PESCARA. Sono circa 15 mila gli abruzzesi che potranno recuperare il 50% dell'Irpef pagata sulle somme percepite a titolo di incentivo all'esodo. Nella provincia di Pescara ne hanno diritto 3.600 persone. Le somme si aggirano sui 10mila euro per ogni lavoratore. I dati sono stati presentati ieri nella sede della Cgil di Pescara dalla responsabile dell'ufficio vertenze legali del sindacato, Daniela Liguori.
«Hanno diritto al rimborso tutti gli uomini che hanno percepito un incentivo all'esodo nel periodo compreso tra il 1º gennaio 1998 e il 3 luglio 2006 o dopo questa data ma a seguito di un accordo sindacale siglato in precedenza», ha precisato. «Sono i lavoratori che in quel periodo avevano un'età compresa tra i 50 e i 54 anni, prima del compimento del 55esimo anno di età».
Lo sgravio era stato introdotto dalla Finanziaria del 1998 soltanto per le donne dai 50 anni e per gli uomini dai 55. «Ne derivava una disparità tra le due categorie di lavoratori», ha proseguito Daniela Liguori. «Sono stati presentati ricorsi, ma gli uomini si sono visti negare il diritto. La Corte europea, con una sentenza del gennaio 2008, ha stabilito che anche gli uomini potessero recuperare la somma a partire dai 50 anni».
Dopo la disposizione, l'Agenzia delle entrate ordina ai territori di pagare il dovuto a chi aveva presentato domanda di rimborso. «Peccato che la domanda non l'avesse presentata quasi nessuno degli aventi diritto perché in pochi erano a conoscenza della possibilità di recuperare la somma», ha aggiunto la Liguori. «I termini per inoltrare la richiesta erano scaduti, poiché le domande di rimborso potevano essere fatte entro 48 mesi, pena la decadenza. Ma noi sosteniamo che i termini debbano decorrere dal momento della pubblicazione della sentenza in Italia, ossia dal 16 gennaio 2008».
I lavoratori hanno, dunque, diritto a presentare domanda fino al 16 gennaio 2012. «Questa vertenza», ha spiegato la Liguori, «è nata perché la Cgil ha deciso di stare ancora una volta dalla parte dei lavoratori, ora pensionati, che si ritengono truffati del 50% Irpef sugli incentivi. A loro chiediamo di rivolgersi direttamente ai nostri uffici legali, li seguiremo in tutto l'iter». Sono circa 100 le vertenze già aperte dalla Cgil di Pescara. Per avviare la pratica di rimborso è necessario presentare la busta paga in cui è stato erogato l'incentivo, insieme al codice fiscale e all'accordo sindacale in cui viene pattuito l'incentivo se erogato dopo il 3 luglio 2006. Tra i settori interessati ci sono quello bancario e quello postale, insieme a Telecom, Rai, Enel e datori di lavoro privati.
Con la Liguori, ieri, c'erano anche Emilia Di Nicola, della Camera del lavoro di Pescara, e l'avvocato Fiorella Dragani, che hanno sottolineato l'importanza di salvaguardare i diritti dei lavoratori, «che non possono essere minati».