Non convince la proposta lanciata da Primavera. Respinte le critiche sui costi di gestione delle società regionali
PESCARA. «Sono contrario alla privatizzazione del trasporto su gomma, il pubblico deve mantenere un controllo e garantire le linee sociali».
L'assessore regionale Giandonato Morra risponde in modo perentorio alla proposta di Confindustria di liberalizzare il mercato Tpl. «La Regione deve valutare se uscire dal capitale di Arpa, Gtm, Sangritana e la smetta di fare da arbitro e da giocatore allo stesso tempo», aveva detto il vicepresidente Confindustria Abruzzo, Paolo Primavera (Leggi l'articolo).
IL CORO. L'assessore non nasconde di esser rimasto male della posizione assunta da Confindustria e delle critiche mosse da quest'ultima sui costi di gestione delle tre società: «Mi fa specie che si sia inserita in questo coro che ultimamente mi capita di sentire sempre più spesso. E leggere banalizzazioni non fa piacere a chi sta lavorando e ha raccolto risultati che sono sotto gli occhi di tutti. E poi», domanda Morra, «Primavera è sicuro che ci siano davvero imprese abruzzesi private in grado di sostenere i costi del mercato? L'Abruzzo non è poi così conveniente. Come fa Primavera ad escludere l'inserimento di società straniere?».
I COSTI. A proposito dei costi l'assessore ricorda la prima manovra sui tagli («che ha portato a un risparmio di oltre 10 milioni di euro»), l'incorporazione nell'Arpa della Paoli Bus («un'incompiuta da decenni, ma sembra che abbiamo chiuso un chiosco di lupini»), il rinnovo del parco rotabile dell'Arpa («altrimenti con quei mezzi antiquati avremmo potuto partecipare alle gare pubbliche solo in Burundi e in Tanzania»), la mancata nomina del quinto componente del Cda Gtm e la rinuncia alle indennità del presidente della Cerella bus. «Dov'erano tutti i grilli parlanti di oggi? Non si può accettare che un percorso virtuoso venga offuscato da chi ha poca dimestichezza con i trasporti. Noi continuiamo a lavorare con impegno e sobrietà e vorremmo che i nostri interlocutori facessero altrettanto in modo da poter affrontare insieme questo difficile periodo».
LA NORMA. La legge di stabilità approvata ieri alla Camera parla di liberalizzazione del Tpl. Morra vuole aspettare di vedere il provvedimento. Così come attende di sapere se i tagli annunciati da Roma sono confermati. «Quando sarà il momento valuteremo la normativa e la situazione, compresa ad esempio la fattibilità di soluzioni integrate pubblico-privato in prospettiva della legge di riforma che prevede la fusione di Arpa e Gtm».
Morra ha anche una risposta al caso sollevato da Idv in consiglio regionale sui 60mila euro che la Gtm di Pescara ha investito per acquisire un software malgrado i vertici fossero a conoscenza della prossima fusione con Arpa: «Non si tratta di spese straordinarie della Regione, l'investimento è un'esigenza per l'informatizzazione dell'azienda. A me risulta che l'azienda ha speso il giusto e tagliato i costi, che abbia quindi rispettato le norme della finanziaria».
LA CISL. Contro la proposta di Confindustria prende posizione anche la Cisl Trasporti. «Pur rispettando le singole posizioni, sul tema dei trasporti a volte si fa molta confusione, come quando si vuol far credere all'opinione pubblica che il problema sia riconducibile in gran parte all'elevato costo del lavoro», è il parere del segretario generale Alessandro Di Naccio. Per la Cisl la costituzione dell'azienda unica non produrrebbe affatto l'innalzamento del costo del lavoro «ed è pretestuoso dare per scontata un'equiparazione che non troverebbe alcun vincolo di applicazione se non a seguito di accordo tra le parti». Secondo Di Naccio la risposta allo spreco delle risorse riferite ai contributi chilometrici è già inserita nelle norme regionali «laddove le stesse prevedono la costituzione del Fondo unico dei trasporti: «Basterebbe dare attuazione, ampliandone i contenuti, a quanto già legiferato».
«Non vi sono forse società, associate a Confindustria tramite l'Anav, tra quelle che Primavera evidenzia come sovrapposte?», domanda il sindacalista che ritiene fondamentale prevedere politiche che incentivino l'aggregazione tra le aziende: «Solo con questi strumenti le società regionali potranno affrontare un eventuale settore liberalizzato. I lavoratori hanno fatto e continueranno a fare la propria parte, non possiamo affermare la stessa cosa per gli altri».
L'IDV. Spezza una mezza lancia a favore di Confindustria il capogruppo Idv in consiglio regionale Carlo Costantini, ma solo rispetto al ruolo di arbitro e giocatore che la Regione ha fino ad oggi svolto: «Perché è anche vero che i ritardi nei processi di liberalizzazione del settore hanno agevolato in primo luogo proprio le aziende private del settore, che hanno potuto in questo modo rinviare il confronto con le insidie ed i pericoli di un mercato veramente aperto ed ovviamente continuare a guadagnare». Ora però le risorse subiscono un drastico ridimensionamento e c'è la consapevolezza di dover riformare il settore. Come? «Non certo seguendo le indicazioni di Primavera», risponde Costantini. «io, seppure dall'opposizione, rappresento la Regione ed ho il dovere di proporre soluzioni capaci di salvaguardare il patrimonio oggi costituito dalle tre società di trasporto. Se le metto sul mercato divise e scoordinate tra loro, come lo sono oggi, le rendo facili prede di chi vuole fare acquisti a buon mercato. Se, invece, le fondo e le rendo protagoniste indiscusse di qualsiasi progetto di sviluppo del tpl in Abruzzo, contribuisco alla razionalizzazione del sistema, ne valorizzo enormemente le specificità ed obbligo chi fosse mai interessato a considerarle per quello che valgono. In fondo la Regione dovrebbe fare esattamente quello che farebbe un industriale. Se è giunto il tempo di affrontare i rischi del mercato, provi anzitutto ad organizzarti meglio per potenziare ciò che hai; se invece lasci le cose come stanno e ti prepari a svendere, allora vuol dire che giochi una partita diversa».
«Tutto questo», conclude Costantini, «non vuol dire essere conservatori, né illiberali, vuol dire solo organizzare le risorse pubbliche in modo tale da assicurare la loro migliore resa, anche in un contesto di mercato liberalizzato».