Trentotto indagati, fra cui l'amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato Mauro Moretti. E' arrivata a una svolta l'inchiesta sul disastro ferroviario di Viareggio del 29 giugno 2009, che causò trentadue morti, decine di feriti anche gravissimi, e la distruzione di un'intera strada, via Ponchielli. Completate le proprie indagini, la procura di Lucca ha chiesto un incidente probatorio che consenta di eseguire accertamenti irripetibili per stabilire, nel contraddittorio delle parti, le cause del disastro. In primo luogo la procura chiede indagini tecniche sull'asse del carrello che si spezzò, causando il deragliamento all'ingresso della stazione di Viareggio del treno merci 50325 composto da 14 carri cisterna contenenti Gpl. In secondo luogo dovranno essere studiati lo squarcio nella prima cisterna ribaltata, da cui uscì il gas, e due elementi della rete ferroviaria: un picchetto di tracciamento delle curve, costituito da uno spezzone di rotaia, ritenuto responsabile dello squarcio dal consulente della procura, professor Paolo Toni, e dal consulente della provincia di Lucca, professor Fabrizio D'Errico; e la cosiddetta "deviata a zampa di lepre", un elemento nel cuore di uno scambio indicato viceversa da Rfi (Rete ferroviaria italiana) come l'ostacolo contro il quale impattò la cisterna, lacerandosi. Gli accertamenti dovranno essere eseguiti - così chiedono il procuratore di Lucca Aldo Cicala e i sostituti Giuseppe Amodeo e Salvatore Giannino - nel contraddittorio delle parti, cioè di tutti i possibili responsabili del disastro e delle parti offese. La procura di Lucca ha predisposto gli avvisi per 38 persone e otto società. Per tutti le ipotesi di reato sono incendio e disastro ferroviario colposo, omicidio e lesioni colpose plurime. Inoltre vengono ipotizzate a carico di una parte degli indagati una serie di violazioni al Testo unico in materia di tutela della sicurezza e della salute sui luoghi di lavoro (Decreto legislativo 81 del 2008), in particolare per la mancata valutazione dei rischi connessi al trasporto di una sostanza pericolosa come il Gpl. Fra gli indagati figura praticamente tutta la catena di comando delle Ferrovie dello Stato, dall'amministratore del gruppo Mauro Moretti (che fino al 2006 è stato amministratore di Rfi), al suo successore alla guida di Rfi Michele Mario Elia, all'amministratore delegato di Trenitalia Vincenzo Soprano, all'amministratore delegato di Fs Logistica Gilberto Galloni, a Mario Castaldo, direttore della Divisione Cargo. Ci sono poi responsabili e tecnici della Gatx, la multinazionale proprietaria delle ferrocisterne coinvolte nel deragliamento, e della officina Jugenthal di Hannover dove era stato revisionato il carrello che si spezzò a Viareggio, nonché il responsabile e i tecnici delle officine Cima di Bozzolo (Mantova), dove tre mesi prima del disastro il carrello inviato dalla Jugenthal era stato montato sulla ferrocisterna. Le società chiamate in causa sono la Gatx Rail Austria, la Gatx Rail Germania, la Officina Jugenthal (che è della Gatx), il Gruppo Ferrovie dello Stato, Rfi (Rete ferroviaria Italiana), Trenitalia, Fs Logistica, e la Cima Riparazioni.