Data: 02/09/2017
Settore:
Cgil Abruzzo
TRASPORTO LOCALE: LA CGIL DICE NO ALLA RIORGANIZZAZIONE VOLUTA DALLA REGIONE E PROCLAMA LO SCIOPERO POLITICO. CESSIONE DEL RAMO D'AZIENDA E DECONTRIBUZIONE DEI SERVIZI MINIMI INTERREGIONALI RAPPRESENTANO UN'OPERAZIONE FOLLE E A SOSTENERLO NON E' SOLO LA FILT CGIL - Rolandi (Filt Cgil) «E' inaccettabile per la Cgil che la Regione abbia deciso di affidare la riorganizzazione e il futuro del trasporto locale proprio a quegli stessi manager che nel recente passato si sono resi artefici di una pessima gestione delle aziende pubbliche e di quelle partecipate». E nel nuovo organigramma di Sangritana Spa spuntano già i primi sindacalisti - La dichiarazione di sciopero per il 15/9 - Rassegna stampa

La Filt Cgil è annoverabile, senza alcun dubbio, tra le sigle sindacali che nel corso degli ultimi anni, si sono rese responsabilmente promotrici ed interpreti, in Abruzzo, di quel processo di riforma del trasporto pubblico locale concretizzatosi nel 2015 e che, oggettivamente costituisce ancora oggi un esempio virtuoso alquanto raro per l’intero settore e, in generale, per il paese.
Questo straordinario risultato che fa da contraltare ad una situazione diametralmente opposta nella quale ci si trovava soltanto poco più di cinque anni fa quando il quotidiano “ilsole24ore” equiparava il sistema trasportistico abruzzese ad un “Poltronificio”, meriterebbe un diverso trattamento ma soprattutto un profondo impegno da parte delle Istituzioni regionali preposte alla programmazione e alla organizzazione dei servizi di trasporto pubblico locale affinché quel processo di riforma possa definitivamente completarsi.

Duole dover constatare invece che questo impegno ma soprattutto l'auspicabile cambio di rotta rispetto alle tristi dinamiche e consuetudini che hanno caratterizzato il passato, è evidentemente venuto meno e non è un caso che la Filt Cgil Abruzzo, unitamente ad altre sigle sindacali, avesse già manifestato nella scorsa primavera, un iniziale segnale di disagio e di insoddisfazione sull'operato della Regione, proclamando un primo "sciopero politico" per il 26 aprile 2017 e chiamando alla protesta gli oltre 2000 lavoratori che operano nelle aziende pubbliche e private operanti nel settore.

Tuttavia sottoscrivendo il verbale di accordo dello scorso 8 maggio e revocando conseguentemente lo sciopero politico, la scrivente Organizzazione Sindacale ha ancora una volta confidato nelle Istituzioni regionali, auspicando che i precisi impegni assunti dalla Regione su importanti tematiche quali risorse, investimenti, regole e sistema tariffario unico ed intermodale da applicare su tutto il territorio regionale, trovassero le necessarie soluzioni nella tempistica concordata.

Invece ancora una volta la fiducia è stata tradita tant'è che molti di quegli impegni sono stati disattesi e tra essi figurava anche l'istituzione del tavolo di confronto permanente sia sull'applicazione del Decreto Madia attinente le società partecipate e i servizi pubblici locali (successivamente convertito nella Legge 21 giugno 2017, n.96) che sullo stanziamento del Fondo Nazionale trasporti per il 2017. Un passaggio fondamentale per comprendere come contrastare nel tempo le penalizzazioni applicate dal Governo nazionale a quelle regioni - come L'Abruzzo - che denotano palesi difficoltà a conseguire gli obiettivi di efficientamento.
Inoltre il progetto di riorganizzazione del settore del trasporto pubblico locale ipotizzato di recente dalla Regione Abruzzo in risposta ai nuovi dettami normativi imposti dalla citata Legge, denota un evidente ed inopportuno ritorno al passato che, se da un lato, non sembra minimamente scalfire ed intervenire sull'anomalia abruzzese in cui operano ben 46 imprese di trasporto locale delle quali circa il 50% dispone meno di cinque addetti e meno di cinque autobus, dall'altro emerge la chiara volontà di non perseguire proprio quella razionalizzazione delle società partecipate che rappresenta come è noto il fulcro e, se vogliamo, il principale obiettivo della Riforma Madia.
Alla luce di quanto affermato in premessa, la Filt Cgil Abruzzo ritiene che le motivazioni oggetto di altrettante vertenze attivate negli ultimi due anni rispetto all’operato della Regione Abruzzo sul trasporto pubblico locale, siano ancora saldamente ben presenti e le ulteriori recenti decisioni rese pubbliche dal Consigliere Regionale con delega ai trasporti concernenti il riassetto del settore, daranno origine ad un’evoluzione assolutamente negativa che andrà a rafforzare le disparità tra i territori, accentuando quella profonda disuguaglianza già presente tra aree interne e area metropolitana.

La Filt Cgil Abruzzo unitamente alla Cgil Abruzzo, pertanto, nell’attivare formalmente una procedura di “sciopero politico” avverso alle modalità di riorganizzazione del trasporto pubblico locale e, più in generale, alla politica regionale dei trasporti, riassume di seguito le motivazioni della vertenza:

MANCATA DEFINIZIONE DEI SERVIZI MINIMI E DI UN PIANO REGIONALE INTEGRATO SUI TRASPORTI - La Regione sconta ritardi e gravissime responsabilità in materia di programmazione dei servizi minimi la cui mancata legiferazione e definizione - di esclusiva prerogativa della Regione non già delle società partecipate da quest'ultima - oltre a costituire la principale anomalia del sistema trasportistico abruzzese, rappresenta per la Filt Cgil, la vera priorità della nostra Regione nella quale oggi, proprio in relazione a questo grave vuoto normativo, persiste di fatto uno scenario emergenziale, ingovernabile e privo di regole. Non a caso le recenti sentenze già emesse dalla Magistratura Amministrativa e quelle che con ogni probabilità seguiranno nel tempo, hanno fatto emergere chiare responsabilità attribuibili alla Regione colpevole di non aver previsto espressamente con una legge regionale una rete di servizi minimi essenziali. Sono passati ormai inutilmente quasi vent’anni (Legge Regionale 152/1998) da quando l’Abruzzo aveva assunto l’impegno di individuare i servizi essenziali, cioè quei servizi che la Regione reputa indispensabili e per i quali interviene con una contribuzione. E tra questi servizi minimi da contribuire, sono sempre state considerate anche quelle tratte per le quali non c'è alternativa in termini di mobilità collettiva: ne sono esempio la L'Aquila-Roma o la Teramo-Roma. La stessa norma prevedeva che la Regione elaborasse un piano triennale dei servizi ma anche questo ulteriore impegno, unitamente alla definizione di un Piano Regionale integrato dei trasporti, ha costituito esclusivamente il pretesto per realizzare costosi studi, analisi e report che alla fine non hanno portato ad alcun risultato concreto.

DECONTRIBUZIONE DI IMPORTANTI TRATTE INTERREGIONALI – La Filt Cgil Abruzzo unitamente alla Cgil Abruzzo, è fermamente contraria alla volontà regionale di privare dell’attuale contribuzione, alcune importanti tratte interregionali che, per loro natura di servizio pubblico adibito al trasporto di pendolari e studenti, rappresentano la sostanza del diritto costituzionalmente garantito alla mobilità per tanti cittadini che dovrebbero fruire di tale servizio per l’appunto pubblico, a prezzi calmierati e con l’adeguata frequenza di corse. La decontribuzione, peraltro, andrà a colpire proprio quelle aree interne già ampiamente penalizzate in termini di qualità e quantità dei servizi e che sono poi le stesse ad aver subìto gli effetti drammatici dei recenti eventi sismici ed atmosferici; Un vero paradosso se si considera che proprio le criticità e i disagi originati da questi tragici eventi, sono stati invece posti al centro dell'attenzione del Governo Nazionale, al punto di decidere la revoca di importanti penalizzazioni in termini di risorse che avrebbero dovuto interessare il trasporto pubblico locale abruzzese.

AFFIDAMENTO IN HOUSE E CESSIONE DI RAMO D’AZIENDA – Se la scelta di perseguire un affidamento in house dei servizi – procedura disciplinata e ampiamente prevista da normative nazionali e comunitarie - costituisce un provvedimento condivisibile, la Filt Cgil Abruzzo e la Cgil Abruzzo invece non possono esprimere altrettanta condivisione rispetto ad operazioni di cessione di ramo d’azienda che hanno il solo scopo di veder proliferare imprese pubbliche, sprechi, duplicazioni di settori, di ruoli e di figure apicali in una fase storica che invece necessiterebbe di una drastica razionalizzazione delle società partecipate. Pertanto la volontà politica di rigenerare società regionali (delle quali peraltro non si ravvede al momento alcun piano di sostenibilità economico finanziario) destinate originariamente alla chiusura e che oggi invece stranamente la Regione intende riabilitare - unitamente a chi li amministra – con il pretesto di dovere estrapolare servizi di natura commerciale, sembrerebbe rispondere ad altre logiche affatto rispondenti alla comunità dei cittadini abruzzesi. La Cgil ne è convinta soprattutto dopo aver dimostrato nei fatti e con situazioni assolutamente similari che lo strumento della divisione contabile (business unit), garantisce lo stesso identico risultato, evitando di mettere a repentaglio, a soli due anni di distanza, il futuro della società unica di trasporto e degli stessi lavoratori che saranno trasferiti e ai quali non si potrà garantire una prospettiva, stante la criticità della tenuta economico finanziaria di tale soggetto di neo costituzione.

INVESTIMENTI MATERIALE ROTABILE - La condizione generale del parco rotabile gomma/ferro regionale, impone l'adozione di solleciti interventi atti a garantire alle aziende la disponibilità di una flotta sicura, efficiente e confortevole. Il coefficiente di vetustà dei mezzi gomma/ferro in circolazione in Abruzzo, è al di sopra della media nazionale al punto di collocare l'Abruzzo tra le ultime regioni nella specifica classifica nazionale per l'anzianità dei mezzi. L’accordo sottoscritto lo scorso 8 maggio con la Regione Abruzzo, prevedeva espressamente che a distanza di 90 giorni (ovvero ai primi giorni di agosto) sarebbero risultati spendibili 20 mln/€ da aggiungersi a quelli derivanti dalla ripartizione nazionale per il rinnovo del parco rotabile. Ad oggi non vi è traccia materiale né delle risorse regionali né di quelle nazionali, tant’è che la situazione appare sempre più drammatica soprattutto in considerazione dell’imminente apertura della stagione scolastica.

MANCATA REALIZZAZIONE DEL BIGLIETTO UNICO E DEL SISTEMA TARIFFARIO INTERMODALE - L’integrazione tariffaria ovvero un nuovo sistema che consenta ai cittadini abruzzesi di utilizzare indistintamente nell’intero territorio regionale un solo titolo di viaggio a prescindere dal vettore (pubblico/privato) o dalla tipologia di trasporto pubblico (gomma/ferro) costituisce ancora un’eterna incompiuta. Continua a rimanere desolatamente al palo ciò che dovrebbe rappresentare una importante riforma per favorire lo sviluppo, la razionalizzazione e l’incentivazione all’utilizzo del mezzo pubblico. Anche su questo tema, la Regione Abruzzo aveva assunto impegni con la sottoscrizione dell’accordo risalente allo scorso 8 maggio fissando obiettivi e strategie. In realtà ciò che si sta materializzando è semplicemente un’estensione dell’attuale campo di applicazione del vigente biglietto unico che ancora una volta darà risposte immediate all’area metropolitana lasciando al palo le aree interne della Regione.

MANCATA RAZIONALIZZAZIONE DELLE SOCIETA' PARTECIPATE - Il processo di integrazione e di fusione che ha interesso alcune società regionali di trasporto, non è stato altresì emulato per altrettante società partecipate che operano in Abruzzo nel settore dei trasporti e nelle quali, nonostante i ripetuti impegni del Governo Regionale, non sono state affatto adottate misure di razionalizzazione e di efficientamento.

RISORSE - Atteso che il tema delle risorse è strettamente legato anche agli stanziamenti previsti dal Fondo Nazionale Trasporti, non è possibile tuttavia sottovalutare la necessità di dover aumentare contestualmente i proventi e quindi i ricavi derivanti dalla vendita dei titoli di viaggio che significa dover aumentare il numero dei viaggiatori trasportati, elementi sui quali vertono gli obiettivi di efficientamento imposti dal Governo e dai quali dipendono le eventuali premialità o penalizzazioni in termini di risorse. Per tale motivo è assolutamente inaccettabile che la Regione non si renda promotrice e sostenitrice di progetti che prevedano il trasporto pubblico di massa su sede dedicata e protetta, i soli in grado realmente, da un lato di favorire l’aumento sostanziale dei proventi e dei viaggiatori trasportati e, dall’altro, di evitare la riduzione delle risorse nazionali. Così come sarebbe importante, per le stesse ragioni, attuare una imponente campagna di lotta all'evasione tariffaria.

Inoltre la Filt Cgil Abruzzo unitamente alla Cgil Abruzzo, nel considerare inaccettabile il mancato accertamento delle responsabilità e il mancato allontanamento di quanti in veste di dirigente o di amministratore, si sono resi artefici nel recente passato di una pessima gestione delle aziende pubbliche e di quelle partecipate dalla Regione e che nonostante tutto, ancora oggi, continuano a ricoprire importanti ruoli di responsabilità nel sistema dei trasporti, rileva nel complesso decisioni e comportamenti da parte della Regione esattamente in linea e in continuità con i precedenti governi regionali.

Per tutto quanto sopra la scrivente Segreteria Regionale proclama una giornata di mobilitazione con uno sciopero di 4 ore per il giorno 15 settembre 2017. La proclamazione dello sciopero determinerà l’astensione dal lavoro per tutti gli autoferrotranviari delle aziende pubbliche e private operanti nella regione Abruzzo nel rispetto delle modalità previste dagli accordi attuativi e dalle provvisorie regolamentazioni di cui alla legge 146/90 così come modificata dalla legge 83/2000.

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