Venerdì aveva annunciato di voler mettere forzatamente in aspettativa un autista "temporaneamente inidoneo", l'ultimo di una lunga serie. Per tutta risposta, ieri mattina Michele Russo, presidente della Gtm, s'è ritrovato a fronteggiare un'invasione di autisti proprio mentre era riunito il consiglio di amministrazione.
In 150 si sono ritrovati sotto la sede di via Aterno e sono poi saliti al secondo piano facendo irruzione nella sala che ospitava il cda. Tutti uniti per contestare a gran voce all'azienda una «violazione grave all'accordo sottoscritto il 7 ottobre scorso». Accordo che rimandava all'inizio del 2011 ogni decisione sul trattamento degli autisti inidonei alla guida - in modo definitivo o provvisorio - in base allo stato di salute. Questa condizione riguarda oggi 25 autisti, quando la Gtm non potrebbe tollerarne più di 13, stando a un accordo sottoscritto in altri tempi: «Abbiamo solo detto di voler ristabilire la regola che fissa il limite massimo di 13 unità per gli inidonei - hanno spiegato il presidente Michele Russo e il dirigente al personale, Pierluigi Venditti -. Chi per motivi di salute non è in condizione di prestare il regolare servizio alla guida dell'autobus dovrebbe mettersi in malattia come succede altrove. Cosa c'è di strano?» hanno detto i due alti dirigenti della Gtm.
Ma qualcosa che non torna dev'esserci o non si spiegherebbe altrimenti la clamorosa e massiccia mobilitazione di ieri, sotto il coordinamento dei sindacati. Gli esponenti del settore trasporti di Cgil, Cisl e Uil si sono ritrovati insieme al fianco dei lavoratori. C'erano Franco Rolandi e Giancarlo De Salvia (Filt Cgil), Domenico Di Bonaventura (Fit Cisl) e Alberto Cilli (Uil trasporti). Secca la controreplica a Russo e Venditti: «Al contrario di quanto affermato dai dirigenti, chi viene giudicato inidoneo alla guida per motivi di salute affronta sempre un periodo di malattia, secondo la valutazione del proprio medico nonché del centro sanitario di Tocco, dove gli autisti Gtm vengono visitati - ha spiegato Franco Rolandi -. Per non subire ulteriori tagli allo stipendio, il dipendente che non può ancora tornare alla guida ma che si ritiene ristabilito per altre mansioni, chiede di poter essere utilizzato dove necessario. In Gtm ha sempre funzionato così, adesso non più, e chi non è abile alla guida si ritrova di fronte a due possibilità: mettersi ancora in malattia o in aspettativa, e così non può andare». «In Gtm - hanno detto gli autisti - si parla tanto di lotta agli sprechi, poi però si comprano arredi nuovi, arriva una fiammante Audi A6 per il presidente, si spendono migliaia di euro per consulenze esterne e si assumere nel settore amministrativo...». Contestazioni che Russo ha rispedito al mittente in tre battute: «L'Audi incide zero, così come le nuove porte degli uffici; non è vero che si assume in altri settori; i consulenti hanno professionalità non rinvenibili in azienda». Piuttosto, ha aggiunto il presidente, «con la finanziaria il settore dei trasporti pubblici subirà tagli severi dal prossimo anno e sarebbe auspicabile che i sindacati discutessero al nostro fianco di come affrontare la situazione in modo di poter salvare il maggior numero di posti di lavoro». L'alta tensione ha comunque sortito un effetto: il cda della Gtm ha ritirato la "messa in aspettativa" per il dipendente inidoneo. L'obiettivo è di agevolare il pensionamento di 15-16 autisti inidonei per rientrare sotto al limite di 13. Ma la tregua ha già una data di scadenza: da gennaio i tagli minacciano un inverno di lacrime e sangue.