Data: 24/08/2007
Settore:
Cgil
LA MORTE DI BRUNO TRENTIN. SEGRETARIO DELLA CGIL DAL 1988 AL 1994 - Nel 1993 stipulò con Cisl e Uil lo storico accordo sulla politica dei redditi. Epifani «A lui deve molto l'insieme del movimento dei lavoratori» Multimedia - Intervista a Luciana Castellina (RAINEWS24)

Lutto per la Cgil e per l'intero mondo del lavoro. Dopo un lungo periodo di malattia conseguenza di un trauma cranico subito un anno fa, è morto Bruno Trentin ex Segretario Generale della Cgil nel periodo compreso tra la fine del 1988 ed il 1994 ed esponente di spicco delle battaglie del mondo del lavoro.
Bruno Trentin che il prossimo 19 dicembre avrebbe compiuto 81 anni era nato a Pavie, in Francia. Laureatosi in Giurisprudenza all'università di Pavia, ha poi frequentato la Harvard University. Storico esponente della Resistenza contro il nazifascismo, militò nelle formazioni partigiane di Giustizia e Libertà.
Esponente del Partito Comunista Italiano nel quale ricoprì anche il ruolo di membro del Comitato centrale dal 1960 al 1977, fu eletto parlamentare nel 1962 per poi dimettersi da Deputato e dal Pci per incompatibilità con il suo impegno da sindacalista.
Iniziò il proprio impegno nel sindacato iscrivendosi alla Cgil nel lontano 1949. Nel 1958 nenne eletto vicesegretario. Dal 1962 divenne Segretario generale della Fiom e mantenne l'incarico, assieme a quello di segretario generale della Flm, la Federazione unitaria della metallurgia, fino al 1977, anno in cui divenne segretario confederale della Cgil nazionale.
Trentin fu eletto segretario nazionale della Cgil il 29 novembre del 1988, prendendo il posto che fino ad allora era stato di Antonio Pizzinato. Alla guida del più importante sindacato italiano restò fino al 1994 e fu protagonista insieme a Cisl e Uil dello storico accordo sulla politica dei redditi, stipulato nel 1993.
Il ricordo di Bruno Trentin nelle parole del Segretario Generale della Cgil Guglielmo Epifani: «Alla Cgil lascia una lezione di grande rigore morale, coerenza e autonomia, di attenzione ai valori sociali e di difesa del valore della confederalità. A lui deve molto l'insieme del movimento dei lavoratori».

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