Lettera ai 12mila dipendenti per comunicare che l'azienda è sull'orlo del crac. "Senza pesanti sacrifici per tutti, il fallimento sarà inevitabile" avvisa l'ad Carlo Tosti
Una lettera ai 12mila dipendenti per comunicare che l'Atac è sull'orlo del crac, che il taglio del governo al fondo dei trasporti ha aggravato il rosso dell'azienda e che, senza pesanti sacrifici per tutti, il fallimento sarà inevitabile. L'ha inviata ieri sera, a uffici chiusi, l'ad Carlo Tosti. Che, a sei mesi dall'insediamento, si trova a gestire la peggiore "crisi economicofinanziaria" che la società abbia mai attraversato.
La medicina proposta, dopo la descrizione di un quadro a tinte fosche, è da coma profondo: la disdetta della contrattazione di secondo livello del personale amministrativo e in parte di quella degli addetti alla manutenzione. Significa azzerare tutti gli accordi integrativi stipulati con l'azienda: le 37 ore di lavoro settimanale (rispetto alle 39 previste a livello nazionale), l'Erg (l'integrazione del salario dei gio¬vani), varie indennità. Parla di "sfida ardua" l'ad: "Fino all'esercizio 2008 le risorse per il Tpl ammontavano a circa 600 milioni l'anno, comprensive dei rimborsi per i rinnovi dei contratti collettivi. Invece dal 2009 Atac ha registrato il mancato trasferimento di circa 100 milioni l'anno, relativi proprio ai rinnovi dei contratti.
E oggi si prospettano ulteriori riduzioni" legate ai tagli del governo che si riflettono "sui bilanci degli enti locali". A quanto ammontano? "Per quanto riguarda la Regione, 40 milioni", denuncia il consigliere pd Massimiliano Valeriani. "Dopo il dissesto prodotto da manager incompetenti nominati
da Alemanno, siamo di nuovo alla vigilia di una fase drammatica".
Ecco perché, sottolinea Tosti, "i sacrifici devono riguardare tutti", dirigenti compresi. Ai quali, ricorda, sono state già tagliate auto di servizio (ma solo quelle a uso promiscuo) e indennità di risultato (ma non cancellate: fino al 60% nel 2010, del 30 nel 2011, appena del 10 nel 2012). Interventi che però "non sono sufficienti a fronteggiare la complessità e la profondità della grave crisi che sta investendo l'azienda".
Da qui la necessità di colpire anche autisti e operai. Ma il sindacato non ci sta. "Il nostro stato di agitazione culminerà nelle sciopero di tutto il Tpl convocato per il 17 novembre", attacca il segretario FiltCgil Alessandro Capitani: "Per legge l'Atac non poteva compiere atti unilaterali. Lo ha fatto e ora ci rivolgeremo al prefetto".