere rispetto del pluralismo e vedere le differenze. Ma il Congresso si conclude con un mandato chiaro. Ora, dobbiamo usare l'intelligenza, la capacità me la disponibilità necessarie per per evitare che le divisioni si accentuino e permettere a tutte le strutture di affrontare le difficoltà in un quadro di lealtà reciproca. Abbiamo la capacità di gestire questa situazione". Ma Epifani difende la scelta di proporre una modifica statutaria che rende centrale il giudizio del Direttivo confederale sugli accordi confederali rispetto alle valutazioni delle categorie. "C'è stato un caso recente - osserva -. che ha visto il giudizio di una categoria dopo che il Direttivo nazionale aveva già manifestato la propria opinione. Abbiamo il mandato dei lavoratori e il giudizio sugli accordi deve essere unico, di tutta la Cgil".
Il saluto alla confederazione
Guglielmo Epifani saluta la Cgil, la sua confederazione. In autunno lascerà la guida della sua organizzazione. "Buongiorno Cgil", esclama, citando un passaggio di Umberto Romagnoli. E aggiunge: "Viva la Cgil". Subito prima aveva affermato: "L'elezione della segreteria non deve ritardare troppo e in autunno dovrà essere eletto il segretario generale. Se mi sarà rinnovato il mandato dovremo gestire questa fase e questo mi esime dal rivolgervi il saluto conclusivo. Ma voglio dirvi che per me è stato un grande onore il fatto che mi abbiate conferito il compito di rappresentare la Cgil". Quando si spegne il lungo applauso, Epifani continua: "Vorrei dirvi una seconda cosa: vorrei che non smarrissimo mai la capacità di coltivare e nutrire la speranza per il futuro. Vedete, riflettendo sulla storia della Cgil vi sono state scelte nel passato fatte durante molte fasi difficili. I nostri padri le hanno affrontate con la fedeltà ai nostri valori che non possono essere estirpati. Con la capacità di rinnovarci, di affrontare le difficoltà in mare aperto. La Cgil ha sempre saputo guardare avanti".
(tratto da "Rassegna sindacale")
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Le conclusioni di Epifani
Gianni Rinaldini
Luigi Angeletti
Raffaele Bonanni
Gianni Di Cesare (Cgil Abruzzo)
Oscar Luigi Scalfaro
Don Luigi Ciotti
Le scuse di Epifani a Cisl e Uil
Giorgio Cremaschi