PESCARA. L'Abruzzo diventa sempre più marginale nella politica di Trenitalia. Lo sostengono le segreterie regionali di Cgil e Filt Cgil dopo la pubblicazione del Progetto d'esercizio della divisione passeggeri. Un progetto, dice Domenico D'Aurora, della segreteria regionale del sindacato, «dove l'Abruzzo non esiste e, più in generale, viene escluso dai servizi di qualità, quindi, dallo scenario nazionale. Una scelta», dice D'Aurora, «che stride con i propositi di Regione e Governo di potenziare e velocizzare la Pescara-Roma, secondo l'intesa sulle infrastrutture firmata il 28 maggio scorso, che destinava tre miliardi al potenziamento delle ferrovie della regione e in particolare 2 miliardi al potenziamento della tratta Pescara-Roma».
Per questo la Cgil chiede che la Regione si sieda subito al tavolo con Trenitalia. «Al momento di tutti i soldi promessi ci sono solo i 100 milioni di euro del decreto terremoto. Ma per la linea Pescara-Roma anche se ci fossero i fondi non si potrebbero utilizzare perché non c'è il progetto esecutivo».
Spiega infatti Luigi Scaccialepre, segretario della Filt Cgil, che «al momento c'è solo un progetto preliminare depositato al Cipe (il Comitato interministeriale per la programmazione economica) alla fascia D (fase di sviluppo) mentre occorrerebbe che passasse alla fascia C (fase d'esame)».
Quanto ai 100 milioni disponbili Scaccialepre chiede che vengano utilizzati per il Controllo centralizzato del traffico sulla Sulmona-Guidonia, la realizzazione degli scambi a 60 chilometri l'ora e la soppressione dei 18 passaggi a livello sulla Paganica Sassa.
Alla carenza della linea si aggiunge quella dei mezzi, denuncia la Cgil. «Le vetutre sono vecchie mediamente di 30 anni», spiega Scaccialepre, «abbiamo 13 complessi elettrici che in gran parte sono materiali di risulta di altre regioni e solo 2 o 3 minuetti». Per questo il sindacato chiede anche che tutta la filiera della manutenzione venga riportata in Abruzzo (oggi c'è solo quella per i diesel a Sulmona).
Tale situazione di marginalizzazione a detta di Gaetano Iacobucci (Filt Cgil), investe in realtà l'intero settore dei trasporti regionali, «che avrebbe bisogno di una riorganizzazione complessiva».