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Pescara, 23/07/2024
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Data: 19/11/2011
Testata giornalistica: Il Centro
Arpa replica ai sindacati - Cirulli: sui trasporti è l'ora di scegliere. Il presidente Arpa su liberalizzazione e azienda unica: più collaborazione con i privati

Prima della fusione va garantito il futuro al personale Invece assisto a una congiura del silenzio

PESCARA. «Sui trasporti circolano notizie di mera illazione, Flaiano avrebbe detto "poche idee ma confuse"». Il presidente dell'Arpa Massimo Cirulli prende spunto dall'accusa di voler privatizzare la più grande azienda pubblica regionale (leggi l'articolo) per riporre la palla al centro.
«Ho sentito dire che io sarei contrario alla fusione dell'Arpa con la Gtm di Pescara», attacca Cirulli, «hanno detto che voglio cedere ai privati alcune linee, dicono che io, come gli altri dirigenti Gtm e Sangritana, sono attaccato alla poltrona. Non c'è niente di più falso, io sono per la salvaguardia innanzitutto dell'azienda e dei posti di lavoro. E poi indico a tutti due scadenze: la prima, il 1º gennaio 2012, che prevede la liberalizzazione delle linee commerciali, e la seconda quella del 31 marzo 2012, entro la quale la Regione ed eventualmente i Comuni più grandi, devono bandire la gare di valenza europea per l'assegnazione delle reti urbane, suburbane ed extraurbane a seconda del numero degli ambiti».

Presidente, qual è il suo giudizio sull'azienda unica?
«La fusione Arpa-Gtm va affrontata dopo che la Regione ha esaminato il nuovo piano del trasporto pubblico locale (Tpl) individuando gli ambiti e il ruolo dei Comuni. La data di riferimento è il 31 marzo 2012, data entro la quale cadono tutti gli affidamenti delle concessioni, eccetto il ramo ferroviario della Sangritana, e devono essere previste inderogabilmente le nuove gare. Lei, se fosse imprenditore, fonderebbe due società che rischiano di cessare l'attività? E che cosa andrebbe ad unire? Il personale? Io dico che deve prima decidere il Consiglio, perché l'Arpa è solo uno dei giocatori e l'arbitro è la Regione».

Supponiamo che la Regione decida di andare avanti per la fusione e stabilisca di partecipare alle gare con la nuova Newco che si andrebbe a formare: quale sarebbe l'intoppo?
«C'è un problema significativo e sul quale i sindacati tacciono: l'Arpa ha 43 impiegati alla direzione regionale di Chieti e 10 al deposito di Pescara che confina con la Gtm e dove la stessa Gtm ha una cinquantina, mi sembra, impiegati. Da che mondo è mondo le fusioni servono a ridurre il personale, in questo caso di terra e viaggiante. Che si fa? La sorte di questi lavoratori dev'essere prioritaria e invece su questo aspetto c'è una sorta di congiura del silenzio. Non ho mai visto sindacati che sollecitano la fusione delle aziende».
Sostengono che con un'unica azienda la Regione risparmia, taglia il superfluo e aumenta la competitività.
«E il personale in eccedenza? Chi paga gli incentivi all'esodo? Cassa integrazione e mobilità non sono possibili nei trasporti, e la Regione può accollarsi la cassa in deroga? Deve decidere la politica, il Consiglio regionale, prendendosi le responsabilità».

Lei che cosa propone?
«Io non voglio licenziare nessuno anche se l'economia principale della fusione è quella sul personale: vale da sola circa 2 milioni di euro, ed è notevolmente superiore al valore dei tagli sulle sovrapposizioni delle linee che si andrebbero a fare, ad esempio, sulla Pescara-Penne. Un'altra cosa che si può fare è di tagliare i permessi sindacali».

I permessi sindacali?
«Sì, sa quanto ci costano? 800mila euro l'anno, ma tagliarli sarebbe una provocazione. Occorre quindi trovare prima una sistemazione al personale Arpa, che ha l'età media più alta rispetto a Gtm».

La prossima scadenza del 1º gennaio prevede la liberalizzazione delle linee commerciali: l'Abruzzo è pronto?
«L'Abruzzo, come altre Regioni, non si aspettava che in tre mesi le regole sui trasporti cambiassero ben tre volte».

Che cosa succederà?
«Succederà che su alcune linee tipo la Giulianova-Teramo-Roma dove l'Arpa prende ancora i contributi regionali, entreranno in concorrenza i privati come è già successo per la Pescara-Roma. Io ho proposto ai privati di fare rete, di operare insieme, come facciamo sempre sulla Pescara-Roma, anziché massacrarci sui prezzi al ribasso con il taglio spregiudicato dei costi. I sindacati dicono che io voglio privatizzare le linee? Non hanno capito che io voglio reggere alla concorrenza, perché nessuno, ahimé, impone ai nostri concorrenti di andare, come facciamo noi, con due autisti e di viaggiare con il pullman bipiano. Io, per capirci, non voglio che Arpa faccia la fine dell'Alitalia quando sono arrivate le low cost. L'Alitalia andò in crisi e fu venduta ai privati».

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