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Data: 14/10/2006
Testata giornalistica: L'Espresso
Lotta all'evasione, ecco il piano Visco

Dopo le proteste di industriali, sindaci e ceto medio, il Governo aggiusta la manovra. E promette un giro di vite contro chi non paga le tasse: immobili, controlli raddoppiati sugli autonomi, ganasce fiscali e pignoramenti più rapidi. Sul piano per far pagare le tasse il viceministro dell'Economia si gioca tutto. In edicola Di' la tua: Finanziaria 2007, stangata o promesse mantenute?L'ultimo grido di dolore contro l'ingiustizia sociale provocata dall'evasione fiscale si è levato dai corridoi dell'Università Bocconi. Un'università privata, con rette annuali che sfiorano i 9 mila euro, ai quali le tante famiglie che da tutta Italia spediscono i figli a studiare a Milano devono aggiungere il salasso degli affitti nella metropoli lombarda. Sapete indovinare chi spesso svetta in cima alle graduatorie stilate dalla Bocconi per usufruire di sussidi, borse di studio, posti letto in pensionato? I figli degli evasori fiscali. Lo ha scritto Salvatore Grillo, storico dirigente dell'università, nel suo vivace libro di memorie 'Via Bocconi 12', appena pubblicato. "Questa cosa mi manda fuori dai gangheri, non è possibile che il poveraccio vero (...) non abbia diritto alla borsa di studio perché magari suo padre ha fatto qualche ora di straordinario e supera il limite prestabilito", si legge, "quando sappiamo tutti benissimo che ci sono rampolli di famiglie piene di soldi che facendo carte false riescono a risultare nullatenenti".

Criticato, e non solo dall'opposizione, per una finanziaria che imporrà sacrifici a molti, il governo di Romano Prodi nella lotta all'evasione ha investito buona parte della propria credibilità. Un impegno non facile da mettere in atto, come mostra il sondaggio pubblicato in queste pagine, dove gli stessi elettori del centrosinistra si dicono non ottimisti sui risultati che potranno essere raggiunti. Tanta cautela non suona strana: la battaglia contro chi non paga le tasse è stata dichiarata da infiniti governi, compreso quello di Silvio Berlusconi ultima versione, con esiti quasi sempre demoralizzanti.

Tuttavia, secondo i primi dati sull'avvio della campagna anti-evasione che 'L'espresso' è in grado di rivelare, questa volta il governo sembra quanto meno intenzionato a fare sul serio. Due numeri sintetizzano bene lo sforzo in atto. Il primo è quello dei controlli individuali che l'Agenzia delle Entrate, l'organo che organizza tutte le attività di accertamento, ha programmato di effettuare il prossimo anno nei confronti di quei professionisti, artigiani e commercianti che pagano le imposte a forfait, secondo le indicazioni dei cosiddetti studi di settore: saranno 100 mila, esattamente il doppio di quelli del 2006. Il secondo dato riguarda invece le tasse la cui evasione è già stata accertata, con tanto di invio di cartella esattoriale, e che vengono poi effettivamente recuperate. Si tratta di un argomento scottante, perché riscuotere dagli evasori - anche se conclamati - non è per nulla facile: per 30 euro scovati dagli ispettori del Fisco, in media si riesce a riportare in cassa un solo, misero euro. Ebbene, tra gennaio e agosto di quest'anno, il valore delle imposte recuperate ha già raggiunto quota 1,2 miliardi di euro, l'intero ammontare del 2005. Continuando con questo ritmo e usufruendo anche dei nuovi strumenti elaborati dal vice-ministro dell'Economia, Vincenzo Visco, a fine anno si arriverà a circa 1,7 miliardi, mentre nel 2007 si dovrebbe salire a 2,2 miliardi di tributi contestati ed effettivamente recuperati.


Controlli più efficaci, maggior efficienza nel riscuotere le tasse non pagate, aumento dei livelli di reddito dichiarati autonomamente: sono queste, in sintesi, le misure che il governo promette di applicare. L'obiettivo fissato in Finanziaria è quello di recuperare circa 8 miliardi di euro, più o meno equamente divisi in due parti. La prima metà dovrebbe venire dalla vera e propria caccia all'evasore; la seconda dal tentativo di riportare alla luce quei redditi che restano nell'ombra, magari in maniera del tutto lecita come avviene con il cappello degli studi di settore. È bene ricordare, in questo senso, alcune delle cifre che 'L'espresso' aveva pubblicato in anteprima lo scorso agosto, con i proprietari di ristoranti che dichiarano meno di 13.500 euro, i gioiellieri poco più di 16.600, gli amministratori di condominio meno di 25 mila euro.

Proprio alla luce di numeri come questi, l'obiettivo di 8 miliardi di euro può apparire poca cosa. Secondo alcune stime, infatti, l'evasione fiscale in Italia si traduce in un mancato gettito per le casse dello Stato di circa 100 miliardi di euro. Un valore che testimonia come il fenomeno sia duro a morire, con casi che sfiorano il ridicolo, se è vero che nel nostro Paese sono di gran lunga più numerosi i funerali registrati di quelli fatturati dalle agenzie funebri. O che il numero delle auto di lusso vendute supera quello dei contribuenti che all'erario risultano ricchi. Comunque vada, tra manovra estiva e Finanziaria il governo ha predisposto una serie di provvedimenti che mettono nel mirino diverse aree di evasione. Ci sono ad esempio le importazioni parallele di automobili, che permettono, a volte attraverso triangolazioni societarie truffaldine, di evadere l'Iva su circa 200 mila vettura vendute in Italia ogni anno (la stima è dell'Unrae, l'associazione degli importatori ufficiali). Ci sono le abitazioni, con norme più stringenti sulle compravendite, ma anche sugli agenti immobiliari. C'è la prescrizione di indicare nella dichiarazione i dati relativi all'Ici (l'imposta comunale sugli immobili), in modo da permettere agli uffici di incrociare i dati più facilmente e scoprire, ad esempio, se un proprietario di palazzi e appartamenti dichiara poco o nulla di reddito. C'è, ancora, l'obbligo per i condomini di pagare le imposte sui lavori compiuti dalla ditta che li ha svolti in appalto. Ma ci sono, soprattutto, gli strumenti e l'organizzazione che l'attività di accertamento e di recupero delle tasse non pagate si sta dando.

In questo senso, la novità delle ultime settimane è che dal primo ottobre è diventata ufficialmente operativa la nuova società a controllo pubblico Riscossione Spa, dove sono confluite le attività di riscossione dei tributi (con circa 8 mila dipendenti al seguito) che un tempo facevano capo alle banche. "Il sistema bancario ormai considerava questa attività in conflitto con i propri interessi", spiega Attilio Befera, l'amministratore delegato di Riscossione Spa che nell'ultimo anno ha guidato il processo - iniziato dal governo Berlusconi - di integrazione nella nuova struttura dei 38 vecchi concessionari privati. Nella neonata Spa, ora, le banche restano azioniste, ma sono escluse dalla gestione.

Come si è detto all'inizio, la rivoluzione sta dando i primi risultati e Befera e i suoi potranno integrare gli strumenti adoperati finora con quelli nuovi. Sono soprattutto due. Il primo prevede che i funzionari di Riscossione possano accedere, in modo strettamente controllato, all'anagrafe dei conti correnti bancari che partirà a inizio 2007; il secondo attribuisce alla società pubblica il potere di intercettare i crediti che un contribuente non in regola vanta nei confronti di terzi.

Dopo gli anni difficili dei condoni tremontiani, l'attività di recupero è dunque ripartita. E i numeri degli interventi effettuati da Riscossione Spa nel corso di quest'anno fanno una certa impressione. Le cosiddette ganasce fiscali, l'avviso di fermo dell'autovettura per i contribuenti morosi che viene inviato al Pubblico registro automobilistico, da gennaio a luglio sono state applicate in 1,4 milioni di casi, permettendo all'erario di incassare 124 milioni di euro, ai quali vanno aggiunti i denari che affluiscono nelle casse dei municipi. Nel caso di debiti più significativi, si passa invece all'iscrizione di un'ipoteca sugli immobili posseduti, un provvedimento che nei primi sette mesi dell'anno ha riguardato 180 mila casi. Da segnalare, ancora, i 23 mila interventi di pignoramento di un quinto del reddito (che può esser lo stipendio ma anche il canone percepito da un appartamento dato in affitto). "È importante però capire che la nostra attenzione si rivolge innanzi tutto ai grandi evasori, quei soggetti che maturano debiti tributari superiori al milione di euro. Con i debitori più piccoli, ci interessa invece creare un rapporto di collaborazione, evitando gli errori che si sono verificati finora, riducendo le code grazie all'apertura di nuovi sportelli e attivando un call center nazionale", sostiene Befera. Se poi verrà approvata una norma della Finanziaria, sarà pure possibile pagare a rate.

L'altro fronte in piena evoluzione è quello dei controlli effettuati dall'Agenzia delle Entrate, che vuole ridurre l'elevato numero di contribuenti (circa 500 mila) che dovrebbero pagare le tasse attraverso lo strumento degli studi di settore e, invece, si auto-escludono, magari perché le società utilizzate per condurre l'attività nascono e muoiono nel giro di tre anni, dando vita a un ricambio nei fatti solo apparente. Il calendario che stanno elaborando i vertici dell'Agenzia, dove potrebbe tornare come direttore Massimo Romano, uscito durante il quinquennio berlusconiano, prevede dunque che i controlli specifici nei confronti dei lavoratori autonomi che pagano le imposte con i tetti fissati dagli studi di settore passeranno da 50 a 100 mila. Il numero delle visite dirette nelle aziende per verificare la veridicità dei dati dichiarati aumenteranno da 135 a 150 mila; quelli svolti in proprio dagli uffici regionali saliranno a loro volta da 10 a 15 mila. Ultimo capitolo, gli scontrini fiscali. Le verifiche condotte dalla Guardia di Finanza (600 mila l'anno) potranno subire nuovo impulso, se passerà la stretta che rafforza la minaccia di chiudere, anche temporaneamente, quei negozi che non lo battono. La battaglia è iniziata.

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