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Data: 21/09/2008
Testata giornalistica: Il Mattino
allegato: LEGGI L'ARTICOLO
Nasso (Filt Cgil) «Sulla Cai pronti a riaprire il confronto»

«Se si dovesse riaprire il confronto con la Cai, noi siamo disponibili». Franco Nasso, segretario generale della Filt Cgil, l'organizzazione che riunisce i lavoratori dei trasporti del sindacato di Epifani, rispedisce al mittente le accuse di aver fatto «scappare» la cordata tricolore con la pratica dei veti. Anzi, nell'intervista, non nasconde il suo sconcerto per il modo in cui il governo ha portato avanti la trattativa: «Si è passati dalle minacce agli ultimatum. E questo non ha reso più agevole la strada dell'accordo». Ieri però, Berlusconi ha ribadito che l'alternativa alla Cai è il fallimento. «Evidentemente dispone di informazioni che non abbiamo. Al momento, infatti, noi sappiamo solo che il piano Cai non esiste più, è stato ritirato. Se non è così, siamo pronti a riprendere il confronto». Il leader della Cgil, Epifani, preferirebbe la vendita ad una compagnia straniera. «Credo che il segretario abbia avanzato quella proposta partendo proprio dal fatto che la Cai ha ritirato l'offerta. E credo che l'Alitalia senza più debiti possa interessare anche altre compagnie. La situazione sarebbe comunque diversa se la Cai fosse ancora in campo». Come a dire: porte aperte alla cordata tricolore? «Noi non ci siamo mai alzati dal tavolo. Comunque, nel momento in cui tutti invocano il senso di responsabilità, risponderemmo positivamente ad un eventuale riapertura del confronto». La Cai si è ritirata, però, dopo il vostro no all'ipotesi di accordo. «Le cose non stanno proprio così. Noi abbiamo aderito al pezzo più importante di quel documento, vale a dire il piano industriale. Che contiene cose impegnative, come il ridimensionamento degli addetti, gli esuberi, la Cig. Ora, su quel documento, la Cai ha non solo l'adesione di tutto il sindacato confederale ma anche dell'Anpav. Il consenso, in questi giorni, si è allargato». Però le distanze restano sulla seconda parte del documento, quella sui contratti. «Anche qui, abbiamo detto sì alla parte relativa al personale di terra. Ma di più non possiamo fare. C'è un problema di rappresentanza e la Cai deve allargare il consenso verso quella parte dei sindacati che rappresentano la stragrande maggioranza del personale di volo». Ma perché si è creato quest'asse Cgil-piloti? Per la maggioranza avete subito l'influenza politica del Pd. È così? «In questa vicenda ne abbiamo viste tante di strumentalizzazioni. Sono tutte cose che non hanno certo aiutato il buon esito della trattativa. Del resto, la Cgil, non ha bisogno di dare prove di autonomia». Però c'è il fatto che avete scelto una strada diversa rispetto a Cisl e Uil. Con una clamorosa rottura dell'unità sindacale. Non è stato un prezzo troppo alto? «Con Cisl e Uil abbiamo condiviso gran parte del percorso. Poi, alla fine, ognuno ha fatto le sue scelte. Ci incontreremo ancora, se la trattativa riparte, dal momento che tutti abbiamo l'interesse ad evitare il fallimento». Cosa direbbe ai piloti che continuano a dire no a tutto il piano Cai? «Noi abbiamo provato a ragionare con tutte le organizzazioni professionali cercando di allargare il consenso. Qualche risultato c'è stato visto che l'Anpav ha cambiato posizione. Il nostro auspicio è che ci possano essere nuovi sì».

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