Data: 03/06/2010
Settore:
Economia
MANOVRA, IL TESTO INTEGRALE CON TUTTE LE MISURE PREVISTE - Sottotiro pensioni e stipendi. Pedaggi sui raccordi. Il no della Cgil. Epifani «Una manovra fortemente iniqua» - Preleva il testo integrale della manovra - Multimedia - La conferenza stampa di Epifani

Per la vecchiaia rinvio di sei mesi per tutti
Stretta decisiva sulle uscite. Chi vorrà andare in pensione di vecchiaia non avrà più a disposizione quattro finestre in un anno, ogni tre mesi. E' prevista una finestra "mobile" : si potrà andare in pensione sei mesi dopo averne raggiunto i requisiti. E' una misura che si raffigura come un aumento secco dell'età, di sei mesi per l'appunto.
Per l'anzianità resta in piedi l'ipotesi di ridurre le attuali due finestre ad una sola. I soli esclusi da questa misura sono coloro che hanno già raggiunto i 40 anni di contributi e che manterrebbero inalterati i diritti e potrebbero quindi continuare ad andare in pensione con quattro finestre durante l'anno.

Statali, contratti congelati e stop ai premi. Donne in pensione più tardi
La «stangata» senza alcun dubbio colpirà tutti i dipendenti pubblici attraverso il «congelamento» dei contratti. Misura certa, non più in discussione. In pratica non verranno rinnovati gli accordi triennali 2010-2012. E se mediamente in passato i rinnovi hanno comportato 28 mesi di trattative è facile fare due conti. I contratti potrebbero essere rinnovati nel 2014. In compenso non verrebbe «congelata» l'attuale indennità di vacanza contrattuale. Sospesi, invece, fino al 2013 anche gli scatti di anzianità e gli automatismi di carriera. Per tutte le categorie. Per i dirigenti decurtazione pari al 5% delle retribuzioni per la parte eccedente i 90.000 euro e il 10% per la parte eccedente i 130.000. Notizie non confortanti anche per i tempi della cosiddetta «buonuscita»: secondo la versione più morbida, i tempi si allungherebbero da tre a sei mesi; secondo la versione più dura, arriverebbero a tre anni con pagamento della stessa in due rate. La prima da 25.000 entro un anno, la seconda della stessa cifra entro il secondo anno, il resto negli anni a seguire. Sospese fino a tutto il 2013 le norme sui premi di risultato messe a punto dal ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta.
Le pensioni non saranno toccate. Almeno per quanto riguarda gli importi. Nel senso che gli assegni resteranno tali. Però verrebbero accelerati i tempi per innalzare l'età pensionabile delle donne fino a quella degli uomini. Insomma, per arrivare a 65 anni per tutti. L'idea sarebbe quella di far salire di un anno il requisito anagrafico per le donne ogni 18 mesi anziché ogni due anni. Il risultato finale sarebbe quello di arrivare alla parità assoluta di quota 65 nel 2016.

Pedaggio sui tratti che si collegano alle autostrade
Pedaggio in arrivo per il grande raccordo anulare di Roma. Il ministro Tremonti, confermando le anticipazioni del nostro giornale, ha detto che sarà possibile porre un pedaggio su tratti stradali che connettono con le autostrade. Questo servirebbe a reperire risorse per le infrastrutture ed escludere Anas dal perimetro del bilancio statale. I fondi derivanti dal pagamento del pedaggio del Gra, secondo alcune ipotesi, potrebbero anche andare a finanziare interventi per la mobilità urbana di Roma e, in particolare, per il rifacimento delle rete stradale della Capitale.

Requisiti più severi per invalidi e accompagnamento
Falsi invalidi e indennità di accompagnamento sono nel mirino del governo che ha lavorato ad alcune ipotesi, tutte intese a portare maggior rigore. Una possibilità è che si intervenga sui requisiti per richiedere l'assegno di invalidità: il requisito minimo potrebbe infatti venire alzato dal 74 all'80 per cento di invalidità. Per l'accompagnamento non sarebbe poi del tutto esclusa la possibilità di introdurre un tetto al reddito o, in alternativa, di inasprire i requisiti per ottenerlo. Infine, le Regioni saranno chiamate a partecipare alla spesa per l'accompagnamento tenendo conto del numero di indennità pro-capite regione per regione.

Niente rimborsi per l'Iva pagata sulla Tia. Doccia fredda per i cittadini di Teramo
Nella manovra ci sarà una norma interpretativa per evitare il rimborso a carico dei Comuni e delle società municipalizzate dell'Iva pagata sulla Tia la Tariffa di Igiene Ambientale, che in molti Comuni ha sostituito la Tarsu, la tassa sui rifiuti. La questione della Tia è legata a una sentenza della Corte costituzionale dello scorso anno secondo la quale, essendo la tariffa una tassa, non può essere gravata dall'Iva. I contribuenti potrebbero così chiedere ai gestori delle imposte la restituzione dell'Iva pagata. Si tratta però di una questione complessa e per questo più volte è stato invocato un intervento legislativo. Il ministro dell'Economia ha annunciato una norma che fa chiarezza sulla tassa dei rifiuti e soprattutto che blocca le richieste di rimborso.

Sanatoria in arrivo per le "case fantasma"
Circa 2 milioni di case sono, attualmente, sconosciute al Catasto. Sono le cosiddette "case fantasma" che si potranno sanare con il pagamento di sanzioni ridotte ad un terzo. Per aderire alla sanatoria bisognerà presentare una dichiarazione di aggiornamento catastale. In questo modo però si rischia di regolarizzare anche gli abusi. A chi non si mette in regola l'Agenzia del Territorio, in base alle fotografie scattate dagli aerei, applicherà una rendita presunta anche in maniera retroattiva.

Giudizio sospeso sul ticket ma potrebbero introdurlo le Regioni
Nuove misure per il controllo della spesa farmaceutica: recupero degli extra sconti praticati dai grossisti ai farmacisti; riduzione della distribuzione ospedaliera di farmaci; gara Aifa per l'individuazione delle specialità erogabili come farmaci equivalenti in numero non superiore a 4 per specialità.
Sembra essere tramontata l'introduzione di un nuovo ticket sulle prestazioni sanitarie specialistiche anche se non è da escludere che le Regioni possano introdurlo successivamente.
Proseguiranno i piani di rientro delle Regioni riguardo alla spesa sanitaria ma è in ballo la sospensione delle azioni esecutive nei confronti di quelle amministrazioni che sono state commissariate fino a fine anno.

Stipendio ridotto del 10% a ministri e sottosegretari
Gli stipendi di ministri e sottosegretari non parlamentari saranno ridotti del 10% ma solo per la parte eccedente gli 80.000 euro l'anno. La cifra recuperata andrà a finanziare la Cig. L'austerità colpisce anche i Cda di società pubbliche (-10% per consiglieri e sindaci), consulenze e incarichi non potranno superare il 20% rispetto al 2009.
Senato, Camera, Corte Costituzionale e organi costituzionali (con estensione alle Authority) dovranno decidere autonomamente i tagli alle spese.

Scure anche su Regioni ed enti locali Ai Comuni il 33% delle tasse recuperate
Regioni ed enti locali dovranno, anche loro, sopportare dei sacrifici. Il che significa che dovranno tagliare circa 4,4 miliardi a regime, nel 2012. La manovra prevede anche una rivisitazione del Patto di stabilità interno e lo sblocco delle entrate locali a partire dal 2012, contestualmente all'entrata in vigore del federalismo fiscale. Ai Comuni saranno restituiti circa 500 milioni sul 2010.
Aumenta inoltre l'incentivo pensato per coinvolgere i Comuni nella lotta all'evasione. Il 33% del maggior gettito dei tributi statali, che sarà riscosso a titolo definitivo dall'attività svolta dagli enti locali, dovrebbe finire nelle casse dei Comuni.

Tagli del 10% ai ministeri. Via gli enti inutili
Tagli lineari del 10% per tutti i ministeri. L'intenzione è di ridurre le dotazioni finanziarie per le spese relative al 2011-2013. Dal taglio verrebbero però esclusi alcuni settori ritenuti incomprimibili come il fondo ordinario delle università, le risorse per la ricerca e le risorse destinate al finanziamento del 5 per mille della dichiarazione dei redditi.
Il giro di vite non potrà non riguardare la spesa per le auto blu: acquisto e noleggio non potranno superare l'80% di quanto speso nel 2009. Infine, saranno soppressi alcuni enti: Ipsema, Ispel, Ipost confluiranno nell'Inail e Inps. Scompaiono anche Isae e Ice che vengono assorbiti dai rispettivi ministeri.

In arrivo il redditometro e la fattura "telematica"
Stretta sulla lotta all'evasione. Il governo conta di intervenire con il nuovo redditometro, ma non solo. Verrebbe infatti introdotta una novità assoluta, la fattura telematica, per transazioni superiori ai 3.000 euro. Si tratterebbe inizialmente di una misura sperimentale avviata solo per alcune categorie con l'invio della fattura, per via telematica, agli archivi del fisco.
Anche per le compensazioni Iva verrebbe introdotta più severità. Per poterne beneficiare servirà la certificazione di un professionista che se ne assumerà la responsabilità davanti al fisco. In discussione fino all'ultimo è stata la revisione della «tracciabilità» per i pagamenti in contanti. L'intenzione è di ridurre la soglia di 12.500 euro oggi in vigore ma non è certo se si scenderà a 7 o 5 mila euro o se resterà invariata.

Via l'Irap per le nuove imprese che aprono al Sud
Irap sostitutiva per le nuove imprese che aprono nelle regioni del Sud. La facoltà è prevista per le imprese che saranno avviate dopo l'entrata in vigore del decreto sulla manovra 2011-2012, che potranno essere assoggettate a un tributo diverso dall'attuale Irap, fino all'azzeramento della tassa regionale.
L'esenzione verebbe collegata al federalismo fiscale e consentirebbe alle Regioni del Sud di rimodulare le detrazioni e le deduzioni fiscali che già operano per le imprese meridionali.

Su stock option e bonus aliquota addizionale del 10%
Giro di vite sulle stock option e bonus dei manager, sulle quali scatterà un'aliquota addizionale del 10% (attualmente sono tassate al 12,5%). La stretta fiscale riservata al settore finanziario - in linea con le decisioni assunte in sede G20 - sarà applicata su quelle remunerazioni che eccedono il triplo della parte fissa della retribuzione. Le stock option sono azioni che vengono conferite ai manager delle società che hanno le possibilità di acquistarle ad un determinato prezzo entro una scadenza prefissata con l'obiettivo di veder crescere il loro valore di mercato.

Solo emergenze ambientali niente gestione dei grandi eventi
Le ordinanze di Protezione civile con cui viene dichiarato lo stato d'emergenza «sono emanate di concerto con il ministero dell'Economia». Nella parte relativa alla riorganizzazione dei poteri del Dipartimento della Protezione Civile, la bozza della manovra prevede che le decisioni siano prese di concerto con il ministero.
Si sottolinea inoltre che le calamità naturali e le catastrofi devono essere fronteggiate con «mezzi e poteri straordinari» solo se si determinano «situazioni di grave rischio per l'integrità della vita, dei beni, degli insediamenti e dell'ambiente». Nel testo vi sarebbe anche la soppressione di quegli articoli delle leggi 401 del 2001 e 42 del 2002 che consentono al Dipartimento la gestione dei grandi eventi, riportando la Protezione civile alla sua naturale struttura originaria. La durata degli stati di emergenze è «definita in stretta correlazione con i tempi necessari per la realizzazione dei primi, indispensabili, interventi».


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