Iscriviti OnLine
 

Pescara, 22/11/2024
Visitatore n. 740.892



Data: 16/05/2010
Testata giornalistica: Il Centro
Salari, pensioni, buonuscite arriva la scure del governo. Colpito tutto il settore statale, nel mirino l'età di quiescenza dei privati

ROMA. Tagli ai salari, stretta sulle pensioni, blocco delle assunzioni. Per la manovra correttiva biennale (2011-2012) da 25 miliardi, il governo somministrerà una cura da cavallo al pubblico impiego. Una manovra lacrime e sangue ancora avvolta da una coltre di riservatezza dopo le indiscrezioni fatte filtrare da governo e maggioranza e che la Cgil definisce priva di «equità sociale». Al contrario si moltiplicano gli annunci di tagli ai «costi della politica».
Il ministro Calderoli spiega che oltre al 5% di decurtazione di stipendio per parlamentari e ministri servirà anche «una dieta» per tutti «gli alti papaveri».
Ma è la stretta sul pubblico impiego a tenere banco. Finora sembra che la manovra correttiva sui conti pubblici dovrà contenere una serie di proposte molto severe. Saranno scelte non indolori e martedì i sindacati di categoria di Cgil-Cisl-Uil decideranno una risposta unitaria. Nel dettaglio questa la situazione.
Contratti. Salterà il rinnovo triennale per gli statali, base dell'accordo separato e della riforma Brunetta. Niente aumenti se non quelli già decisi in Finanziaria per la vacanza contrattuale e che ammonteranno a solo 8-10 euro medi in busta paga.
Buste paga. E' previsto il congelamento degli stipendi e del salario di produttività. Dunque niente scatti ma nemmeno stipendi integrativi legati alla produttività delle amministrazioni centrali, enti pubblici e agenzie. I soldi «risparmiati» - circa un miliardo nel biennio - sarebbero prelevati dalle risorse del fondo unico di amministrazione. Il blocco delle dinamiche salariali colpirà anche le categorie definite «non contrattualizzate», vale a dire i professori universitari, i magistrati, i prefetti, gli ambasciatori.
Buonuscita. Attualmente per ottenere la liquidazione Inpdap al termine del rapporto di lavoro, il dipendente pubblico deve attendere tre mesi con un interesse pagato dallo Stato del 5% in caso di sforamento dei termini. Il governo prevede ora di raddoppiare il tempo di attesa sino a sei mesi.
Assunzioni. Il dato più pesante riguarda il blocco del turn over che impedirà, da una parte, la sostituzione dei dipendenti pubblici che vanno in pensione e, dall'altra, la regolarizzazione dei precari.
Pensioni. Il capitolo previdenza potrebbe riguardare sia il settore pubblico che quello privato. Nella manovra potrebbe essere prevista una stretta sulle pensioni di invalidità e la soppressione di una delle due finestre di uscita per quelle di anzianità. L'obiettivo è dilazionare le uscite per quanti abbiano raggiunto i requisiti richiesti e la finestra di luglio potrebbe essere chiusa e dilazionata ai sei mesi successivi.
Le proteste. «Una mannaia» per far «pagare la crisi al lavoro pubblico e ai pensionati» denuncia Rossana Dettori della Cgil. Ridurre gli sprechi «invece di toccare gli statali» aggiunge Gianni Baratta ella Cisl. E il Pd si chiede perché il governo che ha sempre negato la crisi ora chiede «lacrime e sangue agli italiani».

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it