Data: 20/01/2014
Settore:
Cgil
RAPPRESENTANZA, IL DIRETTIVO CGIL APPROVA L'ACCORDO - Via libera con 95 voti al testo sottoscritto il 10 gennaio. Tredici voti al documento presentato da Landini - Il testo unico sulla rappresentanza (10/1/2014) - L'accordo sulla rappresentanza (31/5/2013) - Il dispositivo approvato dal Comitato Direttivo Cgil (17/1/2014) - Rassegna stampa

Il comitato direttivo della Cgil ha approvato con 95 voti l'ordine del giorno presentato dalla segreteria nazionale relativo al testo unico sulla rappresentanza sottoscritto lo scorso 10 gennaio. All'Odg presentato dal segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, sono andati 13 voti mentre due sono stati gli astenuti.
Il direttivo – si legge nell’ordine del giorno – “approva il Testo Unico sulla rappresentanza sottoscritto il 10 gennaio 2014 in coerenza con gli accordi 28 giugno 2011 e 31 maggio 2013. L’insieme di queste regole disegna un modello di rappresentanza sindacale trasparente, democratico e fortemente partecipato dall’insieme dei lavoratori e delle lavoratrici.
L’intesa – prosegue il testo - porta a conclusione un processo di riforma che inverte la deriva degli ultimi anni fatta anche di intese separate prive di ogni verifica democratica, di discriminazioni ai tavoli negoziali, di limitazione delle libertà sindacali per chi dissente, e riconferma il valore del Contratto Collettivo Nazionale come garanzia della certezza dei trattamenti economici e normativi comuni per tutti i lavoratori e le lavoratrici del settore ovunque impiegati nel territorio nazionale”.

“L’accordo estende gli spazi di democrazia e di partecipazione alle decisioni:

la rappresentanza di ogni organizzazione sindacale deriverà dalla certificazione, da parte di soggetto terzo, degli iscritti e dei voti ottenuti per le elezioni delle RSU;
le RSU saranno elette da tutti i lavoratori e le lavoratrici col sistema proporzionale puro ed avranno un potere di decisione sulla contrattazione di secondo livello così come definito dal contratto nazionale;
la partecipazione ai tavoli contrattuali sarà un diritto delle singole organizzazioni sindacali derivanti dal peso della reale rappresentanza certificata e non dalla preferenza delle controparti;
i nuovi Contratti Nazionali di Lavoro saranno efficaci ed esigibili solo se avranno il consenso del 50% + 1 della rappresentanza sindacale assieme al 50% +1 del voto dei lavoratori e delle lavoratrici interessati;
i diritti sindacali in capo ad ogni organizzazione non saranno determinati dalla sottoscrizione dei contratti applicati, ma al raggiungimento del 5% di rappresentanza e alla conseguente partecipazione alla trattativa.
Infine, il Testo Unico delimita le clausole di esigibilità che i futuri CCNL dovranno definire rendendole operanti per entrambe le parti”.
“Il Comitato Direttivo impegna l'intera organizzazione a proseguire ed estendere l'iniziativa per allargare l'applicazione di regole democratiche ed esigibili a tutte le controparti datoriali e ad assicurare il pieno coinvolgimento di tutte le nostre strutture nella fase attuativa di quanto pattuito.
La sottoscrizione delle nuove regole, unitamente al pronunciamento della Corte Costituzionale, può realmente determinare le condizioni per la Legge su democrazia e rappresentanza dando forza e vigore a questi principi ed attuando l’articolo 39 della Costituzione, al fine di determinare l’estensione dell’applicabilità in tutti i luoghi di lavoro e l’erga omnes dei contratti. Il CD – conclude il testo - decide di diffondere e condividere con gli iscritti e le iscritte nelle assemblee congressuali questo dispositivo.”

Landini, Fiom non si sente vincolata
“Se l'accordo sulla rappresentanza non viene sottoposto al voto di tutti i lavoratori o almeno degli iscritti Cgil, la Fiom non si sente vincolata dal voto” e quindi dall'accordo stesso. Questa la posizione espressa dal leader Fiom Maurizio Landini al direttivo della Cgil, che ha approvato il testo sottoscritto il 10 gennaio con 95 voti a favore e due astenuti, mentre 13 voti sono andati all’ordine del giorno critico presentato dallo stesso Landini.

Secondo il segretario generale della Fiom “il modo in cui è stata gestita la vicenda è grave, perché non si mette il direttivo della Cgil di fronte ad un accordo già firmato”. E “finché sono il segretario della Fiom non accetto che qualcuno al mio posto, sulla mia testa, faccia degli accordi senza mettere nelle condizioni gli iscritti e i delegati di poter intervenire”. Tutto questo, è tornato a sostenere, “vuol dire che c'è anche un problema di democrazia nella Cgil, si rende evidente che c'è anche una crisi democratica della Cgil”.

Tratto da "Rassegna sindacale"

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