Data: 07/06/2010
Settore:
Previdenza
LA MANOVRA ATTACCA LE PENSIONI, PENALIZZAZIONI ANCHE CON 40 ANNI DI CONTRIBUTI - Si dovrà lavorare un anno in più e senza benefici sulla pensione - Rassegna stampa - Pensioni: Come funziona oggi

Un attacco così consistente sulle pensioni non si registrava da tempo. Lo scalone "Maroni" a confronto spaventa in misura inferiore. Gli interventi ipotizzati nella manovra economica che hanno come obiettivo la previdenza obbligatoria dei lavoratori dipendenti, prevedono, infatti, forti restrizioni per poter lasciare il mondo del lavoro una volta raggiunto il requisito pensionistico previsto dalla normativa vigente sia per i casi di pensioni di vecchiaia che per quelli di anzianità. Un sistema di finestre cosiddette "mobili" o "a scorrimento" renderà decisamente più ardua l'impresa. Ma vediamo cosa prevede la manovra del Governo contestata dalla Cgil.


PENSIONI DI ANZIANITA' CON 40 ANNI DI CONTRIBUTI
Tutti i lavoratori dipendenti che matureranno 40 anni di contributi , a partire dal 1° gennaio 2011 (se non vi saranno modifiche in Parlamento) andranno in pensione 12 mesi dopo il raggiungimento del requisito.
Cosa ben diversa dalle attuali regole che invece consentono a chi raggiunge 40 anni di contributi entro settembre o entro dicembre, di andare i pensione rispettivamente con la finestra del 1° gennaio o del 1° aprile dell'anno successivo, ovvero dopo appena tre mesi dal raggiungimento del requisito.
Sostanzialmente pur con 40 anni di contributi occorrerà lavorare un anno in più con una consapevolezza che sa davvero di beffa: i contributi versati dopo i 40 anni non faranno lievitare, se non in maniera impercettibile, le pensioni dei lavoratori

PENSIONI DI ANZIANITA' CON IL SISTEMA DELLE QUOTE
Fermo restando, al momento, il vigente sistema delle quote che per il 2011 è pari a 96 (60 anni di età e 36 di contributi oppure 61 anni di età e 35 di contributi) , secondo la manovra economica varata dal Governo, occorrerà lavorare un anno in più dopo il raggiungimento dei suddetti requisiti. Le finestre attualmente in vigore, invece, prevedono per chi raggiunge quota 96 entro il 30 giugno 2011 o entro il 31 dicembre dello stesso anno , la possibilità di andare in pensione rispettivamente il 1° gennaio 2012 o il 1° luglio 2012.

PENSIONI DI VECCHIAIA
Il sistema delle finestre è stato ritoccato anche per le pensioni di vecchiaia i cui tempi di attesa si allungano pertanto di sei-nove mesi rispetto a quanto previsto oggi. Con le attuali regole, infatti, l'attesa si limita ad un periodo che oscilla da un minimo di tre ad un massimo di sei mesi rispetto al raggiungimento dell'età prevista per la pensione di vecchiaia.

PENSIONI DI VECCHIAIA PER LE DONNE DEL PUBBLICO IMPIEGO
L'aumento a 65 anni (dall'attuale 61) dell'età pensionabile previsto per le donne che operano nel pubblico impiego, sarà operativo nel 2016 e non più nel 2018. Ovviamente anche per queste lavoratrici scatta la finestra mobile e dunque va previsto un'ulteriore anno di lavoro.



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