Data: 03/10/2012
Settore:
Filt Cgil
SCIOPERO TPL: ADESIONI ALTISSIME CON PUNTE FINO AL 99% - Filt Cgil: «Pronti al blocco totale di tutti i servizi senza fasce orarie» - Rassegna stampa - Trasporti, non era uno sciopero selvaggio

“Sono state altissime le adesioni su tutto il territorio nazionale allo sciopero di 24 ore degli addetti al trasporto locale”. Lo riferiscono unitariamente Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugltrasporti e Faisa Cisal che hanno proclamato la protesta “per il mancato rinnovo del contratto scaduto nel 2007”. Lo sciopero di ventiquattro ore si è svolto secondo diverse modalità territoriali e nel rispetto della garanzia dei servizi minimi secondo le fasce orarie. A Roma sono rimaste chiuse fino alle 17.30 le due linee della metropolitana, le ferrovie urbane Roma Lido, Termini Giardinetti e Roma Viterbo e fermi il 78% dei bus con punte del 95% nella aziende private. A Milano chiuse fino alle 15 le tre linee della metropolitana e fermi il 75% dei mezzi di superficie; a Napoli circumvesuviana, metropolitane e funicolari si sono fermate fino alle 17 come l’80% dei bus; a Torino non ha circolato il 90% degli autobus; a Genova stop al 98% dei mezzi pubblici urbani; a Venezia fermi circa il 75% dei vaporetti ed a Mestre il 90% dei bus; a Bologna le adesioni si attestano intorno al 95% nella circolazione su gomma; ad Ancona stop al 93% dei mezzi pubblici; fermi la quasi totalità, fino al 99%, dei mezzi pubblici a Bari ed infine stop all’80% dei servizi urbani a Palermo.


«Uno sciopero inevitabile». Così il leader Cgil, Susanna Camusso. «C'è un contratto scaduto dal 2007 sul quale pesa una politica di taglio progressivo delle risorse che penalizza oltre che i lavoratori anche i cittadini», spiega a margine della conferenza organizzativa della Uil. «Si era detto che si ripristinavano le risorse attraverso le accise sulla benzina: il risultato è invece che abbiamo reso difficile la vita di tutti i cittadini e non abbiamo trasferito niente. Ci sono molte ragioni quindi per cui lavoratori e cittadini dicono che così non si più andare avanti», conclude.

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