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Data: 26/08/2009
Testata giornalistica: Il Messaggero
«Ma quale ripresa? Siamo ancora nel tunnel» Il segretario Cgil, Di Cesare, frena gli ottimisti e vede ancora nubi all'orizzonte. Aree terremotate «Ora Bertolaso si è reso conto della realtà nelle aree del sisma»

L'AQUILA- Non è per niente ottimista Gianni Di Cesare sul futuro dell'economia regionale. Non lo è perché, sostiene, sono i numeri a dirlo. Eppoi sono troppi i segnali negativi, troppe le nubi che si addensano all'orizzonte, e il terremoto non ha fatto che peggiorare le cose. Per il segretario regionale della Cgil parlano soprattutto i dati. E i dati dicono che la ripresa non è così vicina come si vorrebbe far credere, e ci sarà molto da lavorare per venire fuori dal tunnel.
I numeri si diceva. Di Cesare elenca quelli prima del terremoto di aprile e spiega: «Già allora la situazione dell'Abruzzo era tra le più difficili d'Italia: la disoccupazione al 9,6 per cento, un anno prima era al 6,6. L'occupazione in calo: meno 5% rispetto al meno 0,9 del resto d'Italia e al meno 1,8% del Mezzogiorno». Ma quel che più impressiona è il numero di ore di cassa integrazione. «Nei primi tre mesi del 2009, l'Abruzzo è la prima regione italiana per numero di ore di cassa integrazione utilizzate, ossia 12 milioni e 706mila con un aumento del 476%». Ecco, aggiunge Di Cesare, il terremoto capita in una situazione già abbondantemente deteriorata e colpisce un'intera città distruggendo di fatto una struttura economica consolidata. «Si può dire che andiamo verso un miglioramento? Che ci sarà una leggera ripresa? Noi continuiamo a dubitarne e non soltanto per i dati sulla cassa integrazione che, a quanto sembra, non sono cambiati negli ultimi mesi, ma anche perché ci sono previsioni che parlano di un prodotto interno lordo che se in Italia è prevedibile che si attesti tra un -5 e un -6, in Abruzzo potrebbe alla fine avvicinarsi ad un valore a due cifre».
Il segretario regionale della Cgil non nega l'impegno che sta mettendo in campo la Regione «anche se gli 11 milioni del pacchetto anticrisi sono un'inezia rispetto alle reali esigenze», ma teme un duplice effetto negativo sull'economia regionale dei tagli decisi dal governo per scuola e sanità. «Mancheranno 7 miliardi e 832 milioni per la scuola che per l'Abruzzo vorranno dire 1.500 persone in meno di cui mille docenti, e 8 miliardi per la sanità che non faranno che aggravare l'indebitamento a livello regionale. L'Abruzzo ha un deficit sanitario che si aggira oggi sui 150 milioni. I tagli si abbatteranno sulla sanità privata con effetti anche sull'indotto». E allora? Qual è la via d'uscita?. «La Regione deve dire al governo con grande chiarezza che l'Abruzzo non è nelle condizioni di sopportare una situazione del genere e che vanno difesi il lavoro e le condizioni di reddito. Faccio un esempio. Dal settore auto sono stati espulsi 1.500 giovani che non avranno più il sussidio di disoccupazione quando si sarà esaurito. Che significa? Che saranno abbandonati a loro stessi?».
Di Cesare ricorda poi il mancato accordo con le banche per l'anticipo della cassa integrazione. «Ci eravamo impegnati con la Regione per un protocollo d'intesa tra sindacati, Regione, banche per spingere gli istituti di credito ad anticipare la cassa integrazione guadagni ai lavoratori, cosa che le aziende non riescono più a fare per la crisi. Ma tutto è ancora in alto mare. Vorrei ricordare che sono centinaia i lavoratori che da mesi non percepiscono neppure la cassa integrazione. Ecco perché dico che gli 11 milioni del pacchetto anticrisi sono sì un'iniziativa lodevole, ma rappresentano pur sempre molto poco. Inoltre è ormai chiaro che non ci si può fidare più del traino dell'edilizia. Una volta questo settore rappresentava il volano dell'economia regionale, oggi la situazione è cambiata profondamente».

L'AQUILA-La Cgil ha accolto positivamente l'iniziativa della Protezione Civile di un'indagine bis sul lavoro nella zona del "cratere". Secondo il segretario regionale Gianni Di Cesare «Bertolaso si è reso conto che nelle aree terremotate esiste una situazione molto delicata con una richiesta prolungata di assistenza che va ben al di là delle previsioni iniziali del governo». Per Di Cesare c'è l'esigenza di «investire molti soldi nel sociale, il che potrebbe portare a un'inversione di tendenza nei settori chiave come la sanità. Il risultato potrebbe essere quello di una ripresa di un ciclo economico virtuoso con una forte occupazione». Il segretario regionale della Cgil ritiene inoltre molto importante il prossimo Documento di programmazione economica e finanziaria (Dpef) «che non potrà essere di routine perché dovrà avere una rilevanza notevole a livello regionale. Perciò serve una task force-aggiunge- per delineare le scelte future con una precisa capacità di programmazione. La Regione deve impegnarsi in questa direzione, se davvero vuole che la ripresa si concretizzi a partire dal prossimo anno, ma i nodi da sciogliere sono tanti e non sarà facile far fronte a tutte le difficoltà».

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