Data: 28/04/2018
Settore:
Trasporto merci/logistica
FEDEX, 315 ESUBERI: LICENZIAMENTO COLLETTIVO. SARANNO 24 LE SEDI IN TUTTA ITALIA A ESSERE CHIUSE TRA CUI QUELLA DI SAN GIOVANNI TEATINO - Di Martino (Filt Cgil) «Auspichiamo soluzioni alternative ai licenziamenti» - Proclamato lo stato di agitazione - Rassegna stampa

“Proclamato lo stato di agitazione di tutti lavoratori dipendenti di Fedex e Tnt”. E’ quanto riferiscono unitariamente Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, a seguito dell’incontro tra le organizzazioni sindacali e le due aziende, specializzate nelle attività di corriere espresso e spedizione delle merci, sul processo di integrazione societaria e di fusione, sottolineando che “in base al nuovo modello organizzativo Fedex ha aperto una procedura di licenziamento collettiva, equivalente a 315 esuberi strutturali, quasi totalmente dipendenti courier e contestualmente è stata annunciata una comunicazione di trasferimento collettivo per altri 17 dipendenti di Fedex e per 92 addetti alle vendite di Tnt”.
“E’ fortemente negativo – affermano unitariamente Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporto – il nostro giudizio sul piano di riorganizzazione, in quanto esclusivamente caratterizzato dai tagli del personale che sono immotivati visto che i volumi produttivi non sono affatto in sofferenza, ed inoltre il piano non è all’altezza degli obiettivi di crescita dichiarati dalle aziende. E’ assolutamente inaccettabile – proseguono le tre organizzazioni sindacali – che in una fase di espansione dell’economia e delle attività di trasporto delle merci, anche per la crescita dell’e-commerce, si possa pensare di licenziare le persone che rappresentano il motore vivo del business aziendale.
“Nei prossimi giorni – annunciano infine Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti – saranno avviate tutte le iniziative sindacali di lotta per la salvaguardia dei livelli occupazionali e per chiedere alle aziende di cambiare il piano di riorganizzazione che deve puntare realmente allo sviluppo delle attività, alla loro internalizzazione ed alla salvaguardia dei posti di lavoro”.

SARANNO 24 LE SEDI IN TUTTA ITALIA A ESSERE CHIUSE TRA CUI QUELLA DI SAN GIOVANNI TEATINO

Si è abbattuta come una mannaia, pesante e (apparentemente) irrevocabile, la scelta di FedEx di licenziare ben 315 dipendenti in tutta Italia, e il licenziamento collettivo non risparmia la sede di Pescara.

La scelta dopo l’acquisizione, due anni fa, da parte del colosso americano delle consegne aeree, di Tnt, vettore ben più radicato in Europa e in Italia per le consegne su gomma via corriere espresso. “In questi 2 anni ci hanno promesso fumo e possibilità di carriera, poi 2 mesi fa ci hanno fatto firmare un contratto per il passaggio da FedEx Europe a Fedex Italia, rassicurandoci ancora che non ci sarebbero stati cambi di contratti né di benefici, fino all’epilogo di alcuni giorni fa”.

A parlare sono i rappresentanti sindacali Filt-Cgil della sede di Pescara, rappresentando l’ansia di 6 corrieri, 1 responsabile di filiale e 1 commerciale che si ritrovano con un contratto divenuto a orologeria. “Negli ultimi tempi”, raccontano, “sono girate voci di un trasferimento alla sede Tnt di Chieti. Venerdì scorso è trapelata la notizia del licenziamento collettivo, confermata martedì da un incontro a Roma tra la FedEx e i sindacati”.

Saranno 24 le sedi FedEx in tutta Italia a essere chiuse, la prima a luglio sarà Verona, i pescaresi (inizialmente a rischio di trasferimento nella filiale Tnt di Chieti), rimarranno nella sede di San Giovanni Teatino fino ad aprile 2019, data fissata per il licenziamento. Sui 1000 dipendenti attuali, dopo l’assorbimento del personale Tnt, Fedex manderà a casa 260 corrieri, gestendo un altro centinaio di addetti alla clientela, responsabili gestionali e operation manager tra esuberi e trasferimenti in sedi del nord Italia.

Con nessun ammortizzatore sociale all’orizzonte, resta la speranza, seppur poca, in un incontro previsto nella sede romana della Cgil il prossimo 4 maggio: FedEx invitata ma non ha ancora risposto. In quella riunione verranno stabiliti eventuali proteste, “scioperi – anticipa l’RSA – ai quali parteciperanno anche le filiali finora non intaccate”.

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