Pescara. E' sempre più evidente la frattura interna al gruppo della Margherita in Provincia. Segnali chiari delle incomprensioni emerse nell'ultimo mese in seno al sestetto di consiglieri DI è stato il "voltafaccia" compiuto da alcuni colleghi di partito nei confronti del capogruppo Aurelio Giammorretti, che aveva portato in consiglio una mozione per chiedere «la sospensione dell'appalto riferito alla realizzazione della filovia sulla strada parco, optando per un mezzo tecnologicamente più avanzato e a basso impatto ambientale». Il documento era in attesa di essere discusso in aula da diversi giorni: già lunedì scorso avrebbe dovuto approdare in sala dei Marmi per essere votato, ma la seduta era in seconda convocazione (la prima si era svolta il venerdì precedente, 9 giugno) e la questione non venne analizzata. Ieri mattina l'assise provinciale è stata chiamata ad esprimersi sulla proposta di Giammorretti, ma la messa ai voti è saltata ancora per mancanza del numero legale. Se ne riparlerà domattina (ore 10.30) e, visti gli interventi che hanno caratterizzato la riunione di ieri, non si prevede "cielo sereno" a Palazzo dei Marmi. Lo stesso Renzo Gallerati, esponente della Margherita, ha già messo le mani avanti, spiegando che «prima di votare il documento presentato da Giammorretti, sarebbe bene che Del Turco, Ginoble, Cantagallo e D'Alfonso si riunissero nuovamente per decidere il da farsi. Altrimenti, non parteciperò alla votazione perchè non posso andare contro la decisione, a favore della filovia, presa quando ero sindaco di Montesilvano».