L'AQUILA- I dati della crisi allarmano il mondo sindacale. Dopo l'appello della Cisl alla Regione perché venga subito attivato il fondo di 10 milioni di euro per gli ammortizzatori in deroga, è la Cgil a intervenire con un documento che definisce «drammatico» il momento che sta attraversando l'economia regionale. «Il dato- dice Gianni Di Cesare, segretario generale del sindacato- è grave e non permette interpretazioni di sorta: in Abruzzo la cassa integrazione ordinaria è aumentata del 1.237%, passando dal primo bimestre del 2008 al primo bimestre di quest'anno da 239.521 ore a 3.202.398 ore, con un incremento che ha interessato tutte le province abruzzesi e che avuto punte maggiori in quelle di Chieti e L'Aquila. Allo stesso modo circa 6.000 precari hanno già perso il lavoro, mentre altri 5.000 rischiano di perderlo a breve.
Secondo Di Cesare, si tratta di numeri «che devono preoccupare moltissimo e richiamare la classe dirigente abruzzese alle proprie responsabilità, per mettere in campo ogni iniziativa possibile dando un contributo fattivo al sistema economico». Anche per il segretario generale della Cgil c'è «la necessità di alimentare velocemente l'economia regionale con tutti i soldi disponibili, in una fase nella quale proprio la carenza di denaro liquido sta aumentando i danni». Di qui la richiesta perentoria del sindacato che si trova sulla stessa lunghezza d'onda di Confindustria Abruzzo e «chiede alla giunta regionale di impiegare immediatamente tutti i finanziamenti disponibili dei fondi nazionali Fas, per le aree sottosviluppate, che andrebbero indirizzati- sostiene Di Cesare- a quei settori in grado di produrre subito lavoro e occupazione». Perché, aggiunge, mettere in campo tutto questo denaro in autunno, come sembra, potrebbe essere già tardi nel caso probabile che la crisi si aggravi. «Inoltre- dice Di Cesare- vanno accelerati i bandi per spendere i fondi europei. Anche qui chiediamo al governatore Chiodi di velocizzare al massimo l'iter burocratico e di usare il denaro che l'Unione ha dato all'Abruzzo. Allo stesso modo la Regione e tutte le pubbliche amministrazioni dovrebbero dare il via ai pagamenti che hanno sospeso, liberando subito risorse economiche». Con un occhio al sistema creditizio che non deve "chiudere i rubinetti".