Data: 07/09/2011
Settore:
Cgil
SCIOPERO GENERALE: CAMUSSO, MANOVRA INGIUSTA CHE IL PAESE NON SI MERITA - Straordinaria giornata di mobilitazione con 100 piazze gremite di manifestanti. La replica alle critiche di Bonanni: «La Cisl è sull'orlo di una crisi di nervi» - Guarda l'intervista rilasciata a SkyTg24 - Sacconi: «Stralciare l'articolo 8 sui licenziamenti? Non se ne parla proprio» - Quel no responsabile di Cisl e Uil (leggi l'articolo)

"Ci hanno detto che non era il momento di scioperare, ma io rispondo con lo slogan di un'importante manifestazione di febbraio: "se non ora quando?". Sul palco allestito vicino al Colosseo, al termine del grande corteo di Roma, il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso, ha scelto lo slogan della manifestazione delle donne del febbraio scorso per rispondere alle polemiche e agli attacchi di questi giorni, contro lo Sciopero Generale, che ha avuto adesioni impreviste anche tra i lavoratori iscritti a CISL e UIL. "Lo sciopero non è mai irresponsabile", aveva appena spiegato ai giornalisti la leader della CGIL durante il corteo, "ma è uno strumento di difesa delle condizioni dei lavoratori". E non si tratta solo di uno sciopero giusto e giustificato da una manovra completamente sbagliata che avrà ulteriore effetti depressivi. Si tratta, ha precisato Camusso, al contrario di quel che hanno detto i suoi detrattori, di uno sciopero responsabile, vista la gravità della situazione.
"Il Paese è in una situazione molto difficile - ha spiegato Susanna Camusso - e a questo punto, se si fa un passo sbagliato si entra nell'abisso invece di tornare indietro". Bisogna quindi intervenire e intervenire rapidamente. Per questo la CGIL, con il suo Sciopero Generale e con la mobilitazione nazionale, lancia "una contromanovra che ha esattamente gli stessi saldi della manovra economica messa a punto dal governo". Ma con un segno e con obiettivi completamente diversi.
La manovra del governo è assolutamente ingiusta e, come è sempre più evidente in queste ore, totalmente irresponsabile. E' una manovra, come ha detto Camusso, che "il Paese non si merita" e che scarica tutti i pesi della crisi e dei sacrifici sui lavoratori e le classi più deboli. L'ingiustizia della manovra è evidente dai carichi: non paga nulla chi non ha mai pagato e chi ha di più. Al contrario di quello che chiede la CGIL da mesi con le sue proposte sulla nuova tassazione dei grandi patrimoni e delle grandi ricchezze.
Il Segretario Generale della CGIL non ha paura delle parole. E, rispondendo ancora alle accuse di questi giorni, ha voluto precisare che "ancora una volta si è detto che lo sciopero della CGIL è uno sciopero politico. Si, lo è, perché il sindacato ha una funzione alta. Non abbiamo paura di questa parola. Piuttosto ci spaventa l'anti-politica. Abbiamo fatto tante proposte, le cose da fare non mancano. Si potrebbe cominciare con il taglio del vitalizio ai parlamentari. Solo così potremmo scoprire se questa maggioranza fa gli interessi del Paese o solo ed esclusivamente della classe politica eletta".
Susanna Camusso ha ribadito poi l'importanza di tutte le battaglie che la CGIL sta conducendo contro i contenuti della manovra: dalla battaglia in difesa delle Feste civili ("solo ad una mente perversa poteva venire in mente di cancellare tutte quelle feste che costituiscono la nostra storia e i nostri ideali. Il 1 maggio, il 25 aprile e il 2 giugno saranno sempre le nostre feste e non ci rinunceremo per nessuna ragione al mondo"), alla battaglia contro gli attacchi al pubblico impiego e ai diritti di contrattazione, "con l'articolo 8 della manovra non si cancella solo l'articolo 18 ma, con l'introduzione del principio della deroga, si cancella tutto lo statuto dei lavoratori" ha spiegato Camusso durante il suo intervento, che proseguendo ha aggiunto: "è irresponsabile chi dentro la crisi introduce un articolo il cui unico scopo è rendere più facili i licenziamenti". "Se il Ministro Sacconi non stralcia l'articolo 8 sarà ricordato come il peggiore Ministro del Lavoro della storia del nostro paese".
Per quanto riguarda il lavoro pubblico, Susanna Camusso, ha detto che "è sempre nel mirino. C'è una parte di questo paese che è sempre nel mirino: il lavoro pubblico. Il governo non si rende conto che lavoro pubblico significa servizi per i cittadini. Così si attaccano le istituzioni e il senso dello Stato e salta il patto fondamentale tra tutti quelli che pagano le tasse e i servizi che lo Stato fornisce".
E quella famosa lettera della BCE? "Il governo - ha detto oggi Susanna Camusso - non ci ha mai fatto vedere la lettera che gli ha mandato la BCE forse perché tra quelle righe c'era il giudizio sul suo operato e non certo su quello dei lavoratori e dei pensionati di questo paese. Il mondo continua a giudicarci. O meglio continua a giudicare il nostro governo. E il responso è chiaro: inaffidabile. Per questo, un governo che fa male al Paese, se ne deve andare via".
Il Segretario Generale non si è risparmiata neppure nelle risposte ai giornalisti sulle polemiche di questi giorni. E dopo l'apprezzamento delle parole del Presidente della Repubblica Napolitano ("è vero che servono misure più efficaci. Ma bisogna indicare quali. Noi le indichiamo nella tassa sulle grandi ricchezze, nella tassazione dei grandi immobili e nello spostamento del peso (fiscale) verso chi ha pagato molto meno di quello che ha e di chi non ha mai pagato''), e sulle ultime scelte del Pd, ''a me pare che il Pd stia conducendo una sua battaglia, anche in Parlamento, per cambiare la manovra', Susanna Camusso ha risposto agli attacchi di Ferruccio De Bortoli, direttore del Corriere della Sera che aveva definito ricattatorio lo sciopero CGIL: "lo sciopero è un diritto dei lavoratori e non è mai un ricatto. Sono altri che ricattano questo Paese". ''Sono pochi i giornali che oggi non sono usciti: lo prenderemo come monito affinché la prossima volta siano di più''.
E infine una piccola replica al ministro Sacconi che ha subito parlato di fallimento dello sciopero e di scarsa partecipazione alle manifestazioni. "'Avrebbe bisogno di un paio di occhiali - commenta il Segretario Generale della CGIL - ma credo possa anche permettersi una visita oculistica''. Camusso ha esortato Sacconi a fare marcia indietro sulla modifica dell'articolo 8 dello Statuto dei lavoratori altrimenti «passerà alla storia come il peggior ministro della Repubblica» ha tuonato il Segretario della Cgil.

VELENOSA la risposta di Sacconi: «Devo constatare che è un'Italia molto minoritaria quella che sta scioperando - ha commentato a caldo il ministro del Welfare - le adesioni sono bassissime e dire minoritaria è già eccessivo rispetto alla dimensione molto contenuta delle adesioni. Dall'altra parte c'è una grande maggioranza che la pensa diversamente». Più tardi queste stesse parole le ripeterà il segretario della Cisl, Bonanni, ma la Camusso non ha incassato nulla da nessuna parte: «Noi abbiamo chiesto lo stralcio dell'articolo 8, Sacconi ha detto di no e allora noi adotteremo tutte le iniziative possibili per cancellare quella norma».

«Fare uno sciopero è sempre difficile - ha spiegato la Camusso - e in una situazione di crisi lo è ancora di più, ma proprio per questo è una decisione che merita rispetto; a Cisl e Uil - "non fischiate, non fischiate!" ha dovuto dire richiamando la piazza che stava iniziando a rumoreggiare - vorremmo chiedere: ma quando allora si può scioperare? Perché se non c'è mai un momento in cui si può scioperare allora vuol dire che non si è capito cosa sta succedendo a questo Paese; la Cisl è sull'orlo di una crisi di nervi». Ancora Bonanni: «Abbiamo i nervi saldissimi». «E certamente - ha proseguito il leader Cisl - nessun investitore si sentirà rassicurato dopo questo sciopero di stampo greco, che ha avuto scarse adesioni nei posti di lavoro, che non produrrà effetti se non quello di scoraggiare i mercati».

MENO veleno, ma identica sostanza, nella replica di Angeletti: «Se la manovra è sbagliata si combatte per cambiarla, ma non si sciopera, non serve. Le maggioranze si piegano con l'unità dei lavoratori». Ma sono i rapporti tra Cgil e Cisl a risultare sempre più logori. Già lunedì scorso Bonanni aveva definito «demenziale» l'idea di scioperare in questa fase della crisi e la Camusso gli aveva risposto lapidaria: «Lo sciopero non è mai uno strumento irresponsabile».

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