Un documento unitario attacca il senatore Pdl: in Abruzzo classe politica arrogante e incompetente
PESCARA. Per ora i sindacati hanno proclamato lo stato di mobilitazione, ma non si esclude lo sciopero. La proposta, fatta dal senatore abruzzees del Pdl, Paolo Tancredi - in un'intervista pubblicata ieri dal Centro (leggi l'articolo) - di vendere ai privati le due società pubbliche di trasporti su gomma (autobus) non è piaciuta per nulla ai sindacati, che ieri si sono riuniti, per partorire un documento comune (Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Cisal) che porta un titolo abbastanza esplicito: «La casta all'attacco dell'azienda unica». La proposta di Tancredi, infatti, arriva a cinque giorni dall'approvaqzione in consiglio regionale della Finanziaria che prevede la fusione (entro sei mesi) delle due aziende di trasporti su gomma (Gtm e Arpa) e del settore autobus della Sangritana.
Per lunedì prossimo, inoltre, è già convocata una riunione dei tre segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil, per esaminare la prospettiva dell'azienda unica alla luce delle dichiarazioni di Tancredi.
«Che l'azienda unica sia uno dei nervi scoperti più sensibili per la casta rappresentata da certa politica e da una parte di finta imprenditoria era oramai cosa nota, ma che si arrivasse a questo livello di bassezza culturale e sociale da parte di alcuni attori non era davvero preventivabile».
Lo affermano i segretari regionali di Filt-Cgil, Scaccialepre, Fit-Cisl, Di Naccio, Uiltrasporti, Murinni, Faisa Cisal, Lizzi, e Ugl Trasporti, Lupo nel documento messo a punto al termine della riunione ieri mattina a Pescara. Il documento è critico non solo nei confronti della proposta di Tancredi di privatizzazione dei trasporti su gomma ma anche di quello che i sindacati definiscono «l'atto unilaterale del presidente di Arpa che, con un colpo di spugna, ha cancellato tutti gli integrativi aziendali stipulati negli ultimi decenni».
«Le parole del senatore Tancredi», dicono i sindacati «dimostrano come ci sia una classe politica arrogante ed incompetente, che vede come fumo negli occhi la sindacalizzazione, addirittura evocata come un male che genera costi ed inefficienze, e che confonde la privatizzazione con la liberalizzazione: se queste sono le argomentazioni, condite per di più da offese gratuite ai lavoratori che, secondo il Senatore, sarebbero testualmente messi lì a non fare niente, non si fa fatica a capire quali siano le responsabilità della politica per la situazione in cui versa il Paese ed il perché ci si debba affidare a tecnici per governare».
A questo punto, aggiungono i sindacati, «saranno le risultanze della Commissione Giovannini, che in questi giorni sta monitorando i costi della politica e quindi anche del senatore Tancredi, a stabilire inequivocabilmente dove sono gli sprechi».
Per i sindacati anche le decisioni assunte dal presidente di Arpa, Massimo Cirulli, «sono un chiaro segnale di contrasto all'Azienda unica: difatti si vuole sopperire ad una gestione Aziendale inconcludente ed inefficiente sottraendo risorse derivanti dalla contrattazione Aziendale di secondo livello».
Secondo i sindacati, i costi dei lavoratori Arpa sono «tra i più bassi nel panorama delle aziende del settore».
«Con l'azzeramento della contrattazione integrativa di secondo livello, decisa unilateralmente dall'Arpa», sostengono ancora i sindacati, «siamo di fronte ad un vero e proprio atto di vigliaccheria sociale: si usano i lavoratori per battere cassa e si tenta di far pagare al sindacato la colpa, se così si può definire, di aver difeso con le unghie il processo di fusione delle Aziende pubbliche e di aver messo in discussione le tante poltrone di presidenti, consiglieri di amministrazione, direttori e vicedirettori, sindaci revisori».
A questo «attacco frontale ed ingiustificato, sia nel merito che nel metodo», i lavoratori, dicono i sindacati, risponderanno in «maniera decisa e compatta» ma, soprattutto, «nessuno si farà intimidire».
«Il sindacato», si legge ancora nel documento unitario, «ha il coraggio di affrontare i problemi anche se questo comporta sedersi attorno ad un tavolo per affrontare tematiche occupazionali e retributive. La politica ed i colletti bianchi che la rappresentano restano ancorati alle loro sedie nonostante i fatti e l'opinione pubblica li abbiano da tempo, loro sì, licenziati».
«Il presidente Chiodi e l'assessore Morra», concludono i sindacati, «hanno il dovere di prendere posizione e di difendere una scelta che, tra l'altro, deve ancora concretizzarsi. Lo facciano con atti concreti ed inequivocabili, a cominciare dalla rimozione di coloro che, per legge, dovrebbero essere attori del cambiamento ed invece non perdono occasione per ostacolarne gli esiti, a tutto discapito in primis dei cittadini».