La Provincia teatro del clamoroso scontro nel partito di D'Alfonso
PESCARA. Silenziosa, veloce, ormai dietro l'angolo. Ci prova anche il capogruppo della Margherita alla Provincia, Aurelio Giammorretti, a fermare l'appalto della metropolitana leggera di superficie, la cosiddetta "filovia". Ma resta solo, abbandonato persino dal suo partito.
La mozione presentata ieri mattina da Giammorretti in consiglio provinciale, che invitava i Comuni di Pescara e Montesilvano ad adottare «provvedimenti atti a sospendere la procedura di gara attivata dalla Gtm per la realizzazione del primo lotto della filovia», non ha avuto i numeri per andare avanti. E a far venir meno il numero legale, dopo l'acceso ostruzionismo del centrodestra, sono stati proprio gli altri consiglieri della Margherita, in clamoroso dissenso con il loro capogruppo: dall'ex sindaco di Montesilvano Renzo Gallerati, all'altro consigliere provinciale di Montesilvano, Giuseppe Melchiorre Castagnola, e ancora Piernicola Teodoro e Alessandro Di Bartolomeo. Anche il presidente della Provincia, Pino De Dominicis ha lasciato la sala dei Marmi prima della votazione sulla mozione di Giammorretti per un improvviso "impegno istituzionale". Ds e Rifondazione sono invece rimasti al loro posto, pronti a votare lo stop al filobus, mentre un'altra accorata difesa della mozione di Giammorretti è arrivata dall'assessore alle Attività produttive Gaetano Cuzzi, che da ex segretario provinciale dello Sdi ha ricordato l'impegno della Rosa nel pugno per destinare la strada parco solo a ciclisti e pedoni. Cuzzi ha tuttavia indicato una strategia diversa rispetto alla mozione del capogruppo della Margherita, individuando nel Piano territoriale provinciale lo strumento in mano all'ente, non per fermare la procedura di un appalto ormai in corsa ma per rimettere la palla al centro attraverso un vincolo urbanistico da porre sull'ex tracciato fs.
Vicenda dai mille risvolti quella che si è consumata ieri mattina alla Provincia. Non ultimo lo scontro tutto interno alla Margherita di Montesilvano che vede uno di fronte l'altro il sindaco Enzo Cantagallo e il suo predecessore Gallerati. La posizione di Cantagallo è nota da tempo, ed è un secco "no" alla filovia. Gallerati ha invece argomentato il suo "sì", ieri mattina, con molte considerazioni sia di carattere tecnico che politico. «Fui io», ha spiegato, «a staccare l'assegno da 1 miliardo e 800 milioni alle Ferrovie per l'esproprio dei terreni sulla strada parco. E se il filobus non si fa più, cambia anche la destinazione di quell'area e le Ferrovie potrebbero chiedere il conto». Ma Gallerati non si ferma qui, e cerca di stanare sull'argomento anche il sindaco di Pescara, Luciano D'Alfonso e il presidente della Regione: «Del Turco e i sindaci conoscono bene le carte, se dovessero intervenire per iscritto con un "no" secco a questo progetto ne prenderei atto». Come dire, prima che una mozione d'intenti, come quella proposta dal capogruppo della Provincia, occorre una vera assunzione di responsabilità da parte di tutti gli attori in campo.
Altrettanto argomentato, con curiosi risvolti familiari, il "no" alla mozione di Giammorretti venuto dal consigliere Piernicola Teodoro: «Altro che astensione! Al momento del voto ce ne andiamo tutti, usciamo dall'aula. Mio fratello Gianni, quando era presidente della Gtm, ebbe il plauso del ministro del Trasporti per come aveva gestito il progetto della filovia. Mio fratello Maurizio, da capogruppo della Margherita alla Regione, ha già detto recentemente che la posizione del partito è quella espressa dall'assessore Ginoble, il quale ha fatto sapere chiaramente che non è più possibile fermare la gara d'appalto per la filovia. E io, oggi, dovrei votare contro i miei fratelli?».
Duro l'intervento del capogruppo di An, Nicola Ricotta: «Il tracciato sul quale dovrebbe scorrere la filovia viene chiamato strada parco solo perché ha due pianticelle ai lati. Si vuole fare passare questa progettazione del '92 come obsoleta, superata, ma questa mozione è una violenza alla città».
Sulla stessa lunghezza d'onda l'intervento del capogruppo di Forza Italia, Vincenzo Berghella, nentre a margine dei lavori consiliari l'ultimo intervento a bassa voce è proprio dell'ex sindaco di Montesilvano, Renzo Gallerati: «Non capisco perché i cittadini dello "stradone" si debbano beccare il cancro per lo smog e quelli sulla strada parco debbano invece vivere felici e contenti...». Altri commenti fuori taccuino riguardano gli "interessi" e le "speculazioni" presunte che si nasconderebbero dietro l'affare della strada parco. Insomma, il business dei costruttori. E anche a questo proposito Gallerati osserva: «Andate a chiedere quanto costa oggi, lì, una casa a metro quadro...».