PESCARA La Regione mette mano alla prima delle società partecipate. L’occasione è l’assemblea degli azionisti dell’Arpa – la più grande società di trasporto pubblica della quale la Regione è appunto principale azionista – dove il consiglio di amministrazione si presenta con un bilancio in perdita di circa 13 milioni e il presidente Massimo Cirulli è dimissionario.
Il primo colpo di scena è che la Regione non intende procedere alla ricapitalizzazione sic et simpliciter così come richiede il presidente dimissionario;
secondo, ha già una rosa di nomi sui cui puntare per il dopo Cirulli, un periodo tecnico per verificare la sussistenza dei crediti vantati dall’Arpa stessa nei confronti della Regione e traghettare quindi la società verso quella new company che dovrebbe assorbire le altre due società di trasporto regionali, la Gtm di Pescara e la Sangritana di Lanciano, in un’unica grande azienda.
E anche i tre nomi costituiscono una sorpresa. Sono il rettore dell’università di Teramo Luciano D’Amico, Filomena Ibello, dirigente regionale e Barbara Morgante, livornese studente a Chieti, laureata a Bologna e stimata manager nel gruppo delle Ferrovie dello Stato. Il futuro presidente Arpa dovrebbe uscire fuori da questa triade di nomi in una prossima assemblea societaria che dev’essere fissata.
Prima però ci sono i conti da affrontare, nell’Arpa così come in tutte le altre società partecipate ed enti strumentali che la Regione intende ridimensionare sia come numero sia quanto a capacità di spesa in un’ottica di efficienza e spending review. Con nuovi manager al comando. L’Arpa è la prima è passare all’esame del governatore Luciano D’Alfonso che non a caso si è tenuto per sé la delega ai Trasporti .
La perdite accumulate – come ha avuto modo di spiegare Cirulli in un recente forum organizzato dal Centro – ammontano a 12,6 milioni di euro ai quali si aggiungono altri 5 di debiti pregressi. L’Arpa ha inserito in bilancio crediti per 16,2 milioni di euro nei confronti della Regione (sua azionista), 4,750 dei quali li ha svalutati lasciando quindi sul conto 12 milioni circa. Che cosa farà la Regione? Può ricapitalizzare così come ha deciso di fare per la Saga (la società di gestione dell’aeroporto d’Abruzzo, 6 milioni di euro), oppure può attingere al capitale sociale per approvare la coperture della perdite. È questa seconda opzione la strada prescelta lasciando in cassa il minimo consentito (315mila euro) per evitare di portare i libri in tribunale. Quindi si passerà alla valutazione dei crediti.
«Una cosa è certa», aggiunge Camillo D’Alessandro dell’ufficio di presidenza della Regione, «è finita l’epoca dei bilanci in cui alla fine deve pagare sempre Pantalone. I nodi della passata amministrazione stanno venendo al pettine, la fase di non governo deve finire e a dircelo è la stessa Corte dei Conti».
E Saga “punta” il dossier Cgil
PESCARA Richieste di accesso agli atti, benché questi fossero pubblici, ricerche ardue su Internet e nei bilanci. Ma alla fine il dossier è arrivato ed ha fatto parlare di sé. Si tratta del quadro sui compensi nelle società di trasporto regionali che è riuscita a mettere su la Filt Cgil del segretario Franco Rolandi per dire: il costo degli organi amministrativi e della dirigenza delle partecipate è di 2 milioni di euro all'anno e che le società hanno adempiuto con ritardo ed in modo parziale alle norme sulla trasparenza amministrativa.
Un quadro dettagliato che non ha mancato di generare commenti, polemiche e richieste di precisazioni da parte dei dirigenti chiamati in ballo (come la Gtm). Di contro il presidente della Saga Lucio Laureti fa rilevare a Rolandi come la sua proposta di ridimensionamento dei costi «poteva essere più opportunamente orientata ad invitare tutti a seguire l'esempio della "virtuosa" società di gestione dell'aeroporto di Pescara». Secondo Laureti gli oneri Saga (dei quali fornisce i dettagli) sono simili «a quelli dell'amministrazione di un condominio». Inoltre ha verificato la situazione di altri aeroporti e ha rilevato che solo quelli di Bologna e Perugia, oltre Pescara, pubblicano alcuni dati parziali sulle retribuzioni».