Il premier chiama in diretta nella parte finale della trasmissione Ballarò dedicata alle misure contenute nella manovra economica. Dopo un vivace ma corretto confronto tra il Ministro dell'Economia Tremonti e il vicedirettore di Repubblica Massimo Giannini che ricordava la frase del premier: «Evadere in Italia è inevitabile» arriva la telefonata di Berlusconi che polemizza con Repubblica e con i sondaggisti e poi butta giù, senza attendere la replica.
«Vorrei dire che il giornalista di Repubblica, Massimo Giannini, ha mentito spudoratamente: da parte mia non c'è mai stato un sostegno all'evasione fiscale", dice il premier. «Sono il primo contribuente d'Italia», scandisce. «Il mio governo ha aumentato gli introiti provenienti dall'evasione fiscale come il ministro Tremonti (ospite in studio, ndr) ha ricordato. Sono cresciuti di più, e questo decreto darà un altro colpo. Quindi - conclude il premier senza attendere la risposta e riattaccando il telefono - è menzogna assoluta dire, come è stato fatto, che io avrei in qualche modo giustificato e sostenuto l'evasione fiscale».
Berlusconi attacca poi i sondaggi di Ballarò sul gradimento degli italiani nei suoi confronti: «Sono sondaggi fasulli, ho in mano un sondaggio di Euromedia che dice che il 62% degli italiani sta col presidente del Consiglio e il mio governo ha un gradimento del 50%. Tanto vi dovevo perché non è accettabile sentire in una Tv di Stato certe menzogne». Subito dopo il premier ha riattaccato 'ripreso' dal conduttore della trasmissione, Giovanni Floris, che ha stigmatizzato il fatto che «ciò che veramente è inaccettabile in una televisione di Stato è che si inizi un dialogo ma poi si insulti e si butti giù il telefono prima che arrivi la risposta».
L'ATTACCO DI BERLUSCONI, LA RISPOSTA DI PAGNONCELLI E GIANNINI 1 (guarda il video)
Ha preso poi la parola Nando Pagnoncelli, dell'Istituto Ipsos: «Noi siamo al di sopra delle parti, siamo perfino quotati in Borsa in Francia: se faccio sondaggi fasulli, vengo subito cacciato. Al presidente del Consiglio chiedo rispetto e dico solo: come giustifica la differenza fra i voti al suo partito e il gradimento che lui sostiene di avere?». E Massimo Giannini ha aggiunto: «Purtroppo il dialogo non è possibile, non mi colpisce l'insulto, noi di Repubblica siamo abituati. Vado al merito: mi dispiace di non aver portato con me i dispacci d'agenzia in cui il presidente del Consiglio giustificava l'evasione fiscale, ma posso confermare le sue parole».
QUANDO IL PREMIER GIUSTIFICAVA GLI EVASORI (guarda il video) 3