PESCARA. I sindacati confederali hanno indetto lo «stato d'agitazione» dei dipendenti dell'Arpa, l'azienda delle Autolinee regionali pubbliche abruzzesi, mille dipendenti, con partecipazioni in società. La decisione è stata presa sulla base di una riunione dei delegati sindacali di Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti in cui sono state evidenziate «grandi difficoltà presenti in azienda».
I sindacati chiedono «un piano d'impresa capace di rilanciare l'azione aziendale», in vista anche dell'apertura dei trasporti locali al mercato; «un piano d'investimenti in materiale rotabile, attrezzature per le officine e per la formazione del personale»; un cambio di direzione nel «processo di esternalizzazione, soprattutto nella manutenzione che ha disperso negli anni le professionalità aziendali»; infine una «qualificazione delle relazioni sindacali, valorizzando lo strumento della concertazione sostituito nell'ultimo anno dall'Arpa, con quello della semplice comunicazione».
Ma i sindacati puntano il dito anche sui costi delle società partecipate dall'Arpa e dei relativi consigli di amministrazione. «Si tratta di costi che distolgono inutilmente risorse», dice il segretario della Filt-Cgil Luigi Scaccialepre «Una società come la Paoli Bus con 14-15 dipendenti aveva 7 consiglieri di amministrazione, prima delle recenti dimissioni dei tre di nomina regionale. Noi vogliamo sapere cosa produce questa nostra partecipazione alle società e quali sono i costi. E comunque vogliamo che queste attività tornino dentro l'Arpa».
Il sindacato sostiene anche la fusione tra le tre società regionali di trasporto pubblico: Arpa, Gtm e Sangritana: «A Pescara Arpa e Gmp sono divisi da un muro con officine e uffici autonomi. Fondere le società significa da subito creare sinergie nei servizi», dice Scaccialepre, «significa passare da tre Cda a 1 da 3 direttori a 1 e così via».
Nessun timore invece per il personale dipendente: «Noi non vogliamo ridurre ma usare meglio le persone, per fare più trasporti e più qualità e offrire servizi alle zone non servite».
Ora tocca all'azienda rispondere. Se entro 5 giorni non si trova un accordo l'appuntamento sarà da prefetto, se anche quell'incontro non andrà a buon fine si aprirà una stagione di conflitti
«Chiediamo di aprire subito un tavolo per ragionare insieme. Adesso c'è anche unproblema in più, perché la finanziaria nazionale dice che bisogna fare subito le gare per le concessioni anche in Abruzzo. E noi dobbiamo presentarci con le carte in regola».