Data: 15/04/2007
Settore:
Portualità
file allegato: Rassegna stampa - "Il manifesto" del 15 aprile 2007
PORTI E SICUREZZA, ANCORA UN MORTO - Altissima adesione allo sciopero di 24 ore. Martelli(Filt Cgil): «Non é più tollerabile che nel solo porto di Genova, negli ultimi dieci anni, siano morti oltre 30 lavoratori».

I lavoratori portuali hanno risposto immediatamente allo sciopero di 24 ore proclamato dalle organizzazioni sindacali Filt/Cgil, Fit/Cisl e Uiltrasporti per l'intera giornata di sabato 14 aprile a sostegno della sicurezza. La decisione di incrociare le braccia è stata presa dopo che nella mattinata di venerdì, nel porto di Genova, Enrico Formenti, un uomo di 35 anni, coniugato con 2 figli, residente a Righi sulle alture di Genova è morto schiacciato da una balla di cellulosa da due tonnellate. Enrico impegnato a spostare pesanti confezioni con un carrello è stato travolto da una di queste ed è morto poco dopo.
Le adesioni allo sciopero nazionale di tutti i lavoratori dei porti italiani, a sostegno della sicurezza, sono state altissime, superiori all'80%. Il dato è confermato dal segretario nazionale della Filt-Cgil Roberto Martelli secondo il quale la quasi totalità dei porti del Tirreno e dell'Adriatico sono rimasti completamente bloccati. Per il dirigente sindacale «Servono misure di sicurezza adeguate e controlli seri per farle applicare. Non é più tollerabile - conclude Martelli - che nel solo porto di Genova, negli ultimi dieci anni, siano morti oltre 30 lavoratori».

Intanto si registrono reazioni anche dal fronte politico/istituzionale. Il Presidente della Camera Bertinotti ha definito "Giusto lo sciopero". «La politica e le istituzioni raccolgano la protesta che arriva da Genova per l'ennesimo incidente sul lavoro - ha affermato Fausto Bertinotti - Ancora una tragedia e questa volta in un luogo importante della storia grande del mondo del lavoro: il porto di Genova. La reazione immediata con lo sciopero indetto dalle organizzazioni sindacali è una sollecitazione da non lasciare cadere nel vuoto, perchè dice, anche con il sacrificio del proprio salario, che non ci si rassegna a considerare ineludibile, ciò che non lo è. E' necessario che questa protesta venga raccolta e ascoltata dalla politica e dalle istituzioni».

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