Bocciatura-bis, per il pedaggio sull'asse attrezzato: il Consiglio di Stato ieri ha confermato lo stop agli aumenti nei caselli autostradali collegati ai raccordi gestiti dall'Anas, come disposto giovedì scorso dal Tar del Lazio. Anche se, alle barriere di Pescara ovest e Chieti, ancora ieri i ritocchi all'ingiù non erano scattati: se non sarà così neppure oggi, le associazioni dei consumatori chiedono l'intervento della Procura. Ieri il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso urgente di Governo e Anas che avevano richiesto "misure cautelari provvisorie" contro la decisione del Tar. Accolto il ricorso presentato anche dalla Provincia di Pescara, poco meno di una settimana fa i giudici capitolini avevano infatti sospeso il decreto 78/2010 con cui dal primo luglio erano scattati gli aumenti nei caselli interconnessi ai raccordi: il pedaggio si era tradotto in "misura fiscale", una tassa pagata anche da chi non necessariamente utilizzava il raccordo. Il Consiglio di Stato, ritenendo che «non ricorrono gli estremi per una misura cautelare di estrema urgenza», ha fissato al 31 agosto l'udienza per la discussione di merito; nel frattempo è confermato lo stop al pedaggio disposto dal Tar: «La situazione va conservata immutata sino alla decisione cautelare da parte del collegio», si legge nel decreto. «Portiamo a casa un altro risultato positivo per i pendolari - dice il presidente della Provincia Guerino Testa -. Prima il Tar di Roma e ora il Consiglio di Stato si sono espressi in favore delle nostre tesi; non resta che attendere la decisione del Collegio a fine mese, e sperare che l'aumento dei pedaggi venga revocato quanto prima». Le tariffe alle barriere autostradali ancora ieri portavano il peso degli aumenti: le associazioni dei consumatori sperano che il colpo di spugna parta oggi. «Altrimenti ci muoveremo nei confronti della Procura -dice Luca Piersante, Adoc-: i pendolari hanno già pagato per un mese un pedaggio ingiusto. I ritardi negli adeguamenti sarebbero un danno aggiuntivo, in pieno esodo estivo. Consigliamo di conservare gli scontrini per futuri rimborsi». «Ad oggi gli aumenti dei pedaggi introdotti dal Governo sono illegittimi - dice Carlo Rienzi, Codacons -: se non verranno ripristinte le vecchie tariffe potrebbero configurarsi dei reati a danno degli utenti, appropriazione indebita e truffa aggravata».