Data: 07/06/2006
Settore:
Cgil
RISCHIO DEFICIT AL 4,6%. VERSO LA MANOVRA BIS. I sindacati perplessi. Epifani: «Non convince»

il Ministro dell'Economia, Tommaso Padoa Schioppa ha tracciato un quadro davvero preoccupante sullo stato di salute dei conti pubblici. L'attuale disavanzo delle pubbliche amministrazioni è stimato al 4,1%, ma ci sono buoni motivi per temere il rischio di raggiungere il 4,6% entro quest'anno. Le cattive previsioni sono imputare alle difficoltà di attuazione e di efficacia dell'attuale Legge Finanziaria varata dal precedente Governo. A questo punto una manovra bis appare inevitabile affinche «il Governo possa correggere lo squilibrio delle pubbliche finanze riconducendo disavanzo e debito entro i parametri europei» ha affermato il ministro Tommaso Padoa Schioppa.

MANOVRA BIS: EPIFANI, NON CONVINCE
«Non convince la scelta del governo italiano, se questa sarà, di fare la manovra aggiuntiva per aggiustare la finanza pubblica, lasciata dal precedente governo in condizioni disastrose - è quanto afferma in una dichiarazione il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani -. Il sostegno agli investimenti, alla domanda interna, la riduzione del cuneo fiscale, una diversa politica delle entrate sono capitoli decisivi per la ripresa e possono avere più forza attraverso una rinegoziazione dei tempi del rientro del deficit con Bruxelles. Occorre a questo punto avere rapidamente un confronto ed un chiarimento con il governo - conclude Epifani».

MANOVRA BIS: EPIFANI, TEMO COLPO A RIPRESA
'Se si fa una manovra bis al di fuori di una politica che rilanci gli investimenti e i consumi si corre il rischio di dare un colpo a questa timida possibilità di espansione'. Lo ha detto il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, che in un'intervista al Tg2 ha ricordato che il sindacato aveva 'condiviso una frase detta dal presidente Prodi: 'No a una politica dei due tempi'. Temo che una manovra bis possa mettere in discussione questa contestualità di cui invece c'è bisogno'. 'La nostra ricetta - ha proseguito il leader della Cgil - è discutere con il Governo su come intende procedere nel rapporto con il sindacato. Quali priorità ritiene di assumere, anche in vista della legge finanziaria. E come intende rispondere ai problemi che vogliamo porre: il Mezzogiorno, il rilancio degli investimenti, i redditi degli anziani e dei pensionati, la qualificazione di tutti i servizi pubblici, sanità e scuola. L'eredità del passato Governo è molto pesante. E' chiaro che quando si ha a che fare con questi conti bisogna intervenire. Un conto è per intervenire in una logica di sviluppo, altro è fare a casaccio. Per questo vogliamo richiamare il Governo a le cose fatte bene e presto'.

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