TERAMO La manovra economica rischia di mettere in ginocchio il trasporto pubblico locale. A lanciare il grido d'allarme è la Filt Cgil Abruzzo che ieri mattina è scesa in piazza con un'iniziativa che ha portato il sindacato in tutte le stazioni ferroviarie regionali e ai capolinea degli autobus per «informare e denunciare i problemi e le ripercussioni che la manovra avrà in Abruzzo», e per chiedere a gran voce sia una modifica dello strumento di programmazione economico-finanziaria sia l'attivazione di un tavolo con la Regione in cui avviare una discussione sugli sprechi e le sovrapposizioni che si registrano sul territorio. «La Regione Abruzzo è l'unica in Italia a essere proprietaria di tre aziende pubbliche di trasporto con personalità giuridiche distinte e separate - sottolinea il segretario regionale della Filt Cgil Luigi Scaccialepre -, aziende che svolgono gli stessi servizi, che lavorano spesso senza alcuna sinergia e con una continua moltiplicazione dei costi». Razionalizzando il servizio, secondo il sindacato, si potrebbero recuperare risorse da investire nel miglioramento dei servizi offerti all'utenza, anche se, in presenza dei tagli così corposi previsti in manovra, queste economie potrebbero rivelarsi inutili. Ad oggi, infatti, la Regione Abruzzo destina al settore dei trasporti circa 146 milioni di euro, che di fatto saranno ridotti di 54 milioni nel 2011 e di 60,7 nel 2012. «Le conseguenze saranno drammatiche - continua Scaccialepre - basti pensare che le risorse impegnate per il trasporto ferroviario regionale passeranno da 57,3 milioni a 18,54, con tutto ciò che questo comporterà in termini di numero di corse e qualità dei servizi». I tagli, inoltre, secondo la Cgil, avrano inevitabili ripercussioni anche sull'occupazione oltre che sull'aumento delle tariffe, con i costi che di fatto saranno scaricati sui lavoratori e sugli utenti (che si ritroveranno a pagare biglietti più cari). «Il depotenziamento del servizio pubblico, infine - conclude Scaccialepre - spingerà gli utenti a viaggiare con il mezzo privato e fare i conti con gli aumenti autostradali».