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Pescara, 23/07/2024
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Data: 28/06/2009
Testata giornalistica: Il Centro
Il Pd sfida Chiodi sulla riforma degli enti. Scaccialepre e D'Aurora (Cgil): «Superare la gestione politica delle aziende»

Paolucci: disposti al confronto. D'Alessandro: spazio al merito

PESCARA. Il centrodestra abruzzese pare inceppato sulle 250 nomine per gli enti, le agenzie e le società partecipate della Regione. Una torta difficile da digerire anche per un partito grande e ramificato come il Pdl. Col senno di poi si può dire che il coordinatore regionale Filippo Piccone abbia avuto lungimiranza nell'obbligare i suoi, litigando anche, a rinviare ogni decisione a dopo il voto del 6 e 7 giugno. Certo, oggi quelle nomine frenano il varo di qualche giunta provinciale e comunale, perché il divieto di cumulare le cariche lascia in bilico qualche nome. Ma è nulla rispetto a quello che si sarebbe scatenato prima del voto.
Al netto degli enti poco o per nulla utili, la partita si gioca su quelli che gestiscono le risorse più sostanziose ed elargiscono dunque gli stipendi più alti. In settimana verranno decise le nomine delle tre società di trasporto Sangritana, Arpa e Gtm, dato che le assemblee sono già convocate.
Ieri il segretario regionale della Filt-Cgil Abruzzo Luigi Scacciaprete e il segretario Cgil Mimì D'Aurora hanno scritto al presidente della regione Gianni Chiodi chiedendo «decisioni urgenti e non procrastinabili». Il sindacato chiede di superare la gestione politica delle aziende, di ridurre il numero degli amministratori, di procedere alla fuzione delle società. Scaccialepre e D'Aurora chiedono anche la riduzione degli stipendi, l'abolizione dei doppi incarichi, l'eliminazione delle consulenze esterne.
Sul capitolo enti si mostra deluso il Pd: «Ci saremmo aspettati un confronto su una proposta di riforma di tutto l'attuale sistema», dice il segretario regionale Silvio Paolucci. «Si tratta non soltanto di sfoltire, ma anche di ridisegnare il complesso degli enti strumentali dei quali oggi ha bisogno la Regione». Il Pd, aggiunge Paolucci, rimane comunque «a disposizione di un confronto aperto e serio se si riterrà opportuno ridisegnare il ruolo di enti», ed affrontare «in modo convincente la riduzione dei costi della politica».
Una sfida che il capogruppo del Pd in Regione Camillo D'Alessandro rilancia sul tema della meritocrazia: «Il governo regionale sveli pubblicamente quali sono gli enti e società che la maggioranza intende, come annunciato e scritto, chiudere, fondere o trasformare», dice D'Alessandro. «Su questi enti si proceda al commissariamento con personale dipendente della regione fino alle riforme. Sulle società che si intendono chiudere o trasformare si proceda alla nomina di consigli di amministrazioni e presidenti a tempo, massimo un anno, tempo sufficiente per mettere le società in liquidazione o ad avviare le procedure per le fusioni. Il rischio è che le nomine vengano fatte per tre anni e così salterebbero tutte le riforme, poiché se intendi chiudere alcune società i consigli di amministrazione li devi pagare comunque e sarebbe una regalia». D'Alessandro chiede anche che le scelte avvengano per bando pubblico, mentre sui compensi il capogruppo Pd ricorda che «il centro-destra bocciò la nostra proposta di stabilire massimali per i compensi in enti e società. Noi proponiamo allora che gli stipendi vengano legati ai risultati conseguiti. Un compenso base in termi di rimborso spese e il vero compenso che può variare sulla base degli obbiettivi raggiunti».

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